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Scuola di Restauro (esterno)

© Ministero della Cultura © Accademia di Belle Arti «Mario Sironi»

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Scuola di Restauro (esterno)

© Ministero della Cultura © Accademia di Belle Arti «Mario Sironi»

A lezione di restauro nell’ex Mattatoio

Attiva da un anno, l’Accademia di Sassari dedica particolare attenzione alle architetture e ai manufatti lapidei e offre borse di studio nelle arti visive, nelle nuove tecnologie e nella scenografia

Olga Scotto di Vettimo

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Attiva già dallo scorso anno accademico, la Scuola di Restauro dell’Accademia di Belle Arti «Mario Sironi» di Sassari, con il primo corso abilitante alla professione di restauratore istituito in Sardegna (PFP1: materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell’architettura), ha sede all’interno del complesso dell’ex Mattatoio, area di circa 6.750 metri quadrati (circa 2.600 coperti), dismesso nel 1990 e ubicato di fronte al corpo centrale dell’Accademia, unica istituzione di alta formazione artistica in ambito regionale

Di proprietà del Comune di Sassari, la struttura è stata concessa in comodato d’uso gratuito trentennale all’Accademia, su intuizione del compianto ex direttore Antonio Bisaccia, che propose di rinominarla Ex-Ma.Ter. per sottolinearne il senso di luogo-matrice di didattica e attività culturali nel territorio urbano, distinguendola da altri Ex-ma rifunzionalizzati dopo la legge di abolizione dei mattatoi. «La scelta di aprire la Scuola di Restauro, sottolinea il direttore dell’Accademia Daniele Dore, si inserisce in un ampio programma formativo sempre più aderente alle esigenze e alla crescita dei territori dell’isola e rappresenta una grande opportunità di lavoro di alta qualità per i nostri giovani con l’acquisizione della qualifica di restauratore abilitato alla professione nel settore del restauro della pietra, con prospettiva di ampliare l’offerta anche ad altre tipologie di materiali. Nella stessa direzione va la scelta di aver partecipato quest’anno all’attivazione dei cicli di dottorato di ricerca con l’assegnazione di 4 borse di studio nei settori delle arti visive, nuove tecnologie e scenografia, ma anche restauro, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale». 

Attualmente sono agibili il corpo centrale principale e uno secondario, l’Auditorium da circa 400 posti e il corpo unico che ospita la Scuola di Restauro su 400 metri quadrati e 5 ambienti, alcuni con ampie vetrate. «Il progetto, ribadisce Giuseppina Manca di Mores, coordinatrice della Scuola di Restauro, si rivolge prioritariamente ad architetture e manufatti lapidei di età moderna e intende operare, in sinergia con le amministrazioni locali, per il loro recupero nei centri storici in tutta l’isola: in tale contesto i restauratori potranno costituire una preziosa realtà lavorativa e una risorsa di alto livello. La borsa di dottorato di ricerca per l’applicazione di tecnologie avanzate, digitali e multimediali al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale è stata attivata in collaborazione con la Fondazione Mont’e Prama, che cura la valorizzazione dell’eccezionale noto gruppo scultoreo delle statue in pietra nuragiche». La Scuola a ciclo unico quinquennale, che conta oggi 9 iscritti tra primo e secondo anno, è a numero chiuso (max 5 per anno) e prevede 4 prove selettive di accesso.

Olga Scotto di Vettimo, 23 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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