Valeria Tassinari
Leggi i suoi articoliEdizione decisamente prudente quella delle 51 candeline di Arte Fiera, la fiera più longeva d’Italia, preceduta cronologicamente solo da Art Basel e Art Cologne.
Oggi, 6 febbraio, le sue porte si sono aperte solo su invito ma la prima sensazione è stata, un po’ come ormai da tradizione (forse più del solito) di trovarsi davanti a espositori che non vogliono rischiare. Prevale la pittura, in tutte le versioni, con i maestri più «classici» per il Novecento: Balla, De Chirico, Sironi, sempre diffusi e immancabili, gli astratti degli anni ’70, qualcosa degli anni ’80, forse meno di quanto ci si aspettasse.
In generale sono proposti formati medi, o medio-piccoli, che consentono di contenersi in range di prezzi che parte da 3mila euro e che raramente supera l’asticella massima che, ormai da diverse edizioni, a Bologna è fissata intorno ai 200mila euro. Stand in gran parte ordinati, con allestimenti molto puliti. Un mercato, ragionevole e riconoscibile, con poche sorprese e qualche pezzo bello che ti sembra di aver già visto in diverse occasioni.
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