Particolare di «Madonna con il Bambino e santa Maria Maddalena» (1555-60) di Tiziano (Galleria Carlo Orsi)

Cortesia della Galleria Carlo Orsi

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Particolare di «Madonna con il Bambino e santa Maria Maddalena» (1555-60) di Tiziano (Galleria Carlo Orsi)

Cortesia della Galleria Carlo Orsi

Alla Biaf gli antiquari aprono i loro scrigni

Dipinti, sculture, mobili, suppellettili e disegni evidenziano il cambiamento del gusto dei giovani benestanti di oggi che, a differenza delle generazioni precedenti, per le loro dimore scelgono non più mobilio per arredare, ma pezzi da museo

Si apre il 28 settembre nel Palazzo Corsini uno degli eventi più attesi del mercato dell’arte e della vita mondana fiorentina, che non è certo quella del turismo «mordi e fuggi» bensì quella che si consuma all’interno di dimore, molte delle quali acquistate negli ultimi anni da stranieri (palazzi cittadini, ville in collina...) dove il lusso è spesso disegnato da grandi architetti contemporanei mescolando opere e manufatti che, come nel passato, spaziano dall’arte antica a quella di oggi. 

Alla Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze (Biaf), visitabile sino al 6 ottobre, magistralmente diretta per la decima volta dall’antiquario Fabrizio Moretti, dipinti e sculture la fanno da protagonisti, dalle tempere e oro su tavola raffiguranti «Due profeti» (circa 1385-90) di Simone di Filippo detto Simone dei Crocifissi, uno degli artisti più in vista usciti dalla bottega di Vitale degli Equi, alla «Madonna con il Bambino e santa Maria Maddalena» di Tiziano Vecellio, olio su tela, databile tra il 1555 e il 1560, da Carlo Orsi, nel cui stand troviamo anche una grande tavola del maestro rinascimentale olandese Frans Floris: «Susanna e i vecchioni», firmata e datata 1548, il «Ritratto di Étienne Michaux» di Jean-Baptiste Gauffier (1801), ma anche un artefatto unico nel suo genere, il «Capezzale con Assunta» realizzato da maestranze trapanesi nella prima metà del XVIII secolo. Quelli citati sono solo alcuni esempi della varietà di proposte che caratterizzano le 80 gallerie partecipanti. È sempre più nutrita la commissione del vetting che arriva a 55 esperti per coprire in maniera capillare tutti i settori e le epoche in mostra. 

«Ritratto di Étienne Michaux» (1801) di J.B. Gauffier (Galleria Carlo Orsi). Cortesia della Galleria Carlo Orsi

«È un ottimo momento per la pittura del Cinquecento, indica Carlo Falciani, esperto di dipinti di quel secolo: quella manierista in particolare gode di grande interesse internazionale, specie per i maestri maggiori, e questo lo si vede anche dall’andamento delle aste quando appare un importante inedito». L’Ottocento rivela opere notevoli come quelle esposte dalla Società di Belle Arti (Viareggio): «C’è molto interesse, anche storico, per il periodo neoclassico della fine del Settecento e per la prima metà dell’Ottocento, nota Fernando Mazzocca, esperto di pittura e scultura dal Neoclassicismo agli inizi del ’900. Si fanno ancora importanti scoperte e il livello delle opere scelte per la Biaf è decisamente alto». Enrico Colle, esperto del vetting, smentisce l’idea che il settore degli arredi sia in crisi, ritenendo anzi che «il mercato delle arti decorative sia addirittura in risalita rispetto ad alcuni anni fa. Il pubblico di collezionisti cerca però opere documentate, ben studiate, che abbiano una storia alle spalle». 

È indiscutibile che mobili, suppellettili, argenti, da varie edizioni siano in numero minore rispetto agli anni ’90 o ai decenni precedenti, poiché è cambiato non solo il gusto ma anche lo stile di vita: la contrazione demografica porta infatti i giovani benestanti a trovarsi la casa già «invasa» di mobili delle generazioni che li hanno preceduti e magari a preferire arredi di design. Resta da chiedersi se e quanto gli antiquari che si occupano di arredi e arti decorative sentano davvero la crisi. Bruno Botticelli, che quest’anno espone una boiserie alla certosina, ricorda che due anni fa la vendita più importante del suo stand fu proprio un tavolo firmato da Manzù. «Il pubblico di oggi è caratterizzato da una clientela raffinata che cerca oggetti speciali. Quanto avviene in una mostra come quella di Palazzo Corsini rispecchia la società attuale: i pezzi di maggior valore hanno prezzi immutati o addirittura più alti». 

