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Redazione
Leggi i suoi articoliOggi 4 settembre è scomparso nella sua casa milanese, all’età di 91 anni, lo stilista Giorgio Armani, circondato dalla famiglia e con Leo Dell’Orco, il compagno degli ultimi vent’anni. La notizia è giunta inaspettata, perché Armani ha lavorato fino all’ultimo. Qualche giorno fa era stato diramato un comunicato in cui si ufficializzava l’acquisto de «La Capannina», il luogo in cui, negli anni Sessanta, aveva conosciuto Sergio Galeotti, che era poi diventato suo compagno di vita e di lavoro.
Inoltre, lo stilista alcuni giorni fa aveva chiesto di controllare per l’approvazione tutti i look della collezione dei 50 anni, quella che sfilerà questo mese, nella fashion week.
All’inizio di luglio un’infezione polmonare lo aveva costretto a un ricovero e a una convalescenza nella sua casa milanese di via Borgonuovo, impedendogli di partecipare alla sfilata della sua collezione di giugno. Già nel 2024 aveva avuto un contrattempo di salute: ma alle sfilate di giugno, dopo le dimissioni dall’ospedale, aveva voluto salutare i suoi ospiti dopo gli show. Lo scorso giugno, invece, la scelta di non partecipare alla sfilata. Erano seguite settimane serene: il compleanno, con i mille e mille auguri da parte di tutto il mondo della moda; la scelta di acquistare la Capannina; e soprattutto il lavoro sugli abiti.
L'estate era trascorsa tranquilla, nella casa di Forte dei Marmi, con la sua famiglia. Solo qualche giorno fa un lieve peggioramento per un malessere improvviso allo stomaco. Ma nulla che facesse presagire il peggio. Aveva ripreso a mangiare e a telefonare per essere aggiornato su tutto.
Era nato a Piacenza l’11 luglio del 1934, l’ultimo di tre figli. Dopo la guerra si trasferì a Milano, dove frequentò il liceo e si iscrisse a Medicina. Una strada solo in apparenza lontana da quella che avrebbe deciso di prendere dopo, perché l’anatomia è una scienza che sarà sempre presente, nel lavoro dello stilista. Era il 1953: dopo tre anni di Università, partì per il militare, e ritornò poi nelle aule della Statale. Nel 1957 andò a lavorare alla Rinascente, cominciando dalle vetrine, e attraendo qualche anno dopo l’attenzione di Nino Cerruti. Questi fece la conoscenza di Armani, e gli affidò una linea di abbigliamento.
La moda divenne la sua vita. Nel frattempo, aveva conosciuto Sergio Galeotti, un giovane intraprendente come lui, con cui costituì una coppia complementare: uno il manager, l’altro il creativo.
Nel 1975 nacque la Giorgio Armani, mietendo un successo dopo l’altro perché, per prima cosa, lo stilista capì che gli uomini e le donne «non erano più quelli di una volta». Decostruì le giacche e alleggerì i pantaloni degli uomini e vestì le donne pensandole sedute a una scrivania o di corsa a prendere un taxi.
Nel 1980 passò al cinema: il regista Paul Schrader lo contattò per disegnare gli abiti del suo «American gigolò». «Venne a Milano con John Travolta e io accettai», raccontava Armani, svelando il retroscena che inizialmente il protagonista non doveva essere Richard Gere. Nel 1982 arriva la copertina di «Time». «La copertina può soddisfare la mia vanità, ma è l’attenzione che hanno dedicato al mio lavoro che mi dà grande piacere professionale. Hanno capito il valore di un impegno che non consiste nel disegnare qualche modello, ma nel cercare continuamente di adattare un modo di vestire e di vivere, vivere, vivere, un’idea a una possibilità di riproduzione industriale», aveva dichiarato.
Creato il suo impero, celebre e invidiato, gli toccò resistere alle lusinghe delle offerte. Le prime sono arrivate negli anni Novanta, le ultime l’anno scorso. «L’azienda porta il nome del suo creatore e questo genera un legame fortissimo che sopravvive alla cessione del brand. E dello stesso mercato che esige la presenza del creativo e identificare in lui la creatività, il controllo e l’assidua attenzione».
In questi ultimi tempi ha deciso che cosa avrebbe dovuto succedere dopo di lui, dall’eredità stilistica alla nipote Silvana Armani e al compagno braccio destro Leo Dell’Orco: tutto fissato con la Fondazione e con le sue regole.
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