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Particolare delle quattro sculture di Jeffrey Gibson per la facciata del Metropolitan Museum of Art di New York

Courtesy the artist. © The Metropolitan Museum of Art. Photo Eugenia Burnett Tinsley

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Particolare delle quattro sculture di Jeffrey Gibson per la facciata del Metropolitan Museum of Art di New York

Courtesy the artist. © The Metropolitan Museum of Art. Photo Eugenia Burnett Tinsley

Un falco, uno scoiattolo, un coyote e un cervo sulla facciata del Met

Ispirandosi a Derrida, l'artista nativo Jeffrey Gibson ha scelto specie autoctone della regione di New York per le sue sculture monumentali, da oggi visibili nelle nicchie all'ingresso del museo. Un invito a riflettere su come gli animali siano stati costretti ad adattarsi agli ambienti umani e sugli insegnamenti che potremmo trarne

Daria Berro

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Da oggi, 12 settembre, e fino al 9 giugno 2026, le nicchie della facciata del Metropolitan Museum of Art sulla Fifth Avenue si presentano abitate da quattro monumentali sculture di Jeffrey Gibson. Intitolato «The Animal That Therefore I Am», il quartetto di figure in bronzo zoomorfe, prima grande esplorazione del 53enne scultore e pittore di questo materiale su scala monumentale, è stato realizzato per The Genesis Facade Commission, ultimo della serie di commissioni contemporanee del Met in cui il museo invita gli artisti a creare nuove opere d’arte, stabilendo un dialogo tra la pratica dell’artista, la collezione del Met, il museo fisico e il suo pubblico. «Jeffrey Gibson è uno degli artisti più straordinari della sua generazione e una figura pionieristica nel campo dell'arte nativa e indigena, ha affermato Max Hollein, direttore e amministratore delegato del Met. Queste sue nuove opere si basano sul suo caratteristico uso di materiali non convenzionali e forme reinventate, che egli impiega per esplorare storie spesso trascurate e il mondo naturale». Gibson, che ha origini Cherokee ed è membro della tribù dei Choctaw del Mississippi, è cresciuto negli Stati Uniti, in Germania e Corea.

Ogni scultura in bronzo alta 3 metri raffigura un animale autoctono dell’area di New York: un falco, uno scoiattolo, un coyote e un cervo. Gli intricati motivi astratti delle superfici evocano i lavori in perline e i tessuti tratti da una serie di linguaggi visivi indigeni. Le opere sono ispirate al libro di Jacques Derrida L’animale che quindi sono, una serie di interventi del filosofo francese che s’interrogano sulla violenza insita nel dominio umano sugli animali, un tema che Gibson collega a cicli di conflitto più ampi. La scelta di specie caratteristiche della regione invita a riflettere su come queste creature siano state costrette ad adattarsi agli ambienti umani, invitandoci a considerare ciò che sopportano e ciò che potrebbero insegnarci. I quattro «paladini» animali che fiancheggiano l'ingresso del museo dialogano con il paesaggio circostante, dall’ambiente naturale della valle del fiume Hudson, dove Gibson vive e lavora, all'ecologia urbana di Central Park che circonda il Met.

Veduta dell’installazione di The Genesis Facade Commission: Jeffrey Gibson, «The Animal Therefore I Am», 2025. Courtesy the artist. © The Metropolitan Museum of Art. Foto Eugenia Burnett Tinsley

Daria Berro, 12 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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