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Una veduta della mostra «Alex Israel. Fins», Gagosian, Roma, 2023

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Una veduta della mostra «Alex Israel. Fins», Gagosian, Roma, 2023

AI ruberà il lavoro solo a chi non è davvero bravo

Chiedetevi che cosa fate voi che l’AI non può fare. Ogni lavoro nel mondo dell’arte diventerà più creativo, più simile a una forma d’arte, ogni professionista più simile a un artista

Gretchen Andrew

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Gagosian, o meglio ChatGpt, è entusiasta di annunciare «Fins», la nuova mostra di Alex Israel inaugurata a Roma il mese scorso. Appena sopra la scritta «For immediate release» la galleria ha inserito «Press Release by ChatGpt». ChatGpt è un chatbot di Intelligenza Artificiale sviluppato da OpenAI. Si stima che nel solo mese di gennaio abbia raggiunto i 100 milioni di utenti attivi, diventando così la piattaforma con la crescita più rapida di sempre. Lo scalpore suscitato da questo comunicato stampa è emblematico di ciò che l’Intelligenza Artificiale potrà o non potrà sostituire nel mondo dell’arte. La formattazione, la tempistica e l’inserimento di «Comunicato stampa di ChatGpt» sono stati il brillante lavoro di un professionista delle pubbliche relazioni altamente qualificato e creativo. Le decisioni sono state al 100% umane.

Le nuove tecnologie non disintermediano quanto piuttosto svuotano il centro. Considerate l’impatto dell’istruzione online sul mercato universitario negli Stati Uniti. Gli aspiranti studenti vogliono ancora andare ad Harvard e Stanford, ma sono meno propensi a spendere per le costose università di medio livello. L’Intelligenza Artificiale avrà un impatto simile sui lavori nel mondo dell’arte. Se non fate il vostro lavoro nel mondo dell’arte in modo unico o di grande qualità, la tecnologia guidata dall’AI troverà un modo per rendervi obsoleti, qualunque sia il vostro mestiere.

Il mondo dell’arte è già un mercato in cui tutto dev’essere vinto, un’economia in cui i migliori ottengono una fetta molto grande dei profitti disponibili. Lo sport professionistico e gli attori di Hollywood sono altri due esempi. Negli ultimi cinque anni la pandemia, l’inflazione, la guerra e altri fattori hanno costretto molte gallerie a chiudere, mentre le gallerie di alto livello continuano a prosperare. L’Intelligenza Artificiale aggraverà la situazione.

La verità è che il mondo dell’arte è pieno di posti di lavoro, una percentuale molto piccola dei quali richiede effettivamente una conoscenza specialistica o una vera passione per l’arte. Ma potremmo considerare questo aspetto come una cosa positiva. La pressione o la concorrenza dell’AI ci costringono a considerare ciò che rende l’umanità, e in particolare voi, un valore. L’AI ci ricorda che non dovremmo cercare di competere con le macchine alle loro stesse condizioni. Dovremmo invece concentrare il nostro tempo e la nostra attenzione sulla creazione di quella cosa che chiamiamo «mondo dell’arte» a partire dalle lacune che la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale ci ha lasciato per prosperare.

Dal 2017 mi occupo di hackerare l’AI delle grandi tecnologie mostrando quanto l’arte e gli strumenti artistici come la metafora, il simbolismo, le sfumature e la complessità possano agire di fronte a quelle che sembrano essere tecnologie potenti ma che sono anche strutture fragili. Diamo un’occhiata ad alcuni lavori nel mondo dell’arte e pensiamo a come l’AI costringerà coloro che operano in questo settore a essere più creativi e più umani.

Storico dell’arte
Dobbiamo ricordare che l’AI è intrinsecamente orientata all’indietro, la sua immaginazione è letteralmente e tecnicamente legata a ciò che è venuto prima. La digital art history, in contrapposizione alla storia dell’arte digitale, sfrutta le tecnologie emergenti per far progredire il campo della Storia dell’arte attraverso strumenti sofisticati. Così come in campo medico l’Intelligenza Artificiale è più efficace degli esseri umani nell’identificare le cellule cancerose, probabilmente sarà più affidabile nel riconoscere le opere autentiche rispetto ai falsi. Le conclusioni sono guidate dall’AI, ma lo storico dell’arte deve convincerci del perché sono davvero significative.

