Redazione
Leggi i suoi articoliNasce come «spin-off» del Corso di Alta Formazione «Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate» (realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione Cariplo, la collaborazione di Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e di Digit’Ed, il contributo scientifico di Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali e il patrocinio del Ministero della Cultura) il «position paper» L’occupazione culturale in Italia, a cura di Franco Amato, Lucio Argano e Michele Coppola (168 pp., Nino Aragno Editore, Torino, € 30,00).
In un periodo di profondi cambiamenti nella mentalità collettiva e di una generale restrizione nella disponibilità di risorse economiche, si avverte la necessità di un atteggiamento mentale aperto alle novità e di una visione ampia della cultura. Le Fondazioni bancarie, attori principali di sviluppo in questo settore, già negli ultimi anni hanno allargato i confini della categoria «cultura», comprendendovi per esempio la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva, il tema dei diritti e delle responsabilità, quello di un’informazione consapevole o, ancora, quello del paesaggio.
Ma questi enti si sono anche trovati a dover cambiare in corsa le loro strategie di intervento, in una evoluzione accelerata anche da fenomeni diffusi di «policrisi» economico-sociali: sono passati da un’azione di puro mecenatismo a un genere di intervento più proattivo, facilitando le progettualità, aiutando nella selezione di nuove iniziative, collaborando all’individuazione di nuove opportunità.
Alla luce delle ultime trasformazioni il ruolo delle Fondazioni è anche quello di orientare i progetti a particolari forme di sostenibilità economica e al ricorso a risorse private, in un mercato del lavoro che nello specifico settore della cultura è pervaso da una profonda trasformazione: sono oltre 70 i nuovi profili e le nuove competenze. Di questi il 66% è definibile come «cross-settoriale».
Da notare infine le conseguenze della diffusione delle nuove tecnologie, a partire dall’Intelligenza Artificiale. Il report «The Future of Jobs» del World Economic Forum rileva che nel prossimo quinquennio il 23% dei lavori odierni cambierà per effetto dell’innovazione tecnologica e che nel 2027 il 43% delle attuali mansioni verrà svolto da una macchina. È fondamentale quindi in un panorama così variegato sviluppare professionalità che sappiano affrontare queste rapide evoluzioni.
Il libro si articola in otto capitoli, più un nono conclusivo. • Una panoramica del lavoro culturale in Italia. • Una definizione del perimetro dell’occupazione culturale. • Considerazioni su patrimonio, spesa pubblica, consumi e valore aggiunto del settore culturale. • Un capitolo specifico sull’occupazione culturale. • Alcune proposte sul lavoro culturale e una rassegna dei provvedimenti legislativi più recenti. • I progetti del Pnrr nel settore della cultura. • Le attività di Intesa Sanpaolo a sostegno della cultura. • Un focus sulle retribuzioni nel settore dei musei, dei teatri di prosa, delle fondazioni liriche e dei teatri di tradizione.
Come si legge nelle considerazioni conclusive, «è evidente la necessità di un approccio sistemico e strategico che richiede un patto dialettico e collaborativo tra politica, istituzioni e realtà culturali pubbliche e private del settore e che deve prevedere anche il coinvolgimento attivo degli stessi operatori e dei professionisti della cultura, chiamati a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, dalla partnership pubblico-privato, dalle moderne pratiche di funding, dall’internazionalizzazione e da una gestione innovativa ed efficiente dei beni e delle attività culturali».
L’8 febbraio, alle ore 16, a Cuneo, presso la Villa Tornaforte Aragno, si terrà un incontro dal titolo «L’occupazione culturale in Italia: un’analisi», in cui verrà presentato il volume. Saranno presenti i curatori Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e direttore delle Gallerie d’Italia, e Franco Amato, docente e scrittore.
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