Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliIl Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, dal maggio di quest’anno vede alla direzione Luana Toniolo. Archeologa (Monselice, Pd, 1983), è stata direttrice regionale dei Musei della Sardegna. Ha inoltre lavorato presso il Parco Archeologico di Pompei occupandosi di allestimenti museali, progetti di tutela, restauro, scavo e coordinamento delle pubblicazioni scientifiche del Parco e dell’Ufficio Unesco. È membro della commissione della Direzione Generale Musei per lo sviluppo delle linee guida per gli allestimenti museali del Sistema Museale Nazionale, e di un gruppo di lavoro per i progetti previsti dal Piano Nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr.
Direttrice Toniolo, quali sono state le prime azioni intraprese alla guida del museo?
Fin da subito la mia attenzione si è concentrata sul riaprire spazi chiusi al pubblico, come Villa Poniatowski e il Ninfeo di Villa Giulia, e sull’avviare progetti di riallestimento del percorso espositivo. Il museo ha la più grande collezione etrusca al mondo, ma deve riuscire a raccontarla meglio ai differenti tipi di pubblico, anche con l’aiuto delle nuove tecnologie.
Di recente è stato presentato il progetto di restauro del Ninfeo di Villa Giulia. In che cosa consiste?
Il restauro è stato possibile grazie a un mecenate, attraverso le donazioni con lo strumento dell’ArtBonus. Finalmente i marmi della pavimentazione torneranno a splendere nella loro policromia e le Cariatidi saranno riportate al loro splendore. Ma soprattutto, grazie a un contributo privato, per quattro anni sarà garantita la manutenzione programmata dell’intero bene culturale. Il Ninfeo è infatti estremamente fragile, sospeso tra l’acqua dell’Acquedotto Vergine e gli agenti atmosferici, per cui ogni azione di restauro rischia di avere una durata molto limitata nel tempo, oltre a essere sempre traumatico per la materia antica. La manutenzione programmata permetterà, grazie a piccoli interventi ripetuti ciclicamente, definiti e studiati dopo un attento monitoraggio del bene, di preservare il Ninfeo nel corso del tempo e in condizioni ottimali. La manutenzione programmata è infatti un tema su cui il MiC sta lavorando molto, proprio perché essenziale per conservare il nostro patrimonio. Poi riattiveremo anche le fontane: finalmente l’acqua tornerà a scorrere dalle personificazioni dei fiumi Arno e Tevere nel livello intermedio del Ninfeo, recuperando le antiche tubature.
Quali interventi sono previsti in futuro per Villa Poniatowski?
Sarà sede di importanti interventi collegati al Pnrr accessibilità, che permetteranno di recuperare spazi sia esterni che interni, riqualificando e rifunzionalizzando le architetture esistenti e creando giardini contemporanei che saranno restituiti a visitatori e cittadini, in quanto fruibili gratuitamente, indipendentemente dalla visita al museo. A breve, partiranno anche i lavori delle Concerie Riganti, che occupano lo spazio dove originariamente l’architetto Giuseppe Valadier aveva realizzato i suoi splendidi giardini e la passeggiata delle delizie. Un intervento importante per il museo, che amplierà moltissimo la superficie espositiva e che lo doterà di sala conferenze, spazi per eventi, ristorante, terrazze, bookshop. Sarà anche restaurata la storica fontana di Valadier, che diventerà un «giardino d’acqua» contemporaneo. Una grande sfida per il museo, soprattutto per la gestione, al termine dei lavori, di questi spazi enormi, ma che ci darà l’opportunità di diventare un vero e proprio polo culturale nel cuore della città.
Progetti espositivi per l’anno nuovo?
Il 2025 sarà ricco di eventi tra mostre e riallestimenti. Inizieremo ad aprile con una mostra «preziosa» e in tarda primavera apriremo una rassegna dedicata a Veio con materiali mai visti.
Lei si è occupata anche di installazioni immersive, ad esempio presso l’Antiquarium degli scavi di Pompei. Porterà iniziative simili all’interno del Museo Etrusco?
Assolutamente sì. Posso anticipare che un’installazione immersiva (che si dipana in tre diversi ambienti) è quasi terminata e altre installazioni che coinvolgono anche il giardino saranno presentate a maggio, integrando così le architetture della Villa con il racconto storico e archeologico.
Quali saranno i prossimi passi del museo sul fronte dei restauri e della ricerca?
Partirà il restauro della facciata di Villa Giulia e degli stucchi del giardino centrale che necessitano di un intervento importante e delicato. Parallelamente, con l’Istituto Centrale del Restauro si sta avviando il restauro del Sarcofago degli Sposi, con un primo progetto pilota su una parte dell’opera che permetterà di mettere a punto la metodologia da applicare su tutto il bene. Un intervento delicatissimo, frutto di un approccio interdisciplinare e della collaborazione tra i diversi Istituti del MiC. Nel contempo stiamo avviando convenzioni con i principali istituti ed enti di ricerca per lo studio della grande quantità di materiale conservata nei depositi e oggi non ancora conosciuta e per specifici approfondimenti legati ad analisi con nuove tecniche (analisi archeometriche). Ma anche progetti pilota che studiano l’impatto del museo a livello neurologico sull’osservatore, per misurarne l’interazione e l’empatia. Infine, il museo nel 2025 si proporrà come ente di ricerca: a breve presenteremo un’importante novità che allinea il Museo di Villa Giulia ad altri importanti musei europei. Sicuramente saremo i primi in Italia per questa attività.
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