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Angelo Fiorio, fondatore della casa d’aste La Rocca

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Angelo Fiorio, fondatore della casa d’aste La Rocca

Addio ad Angelo Fiorio

È stato l’anima della storica casa d’aste della Rocca di Torino

Gianfranco Fina

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È mancato Angelo Fiorio, uno dei più noti antiquari piemontesi della «vecchia scuola», composta da quei mercanti d’arte apparsi nel secondo dopoguerra che portarono la moda dell’arredo antico nelle case della borghesia entusiasta, quella che si stava formando dopo la fine del conflitto mondiale. Figlio d’arte, il papà Secondino, persona generosa che negli anni più bui della guerra aveva ospitato nella sua cascina chiunque avesse bisogno d’aiuto, aveva nei primi anni ’50 aperto un’attività di mercante d’arte a Rivoli, nella quale erano confluiti i cinque figli. Angelo ed i suoi quattro fratelli abbracciarono con entusiasmo quella carriera, ma un particolare legame si creò con il minore, Mino, con cui fece tutto il lungo e felice cammino professionale.

Negli anni del boom economico a Torino spiccava la figura dell’antiquario Pietro Accorsi, determinante per il gusto della nuova ricca borghesia, ma che, per poter offrire ai clienti sempre mercanzia nuova, doveva necessariamente appoggiarsi anche ai pochi giovani antiquari che cercavano la merce in giro per l’Italia e l’Europa, ma che, non avendo una propria clientela, erano costretti a cedergli le cose migliori. Anche Angelo percorse questo tragitto, il primo approccio col «grande vecchio dell’antiquariato» avvenne nei primi anni Sessanta con l’offerta di tre poltrone torinesi del pieno Settecento di fattura particolarmente raffinata che, proposte in vendita dalla curia di Saluzzo, non avevano trovato acquirenti a causa della cifra considerata troppo elevata. Angelo ebbe il coraggio di comprarle e proporle con estrema umiltà e con un minimo margine di guadagno ad Accorsi, che le acquistò volentieri e che ancor oggi occupano un posto d’onore nel museo a lui dedicato.

Da allora nacque un lungo rapporto di lavoro e di amicizia che diede ottimi risultati e che portò Angelo e Mino a diventare tra i migliori antiquari degli anni ’70, noti sia per la competenza sia per la grande disponibilità nei confronti dei clienti e dei clienti. In quegli anni furono numerosi gli acquisti di antichi castelli comprensivi degli arredi antichi che poi venivano rivenduti alla miriade di negozianti che cercavano disperatamente quelle opere che oggi invece sono così poco apprezzate. Alla metà degli anni ’80 Angelo e Mino fondarono la casa d’aste della Rocca, intuizione coraggiosa che li mise in competizione contro le poche e ben più blasonate case d’asta allora operanti in Italia, e che, grazie alla gestione attenta e alla loro competenza specifica del settore, divenne un punto di riferimento dapprima per il mercato italiano e poi anche per quello internazionale. Tra le decine di aste fatte, ricordiamo solo quella della collezione Galesio nel 1998, in cui furono venduti molti capolavori della pittura italiana del XIX secolo, il cui il ricavato, particolarmente importante per l’epoca, per espressa volontà del testante fu interamente devoluto al Cottolengo e alla società Salesiana.

 

 

 

 

 

Gianfranco Fina, 25 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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