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Il castello di Neuschwanstein

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Il castello di Neuschwanstein

Il «castello delle fate» di Ludovico II nel Patrimonio mondiale Unesco

Non solo Neuschwanstein: altre tre residenze del monarca bavarese (Herrenchiemsee, Linderhof e Schachen) entrano nel «catalogo». Lo ha annunciato l’Onu

Vittorio Bertello

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Il «fiabesco» castello tedesco di Neuschwanstein e altre tre residenze di Ludovico II di Baviera sono stati inseriti nel Patrimonio mondiale Unesco. Lo ha annunciato a metà luglio l’Onu. Anche noto per essere stato fonte d’ispirazione per Walt Disney (che lo prese a modello per alcuni tra i suoi più celebri film d’animazione, tra cui «Biancaneve e i sette nani», «Cenerentola», «La bella addormentata nel bosco» e «Rapunzel», cioè «Raperonzolo»), Neuschwanstein, costruito nella seconda metà dell’Ottocento su uno sperone roccioso alto 200 metri nelle Alpi bavaresi, combina un aspetto medievale con caratteristiche tecniche e realizzative ultramoderne per l’epoca della sua creazione.

È il castello più visitato della Germania: ogni anno attrae quasi 1,5 milioni di turisti. È aperto al pubblico dal 1886 e da allora è stato visitato da 60 milioni di persone; è stato proposto come una delle sette meraviglie del mondo moderno. Nel 2013 ne è stato completato il restauro dopo 13 anni dall’inizio dei lavori.

Il castello di Herrenchiemsee

Le sue sale principali sono in gran parte decorate con affreschi scenografici raffiguranti leggende germaniche e nordiche, fonte di ispirazione per il compositore Richard Wagner, per il quale Ludovico II di Baviera nutriva un’ammirazione sconfinata e spendeva senza limiti. «Per i nostri castelli da favola, la favola diventa realtà: siamo patrimonio mondiale dell’Unesco», ha commentato su X il capo del governo regionale della Baviera, Markus Söder, che nella circostanza promette di «preservare questo patrimonio culturale e trasmetterlo alle generazioni future».

«È una grande responsabilità», ha dichiarato agli organi di stampa Peter Seibert, uno dei responsabili dell’amministrazione dei castelli bavaresi, sottolineando che queste dimore reali «sono diventate un’immagine della Baviera e della Germania all’estero».

Il castello di Linderhof

Nella stessa regione anche gli edifici reali di Herrenchiemsee, Linderhof e Schachen entrano a far parte del patrimonio mondiale. La dimora di Herrenchiemsee (357mila visitatori nel 2019) è stata costruita su un’isola del Chiemsee, un lago situato tra le città di Monaco e di Salisburgo. Ludovico II di Baviera lo aveva soprannominato «Meicost-Ettal», un anagramma della frase francese «l’Etat c’est moi», attribuita a Luigi XIV, monarca assoluto che il sovrano bavarese ammirava. Il castello di Linderhof è l’unico edificio commissionato da Ludovico II e completato durante la sua vita, nel 1878. Situato nelle immediate vicinanze di Neuschwanstein, riprende elementi dell’architettura barocca francese di Luigi XV, mescolandoli allo stile Rococò nato nella Germania meridionale.

Nel parco, che è uno dei più pregevoli della sua epoca e combina elementi del giardino barocco francese con quelli del giardino paesaggistico inglese, la grotta di Venere, interamente artificiale e concepita come rifugio personale del re, si ispira all’opera di Wagner «Tannhäuser». È dotata di un sistema di illuminazione che originariamente utilizzava macchine a dinamo in grado di simulare diverse ore del giorno e varie condizioni meteorologiche. L’ultima delle quattro nella lista Unesco, la dimora di Schachen è una sorta di grande chalet svizzero, dove Ludovico II amava festeggiare il suo compleanno e il suo santo patrono il 25 agosto. Si trova a 1.800 metri di altitudine, in un luogo grandioso.

Il villino-chalet di Schachen

Ironia della sorte, queste quattro dimore, che oggi sono l’orgoglio della Baviera, determinarono all’epoca la rovina del loro committente. I costi esorbitanti di costruzione indussero il governo bavarese a destituire il sovrano, oberato dai debiti. Dichiarato pazzo, fu arrestato a Neuschwanstein e internato nel castello di Berg, dove morì misteriosamente pochi giorni dopo, all'età di 40 anni, nel 1886.

Vittorio Bertello, 28 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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