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Una veduta del loggiato del Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila

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Una veduta del loggiato del Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila

A L’Aquila, la prima ala del nuovo MuNDA torna a splendere

La preziosità dell’arte abruzzese medioevale e rinascimentale, veicolata da un’imponente opera di riallestimento e ristrutturazione di un’area del Forte cinquecentesco, rinnovano il Museo Nazionale d’Abruzzo

Sedici anni di lavoro congiunto del Museo Nazionale d’Abruzzo, con il Ministero della Cultura e le amministrazioni cittadine e regionali, hanno portato al riallestimento e alla riapertura della prima ala del Munda de L’Aquila, quella sud-est del Forte spagnolo, il castello cinquecentesco dove il museo era ospitato dal 1951 fino al drammatico terremoto del 2009. Le opere, ora restaurate, hanno ritrovato una collocazione in un percorso ripensato, accessibile e interattivo, che parte dal Medioevo a arriva al Cinquecento. Gli spazi museali appena inaugurati sono aperti al pubblico dal 20 dicembre. Il passo successivo sarà il riallestimento e l’apertura di altri due percorsi, l’archeologico e quello dal Barocco all’Ottocento. Il direttore dei Musei del MiC, Massimo Osanna, durante la presentazione del nuovo MuNDA, ha annunciato l’inaugurazione degli ulteriori spazi entro il 2027, i lavori per l’area dedicata all’archeologia dovrebbero concludersi anche prima, nel 2026. Uno degli elementi che hanno accelerato il processo è stato la nomina del capoluogo abruzzese come capitale italiana della cultura per il 2026. 

La direttrice del MuNDA, Federica Zalabra, racconta il riallestimento: «Tutti noi siamo legati a questo luogo; ma in una struttura simile, è lei a decidere dove collocare le opere, dove bisogna fermarsi, dove aprire qualcosa». Al primo piano del Forte, ora si trova un percorso cronologico, composto da affreschi, a partire da quelli altomedioevali provenienti dalle chiese locali e collocati lungo la loggia; e poi da preziose tavole restaurate e nuove acquisizioni, come quella di Cola dell’Amatrice (Amatrice, Rieti, 1480 ca-Ascoli Piceno, ante 1550), «La famiglia del Gesù incontra la famiglia del Battista», acquisita nel 2023, o la «Dormitio Virginis» (1390-1400) del Maestro del Trittico di Beffi, maestoso esempio dell’arte abruzzese di fine Trecento, acquisita nel 2022. Oltre alla statuaria già presente, in legno e terracotta dipinta, tipica del territorio, la collezione è stata arricchita grazie ad accordi di deposito pluriennale con il museo di Castel Sant’Angelo a Roma, che ha ceduto una Madonna lignea con Bambino; e con il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, che, in seguito al restauro della sala dedicata a Donatello, ha consegnato al MuNDA l’Annunciazione di Tocco da Casauria (Pescara), in pietra della Maiella, opera dello scultore tedesco Walter Monich (XIV-XV secolo). Nel corso della ristrutturazione è emerso un passaggio nascosto sovrastato da volte affrescate che, dal primo piano, conduceva i castellani alla cappella degli appartamenti privati. Negli ambienti sottostanti, ora vi sono tre sale dedicate alla storia de L’Aquila, con installazioni immersive e una pavimentazione con stampa su vetro che riproduce un’antica pianta della città.

Una veduta della Sala di Celestino e Collemaggio al Museo Nazionale d’Abruzzo, L’Aquila

La direttrice Zalabra ha coordinato il processo di accessibilità e sicurezza sismica del Museo, ad esempio adottando supporti antisismici per le opere; oppure con l’allestimento di modelli tattili che riproducono le opere, grazie alla collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi. Infine, insieme a una società informatica, la direttrice ha ideato «Iride», un sistema multimediale inedito, costituito da un touch wall, una sorta di tela digitale nella quale è racchiuso tutto il percorso e le opere. Inoltre, una nuova guida è stata pubblicata da SilvanaEditoriale.

Il responsabile dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, Salvatore Provenzano, ha parlato di un finanziamento complessivo di 8 milioni di euro, tra il lavoro del MuNDA e il deposito dell’ex Mattatoio di Borgo Rivera, dove erano allocate le opere e che, in futuro, ospiterà il laboratorio del restauro, aperto al pubblico. Spiega Provenzano: «Far convivere i due cantieri, la ricostruzione e il riallestimento, non è stato facile. Ma abbiamo scelto di riaprire la prima ala del Forte entro il 2025. In questo momento la città ha grande bisogno di cultura». Mentre il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi, ricorda: «Da sempre, il Forte non è solo un museo, qui si veniva a passeggiare lungo il perimetro, si tenevano eventi nel cortile e nel fossato». Aggiunge il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio: «Si avvicina la speranza del completamento della ricostruzione, iniziata tanto tempo fa grazie alle risorse per i territori attraversati dalle calamità, ancora presenti nella recente manovra di bilancio».

Una veduta della Sala dei polittici del XV secolo al Museo Nazionale d’Abruzzo, L’Aquila

Letizia Riccio, 22 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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