Già sede di prestigiose manifestazioni dedicate ad arte e architettura, Rotterdam propone dal 21 febbraio al 2 marzo la sua prima Biennale del Design colmando un evidente gap. Intitolata «What’s Real is Unfamiliar», la kermesse mira a posizionare la città olandese sulla scena mondiale come polo di rinnovamento creativo attraverso un vasto spettro di eventi temporanei, tra cui spicca uno speciale focus dedicato al design sperimentale e a urgenti questioni globali come diversità, giustizia sociale e sostenibilità. 

Dislocata tra centro, area portuale di Merwe-Vierhaven (M4H) e quartiere Zuid, la manifestazione nasce per iniziativa di Sarah Schulten-Citroen (Creative Strategist e consulente per realtà di spicco dell’arte e del design come Studio Drift, Daan Roosegaarde e Buro Stedelijk) e Liv Vaisberg, imprenditrice culturale e fondatrice di fiere internazionali come Collectible, IndependenT e Huidenclub, con vasta esperienza nel Benelux e a New York. «Fatta di costanti ricostruzioni, la storia di Rotterdam ha nutrito uno spirito orientato al futuro, che conferisce alla scena creativa locale un’identità unica che la Biennale rispecchia fondendo tradizione e innovazione, affermano le curatrici. Attraverso opere lungimiranti, la Biennale dà spazio a ricerche rivoluzionarie e soluzioni pratiche, incarnando il carattere diversificato e laborioso di una città in cui il passato motiva il presente e ogni realizzazione prefigura il futuro». 

Per quanto gli ambasciatori della mostra siano cinque creativi olandesi attivi a livello internazionale (la stilista Marga Weimans, l’artista e designer Sabine Marcelis, il designer di origine austriaca Laurids Gallé, l’artista Anna Aagaard Jensen e il designer Chris Kabel), la Biennale ambisce ad essere, come esplicitano le curatrici, una manifestazione aperta, basata su proposte che arrivano «dal basso». Oltre a collaborazioni con istituzioni, curatori e designer, il programma espositivo è stato infatti strutturato a partire da una open call internazionale.