Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Redazione
Leggi i suoi articoliIl 31 gennaio, in visita a Bayeux, in Normandia, la ministra della Cultura francese Rachida Dati ha annunciato la partecipazione dello Stato al restauro del celebre arazzo conservato nel Centre Guillaume-le-Conquérant: «Lo Stato coprirà l’intero costo del restauro dell’arazzo, che è di sua proprietà. Saranno spesi più di 2 milioni di euro, su un totale di 13 milioni di euro di finanziamenti».
Il progetto, lanciato nel 2013, prevede anche l’ampliamento (di 11mila metri quadrati) del seminario, per un totale di circa 40 milioni di euro, al quale contribuiranno la regione normanna e il dipartimento del Calvados con un importo di 10,5 milioni di euro ciascuno, e la città di Bayeux con 7 milioni. Il curatore dell’opera, Antoine Verney, ha confermato all’Afp-Agence France Presse «la necessità di rivederne le circostanze allestitive».
Realizzato nella seconda metà dell’XI secolo, è in realtà un tessuto ricamato lungo 68,3 metri che narra la conquista dell’Inghilterra nel 1066 da parte del duca di Normandia Guglielmo, noto come Guglielmo il Conquistatore.
«Non si sa molto» sulla storia conservativa dell’arazzo fino alla fine del XV secolo, «quando compare nell’inventario del tesoro della cattedrale di Bayeux», spiega Verney. All’epoca del monaco benedettino Bernard de Montfaucon (1655-1741), era custodito arrotolato su una sorta di rullo nella cattedrale, nel palazzo arcivescovile, o nella biblioteca cittadina, e esposto solo in alcune occasioni. Voluto a Parigi da Napoleone nel novembre del 1803, tornò a Bayeux nel febbraio successivo. Dopo essere stato sottoposto a restauro negli anni 1982-83, trova sede al Centre Guillaume le Conquérant, dove oggi è oggetto di un’iper-vigilanza per proteggerlo dai possibili danni causati dalla luce e dall’aria circostante.
Secondo il curatore, l’attuale esposizione verticale impone «grandi stress al tessuto millenario, che ora necessita di essere posato su una superficie inclinata», motivo per cui è opportuno «costruire una nuova sala di conservazione lunga oltre 70 metri» con una temperatura stabile di diciannove gradi, un tasso di umidità del 50% e un massimo di 50 lux di luce.
Il museo, classificato Monumento storico e incluso nel Registro della Memoria del mondo dell’Unesco dal 2007, chiuderà nel settembre 2025 e riaprirà nel 2027 per consentire il corretto svolgimento dei lavori.
Altri articoli dell'autore
È mancata a soli 43 anni la pittrice americana: lottava da tempo con un brutto male
L’opera, in cui è raffigurato un cavaliere trace, era scomparsa nel 1996 dal Museo di Razgrad. Una storica dell’arte francese l’ha riconosciuta su un sito web di aste
Il protocollo siglato ieri punta a velocizzare e rendere ancora più efficace l'azione di contrasto a frodi e truffe negli ambiti culturali
L'iniziativa coinvolge l’intera città, dalle grandi istituzioni museali agli studi indipendenti