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Arpita Singh, «My Lollipop City: Gemini Rising», 2005

Vadehra Art Gallery. © Arpita Singh

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Arpita Singh, «My Lollipop City: Gemini Rising», 2005

Vadehra Art Gallery. © Arpita Singh

Arpita Singh: i miei primi sessant’anni d’arte

La carriera artistica dell’artista indiana viene ripercorsa alla Serpentine North a Londra

Alla Serpentine North di Londra si aprirà il 20 marzo (per chiudere il 27 luglio) «Remembering», prima mostra personale istituzionale dell’artista indiana Arpita Singh nella capitale britannica. L’allestimento ripercorre i 60 anni della prolifica carriera della pittrice.

Singh è considerata una figura di artista pioniera dell’era post-indipendenza in India. Nata a Baranagar nel 1937, emerse negli anni Sessanta, sviluppando una pratica pittorica che coniugava istanze surrealiste e figurative con le narrazioni della pittura di corte indiana. Nel corso del tempo Singh si è impegnata nella sperimentazione, creando uno stile estetico che riunisce la pittura popolare, le tecniche di tessitura, la mitologia indiana, le mappe urbane e i titoli dei giornali. Negli anni Settanta e Ottanta l’artista si era avvicinata all’astrazione, utilizzando penna, inchiostro e pastelli per formare linee dinamiche e perforazioni sulla superficie per creare strati e texture.

«Remembering» alla Serpentine North spazierà da dipinti a olio di grandi dimensioni ad acquerelli più intimi, a disegni ad inchiostro. In un olio su tela del 1990, per esempio, «Devi Pistol Wali», l’artista immagina la figura della dea Devi dalle molte braccia vestita di un sari bianco, in piedi sul corpo di un uomo disteso: è un esempio di utilizzo di miti indiani e racconti folcloristici calati nella realtà contemporanea. Un altro tema frequente è quello dei paesaggi urbani. «My Lollipop City: Gemini Rising», realizzato nel 2005, rappresenta un uomo e una donna in piedi, uno sottobraccio all’altra, che paiono levitare tra nuvole, aerei e un toro; sotto, una sorta di carta geografica urbana popolata da uomini vestiti di nero, con vari indizi che ricollegano questa città stilizzata a New Delhi.

Arpita Singh ha dichiarato: «Remembering attinge a vecchi ricordi da cui sono emerse queste opere. Che io sia consapevole o meno, c'è qualcosa che sta accadendo all’interno di me. È così che scorre la mia vita. La Serpentine è una galleria conosciuta e consolidata. Avere una mostra personale in un luogo del genere è per me un piacere, un onore e una sorpresa».

Bettina Korek, ceo, e Hans Ulrich Obrist, direttore artistico, hanno dichiarato: «È la prima mostra istituzionale di Londra di Arpita Singh, una delle pittrici più singolari dell’India, che per oltre mezzo secolo ha prodotto un cospicuo corpo di opere e che abbiamo incontrato per la prima volta durante la ricerca per la mostra del 2008-09 alla Serpentine South intitolata “Indian Highway”. Attraverso una pratica che fonde l’arte popolare bengalese con le esplorazioni moderniste dell’identità, Singh ritrae vividamente scene di vita e di fantasia, storie e simboli, unendo il particolare e l’universale».

In concomitanza con la mostra, la Serpentine pubblicherà la pubblicazione più completa sull’artista dell’ultimo decennio. Progettata dallo studio Mark El-khatib, riunirà contributi inediti e analitici dell’autrice vincitrice del Booker Prize Geetanjali Shree, della storica dell’arte Geeta Kapur, dell’artista e amica Nilima Sheikh, della curatrice e accademica Devika Singh e della poetessa e illustratrice Nikita Gill. Il catalogo metterà in evidenza il ruolo significativo di Singh nell’arte contemporanea internazionale e la sua influenza attraverso le generazioni e le discipline.

Redazione, 15 febbraio 2025 | © Riproduzione riservata

Arpita Singh: i miei primi sessant’anni d’arte | Redazione

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