Un esemplare della serie «Extrem Tourism» (2011) di Thomas Mailaender

© Thomas Mailaender

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Un esemplare della serie «Extrem Tourism» (2011) di Thomas Mailaender

© Thomas Mailaender

Alla Mep le belle immagini di Mailaender

Nel centro per l’arte fotografica contemporanea parigino le sperimentazioni visive dell’artista francese

Si intitola «Le belle immagini» la prima retrospettiva parigina per l’artista e fotografo francese Thomas Mailaender, classe 1979, che ha fondato parte del suo lavoro sulla sua passione per la fotografia amatoriale. L’artista multimediale, che lavora tra Marsiglia, sua città natale, e Parigi, è noto per le sue sperimentazioni visive che si traducono in un’originale opera fotografica, in cui non esita a includere elementi e materiali diversi né ad applicare e talvolta inventare tecniche diverse, ma che si esprimono anche su diversi altri supporti, dalla ceramica al collage. 

La Maison Européenne de la Photographie (Mep) apre le porte a Mailaender lasciandogli totale carta bianca. Nella mostra, visitabile dal 12 giugno al 29 settembre, sono allestiti diversi lavori, recenti e del passato, oltre che installazioni pensate appositamente per la mostra parigina, tra cui «Fail Anthology», «Extreme Retouch» e l’opera immersiva «Chemical Room». La mostra, cocurata da Simon Baker, direttore della Mep, si presenta «sotto forma di un laboratorio fotografico sperimentale in continua evoluzione, in cui la ricchezza delle proposte visive interrogherà il nostro rapporto con le immagini e le sue conseguenze quotidiane», spiega l’istituzione parigina in una nota. 

Mailaender colleziona in modo quasi compulsivo grandi quantità di immagini, per lo più fotografie di anonimi, spesso insolite, scovate nei mercatini delle pulci o nei negozietti dell’usato, ma anche immagini trovate su internet o negli archivi digitali. Negli anni l’artista ha riunito una collezione di oltre 11mila scatti da cui ha anche tratto un libro, The Fun Archive, una parte della quale è presentata nella mostra: «La fotografia è diventata un’attività democratica, tutti sono degli specialisti, si tratta solo di avere un’idea più brillante degli altri», aveva detto nel 2017 a margine del progetto «Photo Pleasure» realizzato per la fiera Unseen di Amsterdam insieme all’artista olandese Erik Kessel, con cui collabora regolarmente. Il lavoro di Mailaender mescola sempre in modo estroso il vecchio e il nuovo. È esposta anche la serie «Le belle immagini» (del 2010), che dà il titolo alla mostra, in cui l’artista rielabora scatti di agenzie di stampa, e «Illustrated People» (del 2013), nata da un procedimento originale: utilizzando delle lampade a raggi Uv, Mailaender ha riprodotto sul corpo di alcune persone delle immagini in negativo (precedentemente selezionate da un archivio storico) che proietta sulla pelle ustionata dai raggi; l’artista scatta quindi la foto, prima che l’immagine, impressa sulla pelle, sparisca. 

I lavori di Mailaender sono stati esposti alla Tate di Londra, al Palais de Tokyo di Parigi o ancora al San Francisco MoMa, ma raramente in Italia. Attualmente, in occasione della Biennale di Venezia, fino al 15 giugno, l’artista partecipa alla collettiva dello spazio Soap Culture. Sempre dal 12 giugno, ma solo fino al 17 luglio, la Mep propone anche, nei suoi spazi dello Studio, una personale di Anne-Lise Seusse, fotografa francese che si interessa alla questione del territorio e delle periferie.

Un esemplare dalla serie «Les Belles Images» (2010) di Thomas Mailaender. © Thomas Mailaender

Luana De Micco, 10 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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Alla Mep le belle immagini di Mailaender | Luana De Micco

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