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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliGentile Direttore, nell’articolo pubblicato recentemente su ilgiornaledellarte.com intitolato «Il Ministro garantisce: le Accademie saranno università» di Guglielmo Gigliotti, sono riportati dati errati sui Conservatori italiani che desidero vengano corretti.
Si dice che i Conservatori «sono frequentati da meno del 30% della loro utenza da discenti di livello universitario, perché comprensivi degli anni corrispondenti al liceo». Non sono questi i dati ufficiali! Va innanzitutto chiarito che nell’iter della formazione musicale, come anche per la danza, l’età anagrafica non è indicativa del livello teorico-tecnico e artistico raggiunto dallo studente. L’iter infatti si sviluppa diversamente individuo per individuo e a seconda dello strumento suonato o del corso di studio frequentato. Per questo la legge (Dpr 212/2005) prevede l’iscrizione al Triennio anche prima del conseguimento della «maturità». Come dimostrano i più importanti concorsi internazionali di interpretazione musicale la maturità artistica dei vincitori è spesso raggiunta a 18/20 anni (anche prima), dopo oltre dieci anni di studio di cui almeno gli ultimi cinque di livello «superiore» rispetto agli obiettivi finali tarati sempre sul raggiungimento dell’eccellenza formativa (nello strumento, nel canto, nella composizione, nella direzione, nelle nuove tecnologie ecc.).
I dati sugli studenti e sul sistema Afam e musicale sono pubblicati nel sito Miur: http://statistica.miur.it/scripts/AFAM/vAFAM1.asp. Quelli macroscopici sono questi.
Il sistema Afam comprende 80 istituzioni statali e altre oltre 40 istituzioni superiori, con poco meno di 87mila iscritti. La parte musicale ha 49.192 studenti, pari al 56,5% del sistema. Gli iscritti alle Accademie di Belle Arti sono 26.068, pari al 30% del totale di un settore già molto piccolo nel suo insieme.
I Conservatori statali sono passati, dall’a.a. 2000/01, primo anno di applicazione della riforma, all’a.a. 2014-15 da 34mila a 42mila studenti, con un aumento del 23,5% degli iscritti.
Gli iscritti «universitari» sono per definizione quelli che versano obbligatoriamente la tassa per il diritto allo studio alle agenzie regionali, esattamente come per gli iscritti alle università. Nei Conservatori statali sono (dati ufficiali 2014-15) il 49,6% del totale. Nel 2000/01 erano l’8%, a dimostrazione della grande progressione fatta dai Conservatori in questi anni! Complessivamente gli studenti «universitari» negli istituti Afam musicali sono 24mila (20.814 nei Conservatori), una cifra non molto diversa da quella delle Aba. Studenti che però, a differenza di quelli delle Accademie, ricevono tutti lezioni individuali o di gruppo (spesso piccoli) nella maggioranza degli insegnamenti, sono molto più «difficili» da gestire e quindi hanno bisogno di una specifica organizzazione da parte degli istituti.
Si ricorda poi che la parte musicale è la più ricca di offerta di corsi, per l’enorme varietà di strumenti e tipologie d corsi: la legge prevede 67 diversi tipi di ordinamento triennale di primo livello e il Miur ha autorizzato 174 diverse diciture di biennio sperimentale (dal 2004), che per questo ha urgente bisogno di essere messo a ordinamento. Anche questo giustifica la diversa storica organizzazione territoriale delle istituzioni musicali rispetto a quella delle Accademie.
Per quanto riguarda il settore cosiddetto «preaccademico», esso rappresenta oggi il 35% degli iscritti nei Conservatori statali (che ancora stanno completando il vecchio ordinamento). Il 20% di questi iscritti, di varie età anche maggiorenni, hanno alle spalle una formazione specifica (oltre cioè a quella scolastica obbligatoria) di oltre cinque anni, sono cioè studenti quasi pronti ad accedere ai corsi triennali accademici che presuppongono una lunga preparazione professionalizzante antecedente spesso non garantita dall’offerta scolastica e anche privata. Anche le istituzioni Afam musicali, che rilasciano titoli equipollenti a quelli universitari, sono, assieme alle Accademie e agli Isia, vittime di una riforma lasciata aperta, mai conclusa, con problemi mai risolti che si sono accumulati negli anni rendendo impossibile attuare le soluzioni dovute e già individuate anche dalla Conferenza dei Direttori dei Conservatori.
Con i migliori saluti
Paolo Troncon
Presidente della Conferenza dei Direttori dei Conservatori di Musica Direttore del Conservatorio di Musica di Castelfranco Veneto
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