Si avvia la marcia d’avvicinamento verso la Grande Brera, che culminerà il 7 dicembre prossimo con «Prima della Prima», l’inaugurazione di Palazzo Citterio, nel giorno della «Prima» della stagione scaligera. E a ritmare il percorso, il progetto «Aspettando la Grande Brera», con il concerto «Note a Margine» del maestro Nicola Piovani (il 18 luglio dalle 20,45) e il 25 luglio, alla stessa ora, con la pianista Beatrice Rana, che si esibirà in «Dvorak, Trio per pianoforte n. 4 Dumky in mi minore op. 90 (B.166)» con Sayaka Shoji al violino e Ludovica Rana al violoncello e «Ravel, Rapsodie Espagnole M. 54 per pianoforte a quattro mani» con Massimo Spada (biglietti 15 euro, brerabooking.org): artisti che non hanno bisogno di presentazioni. In entrambe le occasioni la Pinacoteca sarà visitabile dalle 19 alle 20,30. Altri appuntamenti sono previsti per l’autunno, mentre (dopo 52 anni di attesa!) inizia a delinearsi la fisionomia di Palazzo Citterio, che offrirà alla Pinacoteca di Brera nuovi spazi, destinati (al primo piano, in quella che era Casa Jesi) alle collezioni Jesi e Vitali, ricche di un centinaio di capolavori dei maggiori maestri del ’900 non solo italiano, quasi tutti esposti in teche protette e climatizzate, oltre che (nella Vitali) di pezzi archeologici di grande valore. Ma non solo: al secondo piano e negli spazi ipogei progettati alla fine degli anni ’80 dall'architetto britannico James Stirling si potranno presentare continuativamente due mostre in contemporanea: per l’inaugurazione ci saranno nello Spazio Stirling la personale di Mario Ceroli, con la Gnam di Roma, e al secondo piano una mostra a cura di Luca Molinari sulla storia architettonica del Palazzo di Brera dal Medioevo, quand’era il convento degli Umiliati, fino a oggi.
Con l’apertura di Palazzo Citterio, che sarà la prosecuzione della Pinacoteca di Brera (la sua ultima sala è la 39, la prima di Palazzo Citterio sarà la 40), si incrementerà ulteriormente il numero dei visitatori, che le proiezioni vedono, per il 2024, superare i 500mila ingressi annui (600mila, presumibilmente, con Palazzo Citterio), mentre i passaggi attraverso il palazzo, nei primi sei mesi del 2024, sono stati 800mila al mese. Del resto, la compresenza nel Palazzo storico di tante istituzioni culturali (l’Accademia di Belle Arti di Brera; la Società Storica Lombarda; l’Orto Botanico, che fa capo all’Università e che sarà collegato al «Giardino segreto» di Palazzo Citterio; l’Osservatorio Astronomico di Brera, parte dell’Istituto Nazionale di Astrofisica; l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere) oltre alla Pinacoteca di Brera e alla Biblioteca Braidense, come rileva Angelo Crespi, direttore generale delle due ultime istituzioni, fa di questo luogo un vero unicum, che prossimamente (grazie all’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere) potrà contare anche su un sofisticato laboratorio di diagnostica chimica e fisica, a supporto dei cinque restauratori che già operano in permanenza in Brera.
Molte le novità annunciate da Angelo Crespi, affiancato dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi: il progetto di allestimento di Palazzo Citterio innanzitutto, affidato all’architetto Mario Cucinella, fresco di Compasso d’Oro (per la Fondazione Luigi Rovati a Milano); la segnaletica, fondamentale in un tale labirinto, assegnata a Luciano Galimberti, presidente Adi, e i loghi e l’immagine allo studio Carmi e Ubertis, lo stesso cui si deve il logo e l’identità visiva degli Uffizi: per Milano stanno ridisegnando il marchio della Grande Brera, della Pinacoteca, della Biblioteca Braidense e di Palazzo Citterio.
Intanto, nel Cortile d’Onore del Palazzo di Brera, grazie agli «Amici di Brera» (che nel 2026 festeggeranno i cento anni: la più antica associazione di Amici di museo in Italia) sta avviandosi il restauro del «Pantheon degli illustri», cioè delle statue che circondano il Napoleone canoviano in nudità eroica, «perché si avverta immediatamente di entrare in uno spazio museale ma anche per ritrovarne l’identità perduta (salvo Parini, Beccaria, Manzoni, pochissimi conoscono gli altri personaggi e gli autori delle loro effigi)», spiega Crespi. E, da ultimo, dopo altre recenti acquisizioni, è appena entrato nelle collezioni della Biblioteca Braidense un importante manoscritto acquistato appositamente (per un milione di euro) dal Ministero della Cultura, che sarà presentato in autunno. Mentre, dopo la fortunata mostra «Baj. Libri in libertà» (oltre 60mila visitatori), da poco conclusa nella Biblioteca Braidense, Roberta Cerini Baj ha donato quattro delle opere esposte (Enrico Baj, «Auto-mitobiografia», 1983; Lewis Carroll, «La Caccia allo Snark», 1986; Raymond Queneau, «Picabaj e Bacasso», 1990; Giovanni Raboni, «Sull’acqua», 2003) alla Biblioteca stessa. In attesa di completare una costellazione museale che dovrebbe comprendere anche altre realtà vicine, dal Museo del Risorgimento alla Mediateca Santa Teresa, da rifunzionalizzare.
Che cosa non ci sarà dei progetti annunciati dall’ex direttore generale James Bradburne? Lo scalone pensato per rendere più spettacolare l’ingresso di Palazzo Citterio («sarebbero crollate le solette, commenta Crespi, oltre a creare diseguaglianze per il pubblico fragile») e la passerella aerea che avrebbe dovuto congiungere i due palazzi: un altro suo sogno che è stato accantonato, preferendogli il passaggio «via terra».
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