«Flag Face» (2019) di Andres Serrano (particolare)

© Andres Serrano. Cortesia dell’artiste e della Galerie Nathalie Obadia, Paris/Bruxelles

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«Flag Face» (2019) di Andres Serrano (particolare)

© Andres Serrano. Cortesia dell’artiste e della Galerie Nathalie Obadia, Paris/Bruxelles

Andres Serrano e la sua America

Al Musée Maillol di Parigi una riflessione sul tema dell’immagine in attesa delle prossime elezioni presidenziali statunitensi

Nel corso della sua lunga carriera, Andres Serrano, 73 anni, ha compilato con i suoi scatti uno dei ritratti più liberi e privo di complessi degli Stati Uniti e della sua società melting pot, scavando nei suoi demoni e nelle sue contraddizioni. Mentre si prepara una nuova campagna elettorale per la Casa Bianca, in vista delle elezioni di novembre, il parigino Musée Maillol propone (e non a caso), fino al 20 ottobre, la mostra «Andres Serrano. Ritratti d’America». Una mostra quasi militante. Il museo scrive: «La campagna che si profila per eleggere il 47/o presidente degli Stati Uniti sarà senza dubbio di una violenza estrema, tanto profonde e molteplici sono le fratture della società americana e divergenti le aspirazioni. Con occhio obiettivo, Serrano, continua il museo, ci invita a riflettere su ciò che l’immagine ci fa vedere, al di là della trappola che costituisce il suo raffinato estetismo. Dietro la bellezza di una croce, la sofferenza; dietro l’acciaio lucido di una Colt, la morte; dietro la forma pittorica di un cappuccio, l’odio e il razzismo. Speriamo che le serie fotografiche presentate permetteranno di comprendere meglio le sfide che stanno lacerando l'America in attesa del suo nuovo presidente, da cui dipenderà in gran parte il futuro del mondo per gli anni a venire». 

Il Maillol allestisce, senza seguire nessuna logica cronologica, alcune delle serie più emblematiche di Serrano (nato nel 1950 a New York, dove vive), realizzate dagli anni ’80 ad oggi. La sua passione per l’arte si era formata in giovane età davanti ai capolavori rinascimentali del Metropolitan. Per il Maillol la dimensione scultorea ed estetica delle sue immagini rinvia a Caravaggio e Géricault. Lo stesso Serrano preferisce definirsi «artista con la macchina fotografica», dicendosi «guidato» da Duchamp. Gli Stati Uniti si mettono a nudo davanti al suo obiettivo. È allestita la serie «Nomads» (1990) realizzata tra i marginali e gli esclusi dal sogno americano. Un tema tornato anni dopo nella serie «Residents» dedicata ai senzatetto di New York (2014), ai quali Serrano restituì dignità umana. Sono presentate anche le serie «The Klan» (1990), «Objects of Desire» (1992), sull’ossessione degli americani per le armi da fuoco, e «Immersion» (1987-90), che fece scandalo per il «Piss Christ», una delle opere più controverse di Serrano, accusato di blasfemia per aver immerso un Cristo crocifisso in un boccale di liquido giallo, la sua urina. Un'altra delle serie che lo ha reso famoso è «The Morgue» (1992), in mostra anch’essa a Parigi, in cui Serrano, riconosciuto un maestro del ritratto, fotografa con perfezione estetica i cadaveri di un obitorio di New York, catturando l'ultimo soffio di vita che traspare nei primi momenti dopo la morte. Non poteva mancare in questa mostra Donald Trump, del quale Serrano, in un lavoro sull'America post-11 settembre, scattò un ritratto nel 2004, prima dell’impegno politico, quando era ancora per tutti solo un uomo d’affari miliardario. A Trump Serrano ha dedicato anche uno dei suoi ultimi lavori, «The Game: All Things Trump» (2018-19), per il quale ha raccolto, con approccio enciclopedico, più di 500 oggetti relativi alla vita dell’ex presidente Usa. 

«Pieta Cadmium Red» (2023) di Andres Serrano. © Andres Serrano. Cortesia dell’artiste e della Galerie Nathalie Obadia, Paris/Bruxelles

Luana De Micco, 19 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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Andres Serrano e la sua America | Luana De Micco

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