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Uno dei locali del nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Foto © Matteo De Fina

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Uno dei locali del nuovo laboratorio di restauro della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Foto © Matteo De Fina

Alla Collezione Peggy Guggenheim apre un laboratorio di conservazione e restauro

È il risultato di oltre un decennio di impegno da parte del Dipartimento di conservazione del museo, che ha contribuito a fare dell’istituzione veneziana un punto di riferimento internazionale

Vittorio Bertello

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La Collezione Peggy Guggenheim apre un laboratorio di conservazione e restauro, uno spazio tecnologicamente avanzato che segna una svolta nel percorso di studio, manutenzione e cura delle opere collezionate nel corso di oltre trent’anni dalla mecenate Peggy Guggenheim. Il progetto nasce dal cuore della missione del museo: elevare l’arte a bene primario e collettivo, accessibile a tutti, e tutelarla come strumento di crescita personale e sviluppo del pensiero critico per le generazioni future.

Il laboratorio è il risultato di oltre un decennio di impegno da parte del Dipartimento di conservazione del museo, che ha contribuito a fare della Collezione Peggy Guggenheim un punto di riferimento per lo studio delle tecniche artistiche e dei materiali utilizzati dai più importanti artisti del Novecento.

Il laboratorio si distingue per il suo duplice carattere di «open lab» e «open storage»: parte delle sue attività è visibile al pubblico, offrendo ai visitatori l’opportunità unica di osservare da vicino il rigoroso e delicato lavoro quotidiano di conservazione mentre alcune sculture della Collezione, attualmente non esposte, trovano qui collocazione, divenendo così accessibili in un contesto che unisce studio, conservazione e narrazione museale.

Tra gli interventi attualmente in corso nel nuovo spazio figurano i restauri di un lavoro del 1912 di Robert Delaunay, di una coppia di lavori (del 1938 e del 1938-39) di Piet Mondrian, e di uno del 1946 di Jackson Pollock. Per queste opere, emblematiche dell’abitudine alla sperimentazione dei rispettivi autori, occorreranno interventi altamente specializzati, e il museo veneziano potrà cos diventare un interlocutore a livello internazionale anche nel campo della ricerca della scienza d’avanguardia applicata alla conservazione.

Il laboratorio sarà inoltre un centro di formazione e innovazione, aperto a giovani conservatori e studiosi che potranno apprendere le tecniche più avanzate e contribuire a progetti di ricerca, anche in collaborazione con enti accademici e partner europei. Il Dipartimento di conservazione partecipa infatti da anni a numerosi progetti sperimentali su materiali green e approcci sostenibili alla conservazione, contribuendo allo sviluppo di pratiche sempre più responsabili e consapevoli.

Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, ha dichiarato: «Con il nuovo laboratorio di restauro desideriamo confermare come la conservazione sia parte integrante della nostra responsabilità nei confronti del patrimonio artistico e della società. È un gesto di cura verso le opere che ci sono state affidate, ma anche un atto di apertura: rendere visibile il processo di tutela, condividere conoscenze e formare nuove generazioni significa rendere l’arte davvero accessibile, in senso profondo. Questo spazio è un ponte tra passato e futuro, tra studio e racconto, tra scienza e pubblico».

Vittorio Bertello, 29 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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