Serie di otto candelieri (fine XVII-inizio XVIII secolo di manifattura fiorentina (Alessandra Di Castro). Cortesia Di Alessandra di Castro

«Bacco e Amore» (1780-90) di F. Tagliolini (Roberto Campobasso). Cortesia di Roberto Campobasso. Foto: Ugo Punzolo

Un concetto confermato da Alessandra Di Castro che tra le proposte del suo stand ha un rarissimo set di otto candelieri di bronzo cesellato e dorato di inizio Settecento e sei poltrone romane in stile neoclassico di un modello presente alla Galleria Borghese: «Non abbiamo oggetti di decorazione, ma mobili che possono stare in un grande museo di arti decorative come il Victoria and Albert di Londra: da noi un’istituzione del genere purtroppo non esiste, ma gli oggetti che circolano alla Biaf hanno una caratura altissima e non bisogna confonderli con il mobilio con cui un tempo si arredavano gli studi di professionisti che ora ha prezzi abbordabili. La caratteristica di oggi è esporre materiali inediti, da studiare». 

Anche Roberto Campobasso ritiene che ci sia un cambiamento di gusto: «L’arredo medio non trova più collocazione nelle grandi fiere come la Biaf. Le nuove generazioni hanno una propensione per il contemporaneo, il che andrebbe bene se fossero tutti mobili e oggetti di design, cosa che non sempre avviene. Io tratto quasi esclusivamente oggetti e pitture del Regno delle Due Sicilie. Quest’anno esporrò ad esempio una coppia di cassettoni napoletani, ma anche una scultura di Filippo Tagliolini, “Bacco e Amore”, eseguita da un modellatore in biscuit della Real fabbrica di Capodimonte proveniente dalla raccolta Farnese». 

Sulla stessa linea si pone Tomaso Piva: «Si cercano mobili importanti, opere internazionali, di gusto non provinciale, che si vendono sempre molto bene. I mobili francesi fanno da guida ma anche tra gli italiani ci sono oggetti di alto livello. Io presento una coppia di console lucchesi neoclassiche in legno laccato bianco e dorate col piano in marmo a mezzaluna, una tipologia molto ricercata. Ma nel mio stand ci sono anche sculture barocche veneziane e quest’anno una scultura Gandhara del III-IV secolo d.C.». 

Due console demi-lune (fine XVIII secolo) di ebanisteria lucchese (Piva&C). Cortesia di Piva&C

Analoga opinione esprime Pietro Cantore: «Non va più di moda venire per arredare la casa: ora si cerca l’integrità, il mercato non recepisce più le cose “medie”», ma aggiunge anche: «La cornice di Palazzo Corsini è uno scrigno, un’opera d’arte a sé ed è uno dei punti di forza di questa manifestazione, che la rende unica rispetto alle mostre organizzate negli edifici fieristici. Ogni stand è un piccolo gioiello, che valorizza i pezzi esposti, ma è certo più difficile portare opere di grandi dimensioni: questo vale per i mobili ma anche per dipinti o sculture».

Maria Cecilia Fabbri nota che «i disegni hanno goduto di grande attenzione negli ultimi anni, aumentando anche di numero col passare delle edizioni, con una forte selezione riguardo allo stato di conservazione». Uno stand tutto dedicato al disegno, nelle scorse edizioni era quello di Romano Fine Art; quest’anno però la scelta di Mattia e Maria Novella Romano si orienta verso il Novecento con, ad esempio, un notevole acquarello e matita su carta di Felice Casorati: «In Italia il collezionismo di disegni antichi non ha avuto un passaggio generazionale e il disegno è soprattutto oggetto di studio per accademici. Quest’anno vogliamo diversificare un poco le nostre proposte ed esponiamo anche i bozzetti in gesso di uno scultore cubano del Novecento, Agustín Cárdenas (1927-2001), meno noto da noi ma ben quotato negli  Stati Uniti».  

«Verso la Luce» (1984) di A. Cárdenas (Romano Fine Art). Cortesia di Romano Fine Art

Laura Lombardi, 23 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Alla Biaf gli antiquari aprono i loro scrigni | Laura Lombardi

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