Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliPalazzo dei Musei di Modena si «sdoppia» e agli storici spazi già destinati a Galleria Estense, Museo Civico, biblioteche Poletti ed Estense, Archivio comunale, Festival Filosofia, aggiunge ora un’ampia sezione retrostante, un tempo di pertinenza sanitaria. Qui, dove per secoli è stato attivo l’ex ospedale estense e poi ambulatori dell’Ausl, dopo i complessi lavori iniziati nel 2019, su mille metri quadrati del piano terra sono stati ricavati spazi per servizi museali, due sale per mostre temporanee di 300 metri quadrati l’una, tre nuove sale per il Museo Civico e un’area multimediale.
La riqualificazione realizzata dalle aziende Politecnica, Ingegneri Riuniti, CandiniArte, Razzetti e Bosazza e D’Adiutorio Costruzioni, per un valore complessivo di oltre 19 milioni di euro (finanziati nell'ambito del progetto «Ducato Estense» del MiC, Ministero della Cultura, per 800mila euro, e da Fondazione di Modena), ha anche visto il recupero tecnico dell’antico edificio e la razionalizzazione degli ampi cortili interni del complesso, nonché il riallestimento ai piani superiori delle sale espositive «Campori», «Sernicoli» e «Boni» del Museo Civico.
Contemporaneamente un altro cantiere si sta occupando, ai piani superiori dell’ex ospedale, dell’ampliamento delle Gallerie Estensi dirette da Alessandra Necci, su un’area di circa 2.700 metri quadrati (finanziato con 5 milioni di euro, fondi MiC e Pnrr). Terminata la prima fase, il progetto di riqualificazione proseguirà con la seconda, sempre ai piani superiori dell’ex nosocomio. L’intervento, del valore di circa 9,6 milioni di euro di cui 6 milioni finanziati da Atuss (fondi strutturali europei 2021-27 gestiti dalla Regione Emilia-Romagna), riguarderà principalmente una razionalizzazione degli spazi di pertinenza del Museo civico e della Biblioteca «Luigi Poletti», specializzata in arte e architettura. A raccontare tutto quanto è il volume Un palazzo per la cultura. Il progetto di riqualificazione dell’ex ospedale estense a Modena (Franco Cosimo Panini editore, Modena 2024, pp. 128, 30 euro). Curato da Giovanni Cerfogli, responsabile dell’intero restauro, Silvia Pellegrini, Francesca Piccinini, Cristina Stefani, il volume analizza in otto saggi la riqualificazione e la storia dell’antichissimo palazzo, che ha origine nel 1292 e diviene nel XVIII secolo l’Albergo dei Poveri della città.
Il palazzo ospita fino al 16 giugno la mostra «Franco Fontana. Modena dentro» (a cura di Lorenzo Respi e organizzata da Fmav), un inedito confronto tra 15 fotografie di Fontana (Modena, 1933) e artisti a lui contemporanei come Mimmo Rotella, Christo, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mauro Reggiani e altri.
Dall’ampio atrio dell’ala appena restaurata si sviluppa invece il percorso multimediale immersivo permanente «Avia Pervia» (motto che compare sull’antico vessillo del Comune di Modena). Illustra, in cinque tappe (anche in inglese), la vicenda storica della città: il legame con i suoi canali oggi interrati, i periodi medievale, moderno ed estense, le numerose trasformazioni del palazzo, il ritrovamento dei reperti archeologici in loco e gli istituti culturali qui ospitati. Questa ultima operazione è parte del progetto «Open Gate, una nuova porta della città», finanziato dal Fondo Cultura del MiC, che ha anche permesso la catalogazione digitale del patrimonio museale e dell’Archivio storico comunale nonché il restauro di una cinquantina di pezzi (coordinamento di Silvia Pellegrini del Museo Civico, realizzato da Bit Movies, Image Tools, Sustainable Transition).
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