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Una veduta della Cantina Antinori al Bargino di Archea Associati

Foto: Pietro Savorelli

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Una veduta della Cantina Antinori al Bargino di Archea Associati

Foto: Pietro Savorelli

1945-2020: in Toscana tra musei, chiese e cantine d’autore

Il volume curato da Andrea Aleardi e Nadia Musumeci presenta 384 edifici attraverso immagini e schede sintetiche con una prevalenza di opere di ambito privato

Elena Franzoia

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Curata da Andrea Aleardi e Nadia Musumeci, la recentissima guida al patrimonio architettonico moderno e contemporaneo della Toscana presenta, in forma ampliata e aggiornata rispetto all’edizione del 2011, gli esiti delle ricerche operate dalla Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole in collaborazione con Regione Toscana e MiC/Segretariato regionale, nell’ambito del Censimento nazionale delle architetture del secondo Novecento. Si tratta di un progetto, articolato su base regionale, avviato dal Ministero della Cultura nel 2002 e oggi coordinato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea.

Il volume presenta 384 edifici, proposti attraverso immagini e schede sintetiche. «Con questa ultima indagine realizzata tra 2021 e ’22, che utilizza come limite temporale il 2020, abbiamo aggiunto ulteriori 109 opere, afferma Andrea Aleardi, direttore della Fondazione Michelucci. Si tratta in gran parte di opere recenti, ma sono presenti anche interessanti casi precedenti, negli ultimi 10 anni oggetto di importanti riscoperte critiche. Caso esemplare è la Casa Esagono di Vittorio Giorgini nella pineta di Baratti (Li), recuperata e valorizzata soprattutto grazie all’impegno di Marco Del Francia. Tra le altre opere, costruite prevalentemente negli ultimi 10-15 anni, spiccano certo realizzazioni museali fiorentine come il Museo dell’Opera del Duomo su progetto di Natalini, Guicciardini e Magni e quello degli Innocenti firmato da Ipostudio, ma abbiamo soprattutto assistito al proliferare di cantine d’autore. Una per tutte, la Cantina Antinori al Bargino di Archea Associati. Numerose anche le nuove chiese, come quella realizzata da Tama Associati a Viareggio o quella di Rossi Prodi a Calenzano». 

Tutti gli edifici sono stati selezionati «secondo criteri basati su fortuna critica, innovazione e rilevanza», spiega ancora Aleardi, anche grazie al «ruolo molto attivo delle Soprintendenze territoriali, parte del “comitato scientifico allargato”, ma molte indicazioni, vagliate con particolare attenzione, ci sono arrivate anche dal mondo del web, oltre ovviamente che dalle riviste specializzate». Si nota una prevalenza di opere di ambito privato. E la qualità dell’architettura pubblica? «Credo che l’ambito pubblico soffra soprattutto nella realizzazione, a causa dei tempi e del sistema degli appalti, risponde Aleardi. Il caso più parossistico rimane il Palazzo di Giustizia di Novoli a Firenze, il cui lungo processo progettuale comincia nell’87 con Michelucci e Ricci, poi rimane solo Ricci fino al ’93 e dopo la scomparsa di entrambi i progettisti viene di fatto realizzato senza alcun diretto controllo autoriale e con ribassi d’asta del 35-37%. Difficile ottenere qualità a queste condizioni. Un caso virtuoso è invece il centro civico di Scandicci, realizzato sotto l’autorevole guida di Richard Rogers».

L’architettura in Toscana dal 1945 ad oggi
a cura di Andrea Aleardi e Nadia Musumeci, 980 pp., ill., Pontecorboli Editore, Firenze 2024, € 38

La copertina del volume

Elena Franzoia, 21 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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