Massimiliano Cesari
Leggi i suoi articoliAldo Patruno dal 2016 è direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio di Regione Puglia, struttura nata con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i patrimoni culturali regionali (materiali e immateriali) e il turismo, quali strumenti per un diverso modello di sviluppo economico del Mezzogiorno. In precedenza, dal 2007 è stato Dirigente dell’Agenzia del Demanio, dove si è occupato di progetti di valorizzazione del patrimonio demaniale dismesso, tra i quali: «Valore Paese Dimore», «Valore Fari», «Valore Cammini». Da direttore del Dipartimento Cultura e Turismo, si occupa prevalentemente della pianificazione strategica nei due settori e della attuazione di progetti di qualità, a valere su fondi strutturali e di investimento europei, per la valorizzazione dei luoghi della cultura. Tra i progetti più recenti: «Smart-inPuglia», per la realizzazione di 120 Community Library su tutto il territorio regionale e la strutturazione di una rete integrata di «Cammini» turistico-culturali, come la Via Appia e la Via Francigena. Dal 2018 è vice presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene (Aevf) in rappresentanza delle regioni meridionali (Lazio, Campania, Molise, Basilicata, Puglia).
La Puglia negli ultimi decenni ha conosciuto una straordinaria crescita come meta turistica, sia a livello nazionale che internazionale. Avete adottato strategie particolari per raggiungere questo risultato? E di quale progetto è più orgoglioso?
Abbiamo lavorato tutti insieme (Regione, Pugliapromozione, Enti Locali, imprese e lavoratori) per destagionalizzare l’offerta oltre i mesi di luglio e agosto e oltre le località turisticamente più forti, diversificando il prodotto: non solo il mare, ma anche la cultura, i grandi eventi, l’enogastronomia, lo sport, il wedding, i cammini ecc. e incrementando il tasso di internazionalizzazione, ossia gli arrivi e le presenze di turisti stranieri che qualificano di più la domanda e la spesa. Sono particolarmente orgoglioso di avere investito sui Cammini e sugli Itinerari turistico-culturali, ottenendo il riconoscimento della Via Francigena nel Sud (da Roma a Santa Maria di Leuca) quale Itinerario culturale del Consiglio d’Europa e, quest’anno, della Via Appia Regina Viarum quale patrimonio Unesco.
È possibile coniugare la valorizzazione della cultura locale con l’offerta turistica?
Non solo è possibile, ma oggi è una delle condizioni essenziali nella competizione virtuosa tra i territori. La principale motivazione di viaggio nel mondo è infatti rappresentata dalla ricerca di esperienze e in particolare di esperienze uniche, straordinarie e, soprattutto, autentiche. E non c’è nulla di più autentico della cultura locale e delle identità delle comunità, con la propria storia, le proprie tradizioni, le bande, le feste patronali, le luminarie. Credo davvero che il successo della Puglia di oggi stia proprio nell’autenticità dei pugliesi e delle pugliesi, nel nostro essere autenticamente accoglienti.
La digitalizzazione nella cultura e nel turismo gioca ormai un ruolo determinante. Quali strumenti avete intenzione di sviluppare per migliorare l’esperienza turistica in Puglia?
Intanto abbiamo finalmente realizzato e implementato l’ecosistema digitale integrato del Turismo e della Cultura. La gran parte degli operatori sono oggi iscritti al Digital Management System (Dms) della Puglia attraverso il quale è possibile monitorare gli arrivi e le presenze, ottenere i codici di struttura (per contrastare l’abusivismo), misurare il sentiment dei turisti. Sul Dms è possibile, inoltre, scoprire l’offerta culturale e costruire i propri pacchetti di visita. E, sempre attraverso il Dms, è possibile navigare in CartApulia (la banca dati digitale del patrimonio culturale materiale e immateriale pugliese) e nella Digital Library regionale.
L’eccessiva pressione antropica in alcune destinazioni turistiche può nuocere al territorio, ma anche all’esperienza stessa dei visitatori, trasformando la Puglia in un «turistificio». Quali misure avete attuato per una fruizione lenta e sostenibile?
È fondamentale continuare a far crescere il turismo internazionale e distribuire sempre di più l’offerta sull’intero territorio regionale, riconnettendo la costa con l’entroterra, per spostare una parte dei flussi su borghi, aree interne e rurali, parchi e riserve naturali. Vanno esattamente in tal senso l’investimento sui Cammini e sul cicloturismo, ma anche le importanti misure del Pnrr per la valorizzazione dei borghi o delle architetture rurali.
Qual è il ruolo dei giovani nella promozione della cultura e del turismo? Quali programmi intendete sviluppare per coinvolgere le nuove generazioni nella valorizzazione del territorio?
Tutte le politiche regionali sono oggi ispirate a una strategia denominata «Mare a sinistra», che è il lato da cui si trova il mare (Adriatico) quando si torna in Puglia. Il turismo e la cultura rappresentano un’opportunità significativa per trattenere o riattrarre cervelli e talenti in Puglia. Rimanere o venire in Puglia per gestire un albergo, un b&b, un ostello, un ristorante, un museo, una biblioteca, un sito archeologico è una straordinaria occasione per incrociare offerta e domanda di lavoro, anche sfruttando l’enorme quantità di incentivi e aiuti messi a disposizione, soprattutto di giovani e donne, a valere sui fondi strutturali europei che la Regione Puglia ha dimostrato di saper spendere tutti, nei tempi dati e bene.
Che cosa desidererebbe che i visitatori portassero con sé al termine della loro esperienza in Puglia?
Il senso di benessere e di felicità che l’esperienza in Puglia, più o meno lunga (negli ultimi anni, sempre più lunga) genera. Il turismo del futuro, prefigurava anni fa Carlin Petrini (inventore di Slow Food) è quello in cui i cittadini residenti vivono felici: i turisti/cittadini «temporanei» arriveranno di conseguenza. Esattamente quello che sta accadendo in Puglia.
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