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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliDopo un lungo e accurato restauro, lo Studio d’arte Cannaviello riapre le sue porte al pubblico nella nuova sede milanese di via Pagliano 1. L’inaugurazione, prevista per il 23 ottobre 2025 alle ore 18, segna non solo l’inizio di una nuova stagione espositiva, ma anche il compimento di un percorso lungo 57 anni, durante i quali la galleria ha contribuito in modo significativo alla diffusione dell’arte contemporanea in Italia e all’estero.Fondata nel 1968 da Enzo Cannaviello a Caserta, con la prima personale di Mimmo Paladino, la galleria ha saputo attraversare stagioni artistiche diverse, mantenendo sempre uno sguardo attento alle pratiche espressive che coniugano ricerca, immagine e manualità. Negli anni Settanta, il trasferimento a Roma porta la galleria a confrontarsi con le avanguardie internazionali, ospitando protagonisti della Narrative Art, dell’Iperrealismo, di Fluxus, della Body Art e del Concettuale: da Christian Boltanski a Vincenzo Agnetti, da Urs Lüthi a Fabio Mauri.

© Studio d'arte Cannaviello 2025
Dal 1977, con il definitivo approdo a Milano, Cannaviello concentra l’attività sull’Espressionismo tedesco, promuovendo in Italia i Nuovi Selvaggi e altri interpreti fondamentali della pittura europea e americana, come Baselitz, Penck, Polke, Salle, Longo, Dubuffet. Una visione che ha sempre privilegiato la forza del gesto, la profondità dell’immagine e il valore dell'opera come oggetto “pensato” e costruito, anche quando realizzato con tecniche sperimentali o con mezzi tecnologici reinterpretati in chiave artistica. Per celebrare la riapertura, lo Studio d’arte Cannaviello dedica la mostra inaugurale a uno dei nomi più emblematici della scena artistica del secondo Novecento: Mimmo Rotella. La retrospettiva raccoglie oltre trenta opere realizzate tra il 1957 e il 2001, tracciando un percorso completo attraverso le diverse fasi della sua produzione, dalla stagione astratta ai manifesti cinematografici, dalle iconiche «Sovrappitture» agli «Originali multipli», in cui la ripetizione seriale lascia spazio all’unicità del gesto. Rotella, nato a Catanzaro nel 1918 e scomparso nel 2006, è stato il pioniere italiano della tecnica del décollage e unico rappresentante nazionale del Nouveau Réalisme, movimento teorizzato da Pierre Restany. Dopo gli anni formativi a Roma e il soggiorno negli Stati Uniti, dove entra in contatto con artisti come Rauschenberg e Pollock, sviluppa un linguaggio inconfondibile, capace di trasformare l’immaginario urbano – locandine, pubblicità, frammenti di vita quotidiana – in arte pura. La mostra propone lavori che mettono in evidenza la coerenza visiva della sua ricerca: manifesti strappati e ricomposti, che diventano forma astratta nei lavori degli anni Sessanta, ma anche racconto e memoria visiva nei grandi décollage cinematografici. Spiccano le già citate «Sovrappitture», in cui l’intervento pittorico dell’artista si sovrappone al supporto lacerato, e le altre opere serigrafiche trattate singolarmente con strappi e manipolazioni manuali, che rendono ogni pezzo un esemplare unico. L’esposizione rinnova anche il legame tra lo Studio d’arte Cannaviello e Rotella, già protagonista di una mostra personale nel 1998, nella precedente sede di via Cusani. A distanza di quasi trent’anni, la galleria celebra nuovamente l’artista in occasione di una riapertura che guarda al futuro con la solidità di una lunga storia e con la volontà di continuare a sostenere l’arte contemporanea nei suoi sviluppi più significativi.
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