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Il micromosaico con «Le colombe di Plinio», uno dei piccoli capolavori del Musei Vaticani

© Musei Vaticani

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Il micromosaico con «Le colombe di Plinio», uno dei piccoli capolavori del Musei Vaticani

© Musei Vaticani

I micromosaici dei Musei Vaticani, piccoli tesori delle arti decorative del ’700

Nella Sala Paolina II, all’interno delle Gallerie della Biblioteca, il nuovo allestimento dei preziosi oggetti realizzati con tessere minute e raffinate

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Arianna Antoniutti

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Vedute della Basilica di San Pietro, del Pantheon, del Foro Romano, ma anche colombe, farfalle, cigni. Sono i tanti soggetti, eseguiti con tecnica raffinata e tessere dalle piccole dimensioni, che decorano i mosaici minuti custoditi dai Musei Vaticani. Da sabato 17 maggio, il pubblico dei Musei del papa potrà ammirare il nuovo allestimento della collezione di preziosi oggetti in micromosaico, allestiti nella Sala Paolina II, all’interno delle Gallerie della Biblioteca. Qui, elegantemente allineati negli originali armadi settecenteschi, nati per custodire i volumi della Biblioteca, sono ora allestiti i piccoli tesori delle arti decorative del Settecento, in precedenza conservati in una sala delle Gallerie Superiori, aperta solo in occasioni speciali.

Venerdì 16, alle ore 18, il nuovo allestimento sarà presentato alla presenza di Suor Raffaella Petrini, F.S.E., presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dalla direttice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, di Alvar González-Palacios, storico dell’arte e di Luca Pesante, responsabile del reparto Arti Decorative. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming, sul canale YouTube dei Musei Vaticani.

«Nostalgia e invenzione», il titolo sotto il quale la collezione viene presentata, è preso in prestito dall’omonimo volume che Alvar González-Palacios ha dedicato alle arti decorative settecentesche, per lo studioso sospese fra «nuove ideazioni e ancestrali rimpianti». «Il micromosaico è una delle espressioni più sorprendenti dell’ingegno e della sensibilità artistica italiana, dice Barbara Jatta. Con questo nuovo allestimento, i Musei Vaticani confermano il loro impegno nella valorizzazione delle arti applicate, restituendo al pubblico uno sguardo rinnovato su una collezione unica al mondo».

La storia del mosaico moderno è strettamente connessa a quella vaticana, difatti, alla fine del XVI secolo, durante il pontificato di Gregorio XIII, venne creato un atelier di mosaicisti per la realizzazione degli apparati ornamentali di San Pietro. I dipinti della basilica furono progressivamente sostituiti con le più durevoli copie in mosaico e infine, nel 1727, sotto Benedetto XIII, l’atelier, con il nome di Studio del Mosaico Vaticano, fu posto alle dirette dipendenze della Fabbrica di San Pietro. «Il mosaico minuto o micromosaico, nell’accezione comune odierna, spiega Luca Pesante, fiorì a Roma nel tardo Settecento per diffondersi in brevissimo tempo in tutta Europa e oltre. La sua diffusione internazionale, favorita dai doni pontifici a diplomatici e sovrani, lo rese un oggetto estremamente ambito». 

Ora, grazie al nuovo allestimento, sarà possibile scoprire autentici gioielli come il micromosaico con le «Colombe di Plinio», o rarità come i cartoni preparatori dello «Scudo di Achille», un tavolo in mosaico realizzato su disegno di Michael Köck negli atelier vaticani, sotto la direzione di Vincenzo Camuccini, oggi conservato al Grand Trianon di Versailles.

 

 

Il nuovo allestimento della collezione, unica al mondo, dei micromosaici dei Musei Vaticani

Arianna Antoniutti, 15 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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