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Lidia Panzeri
Leggi i suoi articoli«Ci hanno criticato perché l’iniziativa sarebbe estemporanea, limitata a un giorno, ma noi volevamo dare un segnale di ottimismo e, insieme, mettere un punto fermo a una vicenda che arriva a conclusione dopo vent’anni». Così Vincenzo Tinè, soprintendente del Veneto per la sezione archeologia.
L’evento, a cui si riferisce, è l’inaugurazione, il 12 dicembre, alla presenza del governatore del Veneto, Luca Zaia del Nuovo Museo Archeologico Nazionale di Altino, il cui primo nucleo risale al maggio del 1960.
Al primo edificio, del tutto insufficiente a contenere i numerosi reperti rinvenuti negli scavi, si sono aggiunti i due casoni, già acquistati nel 1980 dal Ministero e ora restaurati, e i tre edifici di raccordo, di nuova costruzione: un importo di spesa complessiva, spalmata nel tempo, con un investimento iniziale di 500mila euro, fondi Arcus, e una tranche finale di 6 milioni di euro di cui 1 milione e 200mila di fondi Arcus e i restanti 4 milioni e 800mila con fondi europei, ottenuti tramite la Regione. Risolto il problema strutturale occorre trovare le risorse per l’allestimento, per cui esiste già un primo progetto.
L’edificio antico sarà riservato ai mosaici; il primo casone accoglierà la parte principale delle collezioni: al piano terra i reperti preistorici; al primo quelli della città romana; al secondo la necropoli. Nel secondo casone saranno sistemati gli uffici, l’archivio e, nella barchessa, il lapidario. I nuovi edifici comprenderanno i servizi, i laboratori di restauro e fotografici e i depositi. Il riordino comporta un’ulteriore spesa di 3 milioni, di cui un terzo già disponibile.
Il giorno 12 è stato inaugurato il nuovo allestimento del vecchio museo e, nel contempo, allestite, a titolo dimostrativo, alcune vetrine nei nuovi edifici. Che però saranno riaperti al pubblico, per la parte resa possibile dai fondi disponibili, solo all’inizio della prossima estate: in tempo perché vi affluiscano i turisti delle numerose spiagge vicine, da sempre il core business di Altino.
Tra le scoperte degli ultimi 15 anni, dovute proprio ai lavori di scavo nel cantiere dei nuovi edifici, quella di un santuario, un’area sacra risalente al X secolo a.C. che ha permesso di retrodatare gli inizi di Altino di almeno tre secoli.
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