Elena Correggia
Leggi i suoi articoliA un intenso ritratto barocco del principe Gaspare Paluzzi Albertoni, dipinto da Jacob Ferdinand Voet, è dedicata la copertina del ricco catalogo dell’asta di dipinti antichi e del XIX secolo in programma da Wannenes a Genova il 27 novembre. L’opera, sottoposta a notifica, venne realizzata in occasione del matrimonio del principe con Laura Caterina Altieri, nipote di Papa Clemente X e colpisce per la cura dei dettagli preziosi, dalla scintillante armatura alla veste ricamata così come per l’acuta introspezione psicologica (la stima è 30-50mila euro). All’interno di un nucleo di 24 opere provenienti da un’inedita collezione milanese, si distingue una tela raffigurante San Giovanni Battista eseguita da Dosso Dossi, pittore piuttosto raro sul mercato e fra i massimi rappresentanti del Cinquecento emiliano. Nel dipinto emergono in modo evidente anche le influenze leonardesche, nella posa e armonia della figura come nella citazione del dolce paesaggio di sfondo (100-200mila).
Non può poi passare inosservato lo sguardo penetrante del giovane con berretto, fascia turchina e collare bianco ritratto da Fra’ Galgario, meritatamente definito un «pittore dell’animo umano» per la sua capacità di trasporre sul volto delle persone effigiate la loro interiorità più sincera (8-12mila). Questo, accanto ad altri due ritratti in asta, rientra all’interno di una serie di dieci che era stata presentata in mostra a Milano nel 1910. Fra i nomi più celebri all’incanto è proposto un lavoro del 1643 del Guercino, proveniente dalla chiesa di San Martino Maggiore a Bologna.La tela, «Sant’Andrea apostolo», abbina la modernità del taglio compositivo e l’espressività del santo alla preziosità cromatica (40-60mila). Colori dorati e una vibrante luminosità caratterizzano la piccola pala raffigurante Sant’Antonio da Padova, un dipinto recentemente ritrovato. Inizialmente attribuito a Giandomenico Tiepolo sulla base di una fotografia, la sua ricomparsa ha permesso agli studiosi di riconsiderarlo, riconoscendo la paternità a Giambattista Tiepolo (5-8mila).
Gli accentuati effetti chiaroscurali e gli incisivi rimandi degli sguardi connotano la tela «Negazione di San Pietro» di Giuseppe Vermiglio (30-50mila), che pur nell’alveo del tardo caravaggismo ricerca un’armonia e un equilibrio compositivo tutti personali. Curiosa e dalle intriganti simbologie è l’opera del pittore olandese Jan Weenix, «Trompe l’oeil con un ragazzo e una scimmia in un giardino all’italiana» (20-30mila), mentre per il genere della natura morta si fa notare una composizione di Michelangelo Pace, detto Michelangelo del Campidoglio, un trionfo di frutta matura che rappresenta un sontuoso esempio di questo tipo di pittura nel Seicento (15-25 mila). Nella sezione incentrata sui dipinti dell’Ottocento spicca un importante lavoro di Valentìn de Zubiarre, «Tipi di Madrid, la famiglia del picador», in cui il realismo nella rappresentazione della figura umana non è disgiunto dalla capacità di evocare lo spirito delle tradizioni e della cultura spagnola (10-15mila). La maestosa bellezza di una vallata alpina trova invece il suo cantore in Cesare Maggi, che in «Pascolo ai piedi del Cervino» esplora la tecnica divisionista accentuando la vitalità della scena montana (8-12mila). Un altro paesaggio, in questo caso ambientato sulle bianchissime spiagge atlantiche, battute dai venti, è ritratto da Lorenzo Delleani in «Scheveningen», olio su tavoletta in cui l’artista utilizza luci e cromie in un sapiente connubio di emozioni (8-10mila).
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