Giornalista d’arte
Nella battaglia dei clic, l’AI sarà migliore di tutti noi, ma la stampa non è tutta uguale. L’AI causerà un’ulteriore separazione tra la redazione di notizie e il «giornalismo». Negli anni ’60 e ’70 un movimento letterario americano noto come New Journalism combinava la ricerca giornalistica con le tecniche della scrittura narrativa nel raccontare storie di eventi reali. Nel New Journalism l’importante era chi scriveva la storia. Ammettendo che i pregiudizi e le prospettive facevano intrinsecamente parte del processo di scrittura, i giornalisti sono diventati non solo dei trasmettitori di informazioni, ma anche degli «artisti» che cercano contemporaneamente di raggiungere la verità e di esprimere sé stessi. Le fake news non scompariranno con l’Intelligenza Artificiale. Uno scrittore, un giornalista, che ha un nome e una reputazione che mette in gioco ogni volta che pubblica, sarà sempre più autorevole e ascoltato.

Artista
Alcuni artisti sicuramente utilizzeranno l’AI come mezzo di comunicazione, altri come base della critica contemporanea, ma la maggior parte non lo farà. La storia dell’AI è nuova, ma la dichiarazione «quest’opera è stata creata da o con l’AI» resterà convincente solo un numero limitato di volte. Come mondo dell’arte o come società non siamo mai riusciti a sostenere la «Morte dell’Autore», come propugnava la critica letteraria di metà ’900 secondo cui le intenzioni e la storia personale di un autore non avrebbero più avuto un peso significativo nel determinare l’interpretazione della sua opera. La presenza nel comunicato stampa scritto da ChatGpt per la galleria Gagosian di frasi come «Israel è noto per» e «Israel invita lo spettatore» testimoniano la nostra perdurante ossessione per il «creatore» come persona con una storia e una prospettiva.

Collezionista
Il collezionista non sarà sostituito dall’AI. Mentre l’AI viene utilizzata per valutare le opportunità di investimento, come le valutazioni delle criptovalute, i veicoli di investimento in arte hanno ottenuto risultati contrastanti con altri approcci basati sui dati. La visione di tutti questi oggetti visivi creati dall’AI cambierà i nostri gusti?

Nel 2012 James Bridle ha coniato il termine New Aesthetic per riferirsi al modo in cui le immagini di derivazione digitale apparivano nella vita non digitale. Man mano che ci siamo abituati a internet abbiamo iniziato a utilizzare il suo linguaggio visivo in elementi fatti a mano della nostra vita: i motivi pixelati hanno iniziato a comparire su abiti e tessuti decorativi. E man mano che la nostra dieta visiva verrà informata dall’estetica dell’AI generativa, il gusto popolare si sposterà con essa, come è successo con la pubblicità e la Pop art.

L’impatto dell’AI sui posti di lavoro nel mondo dell’arte non sarà una questione di quali posti di lavoro, ma di quale livello. Chiedetevi che cosa fate voi che l’AI non può fare. È una domanda che ogni artista deve porsi. Chi sono io? Perché ho un valore unico? Forse un risultato possibile è che ogni lavoro nel mondo dell’arte diventerà più creativo, più simile a una forma d’arte, e ogni persona sarà più simile a un artista. In fondo, l’intelligenza non artificiale dietro la brillante mossa comunicativa di Gagosian «scritta da ChatGpt» è stata quella dello stesso artista Alex Israel.

Gretchen Andrew è un’artista il cui lavoro rivela le vulnerabilità dell’IA e il trionfo dell’arte sulle verità basate sui codici. Ha esposto al V&A, al museo di arte contemporanea Francisco Carolinum Linz, al Monterey Museum of Art e alla Mia Foundation

SPECIALE AI
 

Una veduta della mostra «Alex Israel. Fins», Gagosian, Roma, 2023

Gretchen Andrew, 27 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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