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Il Colosseo a Roma

Foto tratta da Wikipedia. Foto: FeaturedPics | CC BY SA 4.0

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Il Colosseo a Roma

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Isabella Ruggiero: «Le guide turistiche siano inserite tra i lavori usuranti»

È quanto chiede la presidentessa dell’associazione di categoria Agta, commentando la morte, occorsa il 19 agosto, di una guida all’interno del Colosseo mentre svolgeva il suo lavoro

«Ieri pomeriggio è morta una guida turistica dentro il Colosseo, mentre svolgeva una visita guidata. Si è accasciata a terra, probabilmente per un infarto, mentre illustrava uno dei pannelli della mostra permanente del piano superiore al suo gruppo: a nulla sono valsi i tentativi di rianimarla di due turisti; e ormai non c’era più nulla da fare quando è arrivato il personale del Parco con il defibrillatore. La sua morte rende drammaticamente attuale ed evidente l’impegno fisico a cui viene sottoposto il corpo durante il lavoro di guida; avevamo già sottolineato mesi fa in una intervista l’urgenza di una maggiore tutela e dell’inserimento della professione tra i lavori usuranti».

È quanto ha dichiarato Isabella Ruggiero, presidente dell’Associazione Guide Turistiche Abilitate (Agta). «Quasi tutte le guide soffrono già in età “giovanile” di patologie che in genere insorgono in soggetti anziani o negli sportivi, ricorda ancora Ruggiero, perché sottoponiamo il nostro corpo a sforzo per una media di 8 ore al giorno e spesso con un carico notevole di borse con pesi sulle spalle, il tutto su percorsi non sempre agevoli (strade romane divelte, scale antiche con gradini molto ripidi, salite e discese) e a temperature spesso proibitive (in estate fino a 40 gradi nelle aree esterne, sull’asfalto delle città e nelle aree archeologiche senza ombra, nonché a gelo e pioggia in inverno). Il tutto ci rende soggetti ad artrosi precoce, fratture e una serie di altre patologie: laddove però la carriera dello sportivo è breve, la guida non può fermarsi, perché con la situazione attuale non vede la pensione (e che misera pensione per chi è in Gestione Separata) prima dei 70 anni.

Questo costringe le guide a “spingere” e a lavorare a ritmi troppo sostenuti per la paura di non farcela a mantenere la famiglia, perché non sappiamo domani cosa succederà: anche perché il Covid per noi ha avuto un effetto devastante e il terrore di rimanere da un giorno all’altro senza lavoro è sempre dietro l’angolo e finché c’è lavoro le guide lavorano, chiedendo troppo al proprio corpo. Ieri una guida se ne è andata per sempre, ma negli ultimi anni in troppe hanno lasciato questa attività per altri lavori più “sicuri” e meno impegnativi. Abbiamo bisogno di maggiori tutele e di vedere inserita la nostra professione tra quelle usuranti, come per esempio è stato fatto per le maestre della scuola pre-primaria».

Prosegue Ruggiero: «La morte della collega però ripropone anche una serie di problematiche che la Direzione del Parco e il Ministero hanno ignorato e respinto in tutti questi ultimi anni. Innanzitutto, la necessità di modificare in estate gli orari di apertura della Parco Archeologico del Colosseo. Inutile parlare ogni anno di “emergenza caldo” come se questa fosse una novità: il cambiamento climatico è un dato di fatto e già da alcuni anni lavorare al Foro Romano dalle 10 alle 16.30 è insopportabile. Il Ministero della Cultura deve prendere atto di queste necessità e anticipare l’orario di apertura del Colosseo e del Foro/Palatino dall’inizio di giugno almeno a fine agosto, tanto più che a giugno e luglio, i mesi dell’altissima stagione, il numero di visitatori è estremamente alto e quindi diluire le entrate su un numero maggiore di ore non può che giovare al monumento, migliorando i flussi. Attualmente l’orario estivo di apertura del Colosseo alle 8.30 e del Foro alle 9 sono inadeguati. Abbiamo chiesto da 3 anni di anticipare l’apertura di tutto il Parco alle 7 e di posticipare di un’ora la chiusura. Queste modifiche andrebbero a giovamento della salute pubblica, di tutti: dei visitatori, delle guide e dei lavoratori interni. E vanno pensate e organizzate con largo anticipo, ora per il prossimo anno».

Continua la presidente di Agta: «Secondo, il problema dei percorsi all’interno del Colosseo: da anni chiediamo modifiche e miglioramenti. Ormai il turismo è fatto da un’enorme percentuale di bambini, anziani e persone con disabilità, oltre a persone con problemi fisici non classificabili come disabilità ma che rendono difficile muoversi. Al momento la nostra associazione ha ben due ricorsi al Tar contro il Regolamento del Parco del Colosseo, anche in relazione alle norme interne imposte dalla Direzione a guide e visitatori. Se il Parco non può consentire a tutti di usare l’ascensore per salire al piano superiore perché gli ascensori non sono sufficienti per tutti (ed è giusto, non bastano per tutti), non può neanche obbligare tutti a salire e scendere per le scale ripide del monumento, mettendo a rischio la salute di visitatori e operatori turistici, né obbligare le guide a firmare moduli se pensano che il gruppo non riesca fisicamente a salire. È necessario modificare e migliorare i percorsi interni e snellire le regole. E comunque occorre pensare seriamente alla realizzazione di altri ascensori: quelli attuali non sono sufficienti».

Sottolinea ancora Ruggiero: «A chi risponde da tre anni con un no alla nostra richiesta di allungare gli orari e a tante altre con motivi burocratici relativi a custodi e fondi e orari di pulizie ecc., replichiamo dicendo innanzitutto che l’allungamento dell’orario porterebbe più biglietti e più incassi, e poi chiedendo dove finiscono gli introiti del Parco da maggio 2024, da quando è terminata la concessione di CoopCulture: da allora, tutta l’organizzazione è stata presa in mano dal Parco, anche proprio con la giustificazione che in questo modo tutti i guadagni che prima andavano al concessionario privato sarebbero andati alle casse pubbliche. Se ne deduce che da più di un anno entrano al Parco e allo Stato molti più introiti di prima: perché non vengono usati per migliorare la fruizione del Parco?

Chiediamo quindi al nuovo Direttore del Parco del Colosseo, Quilici, di convocare quanto prima le associazioni di categoria e di istituire un tavolo permanente con loro al fine di ascoltare problematiche e proposte e arrivare a regolamenti e condizioni migliori sia per tutti quelli che lavorano all’interno del Parco (dipendenti e operatori esterni) sia per tutti quelli che lo visitano», conclude la presidente di Agta.

Redazione, 20 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

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