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Simone Carraro, «Triccheballacche» (2023), dal progetto «La Sagra della Lucertola», Pietracamela (Te)

Foto Andrea Fiordigiglio

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Simone Carraro, «Triccheballacche» (2023), dal progetto «La Sagra della Lucertola», Pietracamela (Te)

Foto Andrea Fiordigiglio

Alla Fondazione Elpis per «Una Boccata d’Arte»

In attesa della nuova edizione del progetto a giugno, è esposta una selezione delle 100 opere allestite in altrettanti borghi italiani

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Milano, 2020: come il resto del mondo, tutti sono blindati nelle case per sfuggire al contagio. In quel clima angoscioso Marina Nissim, imprenditrice visionaria e innamorata dell’arte contemporanea, concepisce un progetto che, date le circostanze, appare folle: portare il lavoro di tanti giovani artisti in tutt’Italia con la sua Fondazione Elpis (speranza, in greco), muovendosi però solo lungo sentieri non battuti dal turismo, toccando borghi poco noti e impoveriti dal fenomeno dello spopolamento ma, come accade quasi ovunque in Italia, ricchi di arte, di storia, di tradizioni e di bellezze naturali.

Al suo fianco in quest’avventura, oltre all’agenzia creativa Threes, una figura non meno lungimirante e temeraria come Maurizio Rigillo, uno dei tre fondatori di quella Galleria Continua che, partendo dall’impareggiabile ma isolata San Gimignano, ha «colonizzato» il mondo globale dell’arte. Il titolo di quest’avventura che, a dispetto di tutto, prende subito il via, è «Una Boccata d’Arte»: grazie a essa, 20 artisti e artiste sono invitati ogni anno a ideare progetti, quasi sempre site specific, in altrettanti borghi italiani (uno per ogni regione), nutrendosi dell’incontro con il paesaggio e con l’eredità culturale e antropologica di ognuno di essi e, più ancora, intrecciando relazioni reciprocamente trasformative con la gente del posto, favorite dalla rete dei 20 professionisti locali che li affiancano.

Arrivato, in cinque anni, a quota 100 borghi, e in attesa dell’edizione 2025, che prende il via a giugno, il progetto «Una Boccata d’Arte» si racconta con comprensibile orgoglio nella mostra «Dove non sono mai stato, là sono», visibile dall’8 maggio al 6 luglio nella sede milanese di Fondazione Elpis, in via Lamarmora 26.

La mostra, che ovviamente presenta una scelta stringata delle cento opere, si annuncia sin dall’esterno del piccolo padiglione con «Abracadabra», «vela» triangolare del duo GRJB che l’ha concepito per Pietragalla in Lucania. Nel cortiletto posteriore ci sono il neon con cui Margherita Moscardini, a Corinaldo nelle Marche, ha contrassegnato una casa vuota destinata ai soli turisti; il «Phone User» di Judith Hopf (la statua di cemento di un tale che si fa un selfie ignorando tutto il resto) e un vaso giallo del progetto «Restrizione Emotiva» realizzato da Lucia Cantò per Malamocco, Venezia. Nel giardino anteriore i due banner di Agostino Quaranta immaginano il riapparire del Lago Fucino (prosciugato negli anni Quaranta) a Gioia dei Marsi, in Abruzzo, accanto a sculture in ferro di Binta Diaw, in pietra di Elena Mazzi e in vetro di Natália Trejbalová, in arrivo da Piemonte e Liguria.

Entrando, al piano terra, dopo le colonne di ceramica di Matteo Nasini (da Soverato Vecchia, in Calabria: la trasposizione in volumi solidi delle onde cerebrali di una persona profondamente addormentata, che evocano riti ancestrali della Grecia arcaica), ecco le opere su carta di Antonio Della Guardia, Gaia Di Lorenzo, Alice Visentin, cui si aggiungono due lavori site specific realizzati per la mostra: i tre imponenti pannelli di Simone Carraro e, lungo le scale, il murale di Mattia Pajè.

Al piano superiore va in scena la storia di «Una Boccata d’Arte» attraverso l’installazione «100 borghi, 100 opere, 100 artisti» di Atelier Tatanka, che ha creato un «mosaico» a pavimento di carte geografiche in cui s’identificano tutti i luoghi toccati dal progetto, mentre alle pareti si rincorrono le fotografie dei cento borghi con elaborazioni grafiche che nascondono, e al tempo stesso evocano, le opere d’arte di ognuno di essi. Al piano interrato, infine, dopo il lavoro di Simone Bacco che dà il titolo alla mostra, le sculture in gommapiuma di Sabrina Melis mostrano le pubblicazioni di questi anni, mentre accanto scorrono i video e i suoni delle cinque edizioni di «Una Boccata d’Arte».

 

 

 

 

 

 

 

Ada Masoero, 06 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Alla Fondazione Elpis per «Una Boccata d’Arte» | Ada Masoero

Alla Fondazione Elpis per «Una Boccata d’Arte» | Ada Masoero