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Carlotta de Volpi
Leggi i suoi articoliMancano pochi giorni all’appuntamento con l’Arte moderna e contemporanea del Ponte Casa d’Aste: gli oltre 100 lotti in catalogo verranno infatti battuti in due tornate dal 29 al 30 novembre, mentre dal 25 al 27 novembre le opere in vendita saranno visibili negli spazi della sede di via Pontaccio a Milano.
Freddy Battino, alla guida del dipartimento di Arte moderna e contemporanea della casa d’aste, osserva che «oltre a proporre opere di artisti assolutamente validi e affermati, da parte mia c’è la “presunzione” di presentare artisti italiani che forse non sono mai stati promossi nella maniera giusta, men che meno tramite asta».
Si tratta di un esperimento iniziato anni fa offrendo all’incanto lavori di artisti del Novecento italiano poco noti, se non addirittura sconosciuti non solo al mercato ma anche a esperti, storici dell’arte e galleristi. Un’intuizione che ha riscosso un notevole «successo a livello di vendite e accoglimento da parte di musei e fondazioni straniere». Lo scorso maggio, ad esempio, una scultura in legno di Renato di Bosso (1905-82), con stima di partenza di 8mila euro è stata aggiudicata a 125mila euro.
«Non propongo firme, ma propongo opere» aggiunge Battino, che si aspetta un record d’asta per Fausto Pirandello qui presente con il grande olio su tavola (150x224,5) «Bagnanti» del 1939, un’opera di qualità museale esposta alla XXII Esposizione Internazionale di Venezia (50-70mila) e per Ottone Rosai, di cui sono proposti due importanti oli su tela del 1920 (entrambi stimati 10-15mila). Potrebbero riservare piacevoli sorprese anche l’innovativa «Figura Futurista» in gesso, 1919, di Lorenzo Viani (10-15mila) e la poetica «Contemplazione (Tramonto)» di Scipione del 1928 (25-35mila).
Da segnalare inoltre due ritrovamenti di rilievo di Mario Albano, detto il «Notturnino», attivo dall’inizio degli anni Trenta: un olio su masonite e un’opera su cartoncino entrambi del 1938 e provenienti dalla Galleria del Milione di Milano (rispettivamente 4-6mila e 600-1.000).
Colpisce «Auto in corsa» del 1930-35 circa, di Bruno Munari: un olio su tela dai chiari riferimenti alle forme e ai colori della pittura futurista, interpretati però dall’artista e designer milanese con una sua personale lettura (30-40mila).
Tra i top lot troviamo dei lavori di qualità elvatissima, degni di un’asta internazionale: una rara (difficile trovarne una con plastica rossa sul mercato) «Combustione plastica» di Alberto Burri eseguita nel 1961 (250-350mila); l’olio su tela «T1952-41» (1952) di Hans Hartung, già della Galerie Beyeler di Basilea (150-200mila); l’esuberante «Black, Blue and Yellow (Blue Gouache)» di Sam Francis del 1956-58 (50-70mila). E ancora, ben sei opere di Alighiero Boetti provenienti da un’importante collezione privata italiana, tra le quali emerge «La metà e il doppio» del 1979, uno dei suoi numerosi lavori basati su regole e schemi geometrici (100-150mila).
Nell’ambito della scultura si segnalano il «Concetto spaziale» in ceramica colorata e riflessata di Lucio Fontana del 1960-65 circa (50-70mila) e un elegante marmo di Pablo Atchugarry (30-40mila).
Infine, due preziosi lavori su carta già appartenuti ai collezionisti Magda e Riccardo Jucker: «L’oiseau s’envole vers la zone où pousse le duvet sur les collines encerclées d’or», gouache di Joan Miró (35-50mila) e un delicato disegno a matita azzurra di Amedeo Modigliani del 1914 circa (30-50mila).

«Violarosso» (1963 ca) di Carla Accardi, stimato € 100-150mila. Cortesia Il Ponte Casa d’Aste
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