Il Museo Diocesano di Brescia ospita, dal 27 febbraio al 18 maggio, la mostra «Paolo Scheggi. L’Apocalisse, la morte, il sacro», a cura di Ilaria Bignotti, in collaborazione con l’Associazione Paolo Scheggi.
La mostra ripercorre per la prima volta un aspetto semisconosciuto della carriera di Paolo Scheggi, la ricerca elaborata dall’artista sui testi sacri (ai quali era stato introdotto, fin da giovanissimo a Settignano, da suo padre, fervente cattolico e legato alla Confraternita della Misericordia). Uno degli esiti più importanti fu una stesura registica per l’Apocalisse di San Giovanni a cui Scheggi lavorò tra il 1970 e il 1971.
L’«Apocalisse», che avrebbe dovuto esser messa in scena il 20 settembre 1970 in Piazza San Marco a Venezia, durante la 35ma Biennale d’Arte, non fu realizzata e fece invece da suggestione ai funerali dello stesso Scheggi, nel 1971. I confratelli portarono la bara seguendo le indicazioni tracciate dall’artista nei suoi appunti.
Per la prima volta in assoluto sono esposti cinque grandi disegni progettuali, realizzati negli ultimi anni di vita dell’artista, dedicati al tema della processione funebre e ispirati proprio al testo dell’Apocalisse, tra i quali una «Conversione di San Paolo» e una «Deposizione»
Il percorso espositivo presenta inoltre anche la grande installazione scultorea dei «6profetiper6geometrie» del 1971, l’ultima opera realizzata da Scheggi, fotografata da Ada Ardessi. Il rigore geometrico di quest’opera, composta da sei piedestalli di metallo e altrettante basi nere sulle quali poggiano solidi geometrici (cubo, piramide, sfera, parallelepipedo, cono e cilindro) è legato al messaggio profetico di Zaccaria, Osea, Geremia, Isaia figlio di Amos, Daniele ed Ezechiele. Quest’opera fu esposta alla Biennale di Venezia del 1972.
Completano il percorso le fotografie realizzate da Ugo Mulas (1928-1973) e Ada Ardessi (Sterna, Istria 1937). Gli scatti di «6profetiper6geometrie» realizzati da Ardessi all’inaugurazione della prima mostra in cui fu esposta l’installazione, alla Galleria del Naviglio di Milano nel 1971, campeggiano attorno all’allestimento attuale. Di Mulas la mostra accoglie una serie di dieci fotografie che documentano l’azione urbana «Marcia funebre o della Geometria, processione secondo Paolo Scheggi», una manifestazione a cura di Luciano Caramel. In collaborazione con Isisuf-Archivio Ada Ardessi e con l’Archivio Ugo Mulas.
Al termine del percorso si trova una delle opere più iconiche dell’artista, «Intersuperficie curva bianca» (1965).