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Scorcio dello stand della Galleria Russo

Foto di Valeria Tassinari

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Scorcio dello stand della Galleria Russo

Foto di Valeria Tassinari

Ad Arte Fiera pittura e ancora pittura

Balla, De Chirico, Sironi, gli astrattisti degli anni ’70 e poi tanto ordine e rigore in stand che preferiscono «andare sul sicuro» 

Valeria Tassinari

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Edizione decisamente prudente quella delle 51 candeline di Arte Fiera, la fiera più longeva d’Italia, preceduta cronologicamente solo da Art Basel e Art Cologne.

Oggi, 6 febbraio, le sue porte si sono aperte solo su invito ma la prima sensazione è stata, un po’ come ormai da tradizione (forse più del solito) di trovarsi davanti a espositori che non vogliono rischiare. Prevale la pittura, in tutte le versioni, con i maestri più «classici» per il Novecento: Balla, De Chirico, Sironi, sempre diffusi e immancabili, gli astratti degli anni ’70, qualcosa degli anni ’80, forse meno di quanto ci si aspettasse. 

In generale sono proposti formati medi, o medio-piccoli, che consentono di contenersi in range di prezzi che parte da 3mila euro e che raramente supera l’asticella massima che, ormai da diverse edizioni, a Bologna è fissata intorno ai 200mila euro. Stand in gran parte ordinati, con allestimenti molto puliti. Un mercato, ragionevole e riconoscibile, con poche sorprese e qualche pezzo bello che ti sembra di aver già visto in diverse occasioni. 

«There is so much we can learn from the sun» (2025) di Marinella Senatore. Cortesia di Mazzoleni. Foto di Valeria Tassinari

Valeria Tassinari, 06 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

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Ad Arte Fiera pittura e ancora pittura | Valeria Tassinari

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