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Redazione
Leggi i suoi articoliC’è un nuovo indirizzo da segnare sull’agenda dell’arte contemporanea: via San Francesco 34 a Padova, dove negli spazi storici di Palazzo Colonne ha aperto i battenti la nuova sede di 21Gallery, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento per il pensiero critico e l’arte visiva d’avanguardia. A inaugurare il nuovo spazio, completamente riallestito dal collettivo Fosbury Architecture, curatore del Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2023, è stata la mostra «AUDACI. Dalle avanguardie storiche agli artisti mascherati, l’arte del libero pensiero”, visitabile fino al 30 agosto 2025. Curata da Cesare Biasini Selvaggi, l’esposizione racconta l’audacia del gesto artistico attraverso più di trenta opere di protagonisti dell’arte italiana e internazionale del XX e XXI secolo. Tra i nomi più noti Yayoi Kusama, Cindy Sherman, Marina Abramović, Takashi Murakami, Giacomo Balla, Lucio Fontana, Francesco Clemente e Damien Hirst, affiancati da voci emergenti come Laika, Andrea Villa e Manu Invisible, artisti mascherati e antagonisti, portatori di una pratica silenziosa ma incisiva. «La mostra intende ricostruire, dagli inizi del novecento fino a toccare il nostro tempo, un percorso nell’arte del libero pensiero, nella ricerca audace, nella guerriglia eversiva, non scevra di aloni di follia e visionarietà, in espressioni disallineate, scomode, quindi spesso isolate, emarginate, impopolari, derise, ostacolate, ostracizzate, o addirittura censurate, di artisti che hanno operato e operano al di là del mainstream, che hanno indicato e indicano un’altra via possibile al nostro stare al mondo, che praticano una ricerca attivista, o meglio artivista, di frequente silenziosa, ma quantomai indispensabile strumento di resistenza con uno specifico potenziale di agire nel mondo. Parte tutto dal loro moto ribelle, della mente e dell’anima, che si fonde con la loro coscienza sociale e politica. D’altronde l’arte, per sua natura, è politica in quanto spazio relazionale», scrive il curatore. Con questa apertura, 21Gallery consolida un progetto culturale nato nel 2021 a Treviso dalla scelta di Alessandro Benetton di investire sulle idee del giovane imprenditore Davide Vanin con l’obiettivo di diffondere la cultura con particolare riferimento alle arti visive. La nuova sede padovana è diretta da Elena Comin, manager e collezionista, che nel suo saggio introduttivo al catalogo sottolinea lo spirito rivoluzionario di Padova: «che accolse l’innovativa visione di Giotto, che ruppe con la rigidità medievale per dare vita a una pittura più umana, più vera, più emozionante (non è forse suo il primo bacio della storia dell’arte?)».

Laika, «Self Portrait against the war», 2024. Courtesy 21Gallery
A partire da Giacomo Balla e dalle prime avanguardie del Novecento, il percorso espositivo si snoda attraverso una trentina di opere che tracciano una genealogia dell’irregolarità estetica e dell’indipendenza intellettuale. Il dialogo tra epoche, poetiche e media è orchestrato con rigore ma senza rigidità. Così l’elegante sintesi visiva di Alex Katz si confronta con la crudezza simbolica di un’opera urbana di Laika, mentre la spiritualità tormentata di Emilio Vedova trova un riflesso nell’equilibrio inquieto di Arcangelo Sassolino. La mostra non ambisce a spiegare, ma a evocare, a disturbare, a stimolare il dubbio. Nel suggestivo spazio della 21Gallery, tra colonne romane e la memoria storica di Palazzo Colonne, la curatela di Fosbury Architecture ha saputo creare un ambiente in cui passato e presente collidono in modo fertile. L’allestimento, sobrio e strategico, lascia che siano le opere a imporsi, con una disposizione che favorisce tanto il confronto quanto la contemplazione.
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