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Un'immagine di una edizione passata di ARCOmadrid

Foto cortesia di ARCOmadrid

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Ad ARCOmadrid luci sull’Amazzonia e sull’arte latino-americana

Inaugura domani la principale fiera spagnola d’arte contemporanea, giunta alla 44ma edizione. Dominano le presenze internazionali, pari al 67% dei 214 espositori (15 gli italiani)

Roberta Bosco

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L’Amazzonia, l’arte latino-americana e le nuove gallerie sono le protagoniste delle sezioni curate della 44ma edizione di ARCOmadrid, la più importante fiera d’arte contemporanea di Spagna, che si svolge dal 5 al 9 marzo (inaugurazione mercoledì 5 alle 18, alla presenza di re Filippo e della regina Letizia).

Nonostante la lunga lista d’attesa, anche quest’anno l’organizzazione della fiera ha deciso di non allargarsi oltre gli abituali due padiglioni dove sono ospitati i 214 espositori provenienti da 36 Paesi che per una settimana fanno di Madrid la capitale internazionale dell’arte contemporanea, muovendo un pubblico che l’anno scorso ha sfiorato le 100mila presenze. In quest’occasione sono 178 le realtà che compongono il Programma generale a cui si sommano le sezioni curate: Wametisé: idee per un futurismo amazzonico, a cura di Denilson Baniwa e María Wills, con 15 gallerie; la storica Opening, Nuevas Galerías dedicato agli spazi con meno di tre anni di vita, con 18 partecipanti, a cura di Cristina Anglada e Anissa Touati e la sezione Profili/Arte latino-americana, con 10 realtà selezionate da José Esparza Chong Cuy, che propongono altrettante mostre personali. Non manca lo spazio per l'editoria specializzata, ospitata nella sezione ArtsLibris, con un’ottantina di editori da venti Paesi.

Da quando la rassegna ha rinunciato alla formula del «Paese ospite», che per molti anni ha funzionato con grande successo, l’approccio tematico gravita sempre intorno all’arte latinoamericana e il programma dell’edizione 2025 conferma questa tendenza. «Proponiamo nuove possibilità di vedere il mondo ispirate agli stili di vita passati e presenti dell’Amazzonia, riflettendo su nuove modalità di creazione che rappresentano esistenze ibride tra corpi umani, vegetali, fisici e metafisici», ha spiegato la direttrice di Arco, Maribel López

Aumenta, anche se di poco rispetto agli anni precedenti, la presenza internazionale che raggiunge il 67% con 143 gallerie (71 le spagnole), tra cui spiccano le partecipanti latino-americane che superano il 32% con 46 gallerie di 11 Paesi, in prevalenza da Brasile e Argentina. 

Le gallerie con sede in Italia (comprese le «multinazionali») sono 15: 193 Gallery, Gilda Lavia, Francesca Minini, Massimo Minini, Monitor, Peres Projects, Pinksummer, P420, Prometeo Gallery di Ida Pisani, Almine Rech, Thaddaeus Ropac, Richard Saltoun, Martina Simeti, Studio Trisorio e Wilde

 

Roberta Bosco, 04 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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