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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliIl progetto di valorizzazione «Radici», promosso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province dell’Aquila e Teramo, prevede, per sabato primo novembre (dalle ore 9 alle 13) il racconto del restauro della Chiesa di San Paolo, edificata presso l’antica città romana di Peltuinum (nei comuni di Prata d’Ansidonia e di San Pio delle Camere, Aq), lungo il percorso del Tratturo Magno, circostanza che conferma la sua importanza nei secoli passati.
Eretta tra il VII secolo e l'VIII secolo in stile romanico, le murature originali inglobano al loro interno elementi di epoca romana, il che fa supporre che la chiesa sorga sui ruderi di un edificio pagano. Nel XII secolo subisce un crollo e viene ricostruita con gli stessi materiali. Viene anche sopralzata, forse in occasione degli stessi lavori di ricostruzione. Si registrano anche interventi più tardi, forse del Cinquecento. L’edificio, tra le altre cose, venne anche menzionato da papa Innocenzo III in una bolla del 23 marzo 1118.
Più volte trasformata nei secoli, è stata a lungo inagibile e chiusa al pubblico per gli ingenti danni provocati dal terremoto del 2009. Con il sisma si sono infatti innescati cinematismi che hanno determinato un evidente principio di ribaltamento verso l’esterno della facciata, la rotazione sempre verso l’esterno della porzione più alta del prospetto retrostante, la flessione della parete destra con la disconnessione del paramento esterno; a causa di questi fenomeni sono avvenuti crolli localizzati e la compagine muraria si è lesionata in molti punti.
La chiesa viene riconsegnata alla comunità dopo un rilevante intervento di restauro gestito dall’ex Segretariato regionale MiC per l’Abruzzo e realizzato nell’ambito di una convenzione con l’Usra-Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila, con la direzione tecnica della Soprintendenza. L’intervento è stato orientato alla riparazione dei danni e al consolidamento delle strutture, con la risoluzione di alcune fragilità intrinseche alla costruzione che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza dell’occasione del sisma. È stata tutelata la conservazione del monumento nello stato nel quale è giunto ai nostri giorni, con il suo carico di storia impresso nelle murature, nelle forme, nei materiali.
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