Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Un terminal fuori dalla laguna

 Un terminal fuori dalla laguna

Image

Anna Somers Cocks

Leggi i suoi articoli

Una proposta contro le «grandi navi»

«Naturalmente, la cosa migliore per l’ambiente sarebbe quella di non fare nulla», dichiara Paolo Costa, presidente dell’Autorità Portuale di Venezia che, ciò nonostante, sta facendo pressione per la realizzazione di un ampio canale attraverso la laguna, largo 120 metri nel suo punto massimo, per consentire alle navi da crociera di maggiori dimensioni di arrivare al terminal Crociere-Marittima di Venezia da una via alternativa, eliminando così il loro passaggio «in città». Parlando al quotidiano «La Nuova di Venezia» il 9 aprile, Costa ha lasciato intendere di ritenere che il danno alla laguna arrecato da questo progetto sarebbe un male necessario. «Durante i quattro anni in cui il Governo ha cercato una soluzione al problema delle navi da crociera, abbiamo perso il 10% del traffico, in un momento in cui l’industria delle crociere sta crescendo; per la città è una miniera d’oro».

Una soluzione alternativa che il Ministero dell’Ambiente sta valutando è la costruzione di una struttura per l’attracco interamente reversibile nel mare al largo dell’ingresso alla laguna al Lido, da cui i passeggeri delle navi da crociera verrebbero portati in città grazie a imbarcazioni speciali progettate per generare il minimo di scia possibile e nessuna emissione inquinante.

 

Salviamo la laguna

Con un molo di 940 per 34 metri progettato dalla società genovese Duferco, il nuovo porto potrebbe accogliere fino a cinque grandi navi da crociera e gestire uno sbarco di 24mila passeggeri al giorno. Servirebbero 26 mesi per la sua costruzione, a un costo di 144 milioni di euro, la stessa cifra necessaria per il canale caldeggiato da Costa.

I sostenitori del terminal al Lido sottolineano che non solo risparmierebbe la laguna da conseguenze che avrebbero gravi implicazioni per la stessa città di Venezia, ma sarebbe più economico da gestire sul lungo periodo, visto che le barriere mobili del Mose tra la laguna e il mare (il cui completamento è previsto per il 2017) dovranno restare chiuse per periodi sempre più lunghi a causa dell’inalzamento del livello del mare, rendendo impossibile il passaggio delle grandi navi. Alle condizioni attuali le barriere verrebbero chiuse 15 volte all’anno, ma tra appena 20 anni si potrebbe arrivare a 40 volte, creando grosse limitazioni nella tabella di marcia delle navi da crociera.

Duferco ha le competenze e la solidità per poter realizzare questo progetto, ribattezzato Venice Cruise 2.0: ha un giro d’affari di 4 miliardi di euro e ha già costruito numerosi porti e infrastrutture, ma deve competere con interessi sul breve termine, che di solito a Venezia prendono il sopravvento. Costa è un uomo potente a Venezia e Roma: ex presidente della Commissione per i trasporti e il turismo al Parlamento europeo ed ex sindaco di Venezia, gode del sostegno dell’attuale sindaco Luigi Brugnaro e del Governo regionale che vogliono continuare a portare le navi in laguna. Inoltre, recenti operazioni finanziarie remano contro qualsiasi riduzione degli affari del terminal Marittima.

L’Autorità Portuale di Venezia, l’ente pubblico di cui Costa è alla guida, possiede il 53% della società commerciale Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), che gestisce il terminal Marittima, valutata 50 milioni di euro, con riserve di capitale di 27 milioni. Lo scorso mese l’Autorità Portuale ha annunciato di aver venduto il 35% della Vtp per 24 milioni di euro a un consorzio di compagnie di navi da crociera (Msc, Costa Crociere, Royal Caribbean) e all’operatore portuale Global Liman, gestita con il nome di Venezia Investimenti srl. Con questa mossa è chiaro che i proprietari delle «grandi navi» stanno mostrando con forza il proprio ruolo attuale e futuro.

Nel frattempo, la fazione di chi si oppone a portare le grandi navi in laguna ha indebolito la propria influenza politica, dividendosi tra chi sostiene Venice Cruise 2.0 e altri, tra cui il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il Fai, che vorrebbero un trasferimento dell’intero giro d’affari delle navi da crociera alla città di Trieste. Dal momento che per Venezia si tradurrebbe nella perdita di 5mila posti di lavoro, non si tratta di una posizione ben vista in città.

 

Anna Somers Cocks, 20 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Una guida in 10 punti, partendo dai 50mila euro raccolti da Palazzo Madama a Torino per acquisire cinque smalti del prezioso scrigno medievale

In una rara intervista del 2005 l’Aga Khan descrive il suo approccio globale per aiutare le comunità islamiche ad aiutarsi, ripristinando al contempo il loro patrimonio del passato: non basta ricreare un ambiente fisico senza affrontare anche i problemi sociali che lo circondano. Solo così si crea  un «ambiente favorevole», dove possano fiorire la speranza, l'autosufficienza e la società civile  

Dopo sei anni alla Pilotta di Parma, da nove mesi guida il museo fiorentino, sempre più minacciato dal sovraffollamento (5 milioni di ingressi nel 2023): il nuovo direttore vuole attirare pubblico a Palazzo Pitti e a Boboli, senza sacrificare i 40 milioni di euro di ricavi annui, con novità e progetti, dal Museo della Moda alla nuova Tribuna, al 30% di spazio in più nelle 12 sale dei Nuovi Uffizi

Un antiquario parigino offre a 50mila euro cinque preziosi smalti di Limoges che si è scoperto appartenere alla decorazione del cofano, conservato in Palazzo Madama, del cardinale Guala Bicchieri, promotore della Magna Carta. Il museo torinese promuove un crowdfunding per raccogliere entro fine anno i fondi 

Un terminal fuori dalla laguna | Anna Somers Cocks

Un terminal fuori dalla laguna | Anna Somers Cocks