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Ix Shells, Eva Bonnier (#2), Still from Video, 2025

Courtesy of the artist. Copyright by Fellowship 2025

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Ix Shells, Eva Bonnier (#2), Still from Video, 2025

Courtesy of the artist. Copyright by Fellowship 2025

Art Basel lancia Zero 10, nuova piattaforma espositiva dedicata all’arte digitale

Il progetto debutterà a dicembre a Miami Beach con dodici espositori, tra cui Beeple Studios, Pace Gallery, Fellowship e Asprey Studio

Riccardo Deni

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C’è un filo che lega le avanguardie del Novecento alle sperimentazioni digitali di oggi. Lo stesso che Art Basel intende riannodare con Zero 10, la nuova piattaforma dedicata all’arte digitale che debutterà ad Art Basel Miami Beach 2025. Il titolo richiama la storica mostra «0,10» curata da Kazimir Malevič a Pietrogrado nel 1915, punto di partenza per un linguaggio artistico completamente nuovo. Con analogo spirito pionieristico, Art Basel sceglie di ridefinire il modo in cui l’arte digitale viene esposta, contestualizzata e collezionata nel mercato globale.

Sostenuta da OpenSea, partner ufficiale della fiera, Zero 10 segna un impegno strutturale e di lungo periodo a favore di un settore in piena trasformazione, che negli ultimi anni ha conquistato un posto stabile nelle collezioni private di fascia alta. Secondo la Survey of Global Collecting 2025 realizzata da Art Basel e UBS, il 51% dei collezionisti con alto patrimonio netto ha acquistato almeno un’opera digitale nel biennio 2024-2025: una crescita che ha portato il medium al terzo posto per spesa complessiva, con una quota quadruplicata nelle collezioni private.

La prima edizione di Zero 10 riunirà 12 espositori internazionali — tra cui Beeple Studios, Art Blocks, bitforms gallery, Pace Gallery, Fellowship e Asprey Studio — che presenteranno opere capaci di intrecciare codici, luce, suono e materia in nuove forme espressive. Tra i progetti più attesi, l’opera No Me Olvides di Itzel Yard (IX Shells) da Fellowship, che trasforma frammenti d’archivio in composizioni algoritmiche sul tema della memoria e dell’identità, e l’installazione della Pace Gallery dedicata alla serie Glass di James Turrell, dove la percezione stessa diventa esperienza immersiva.

Yatreda, Twenty-First Century Akodama, 2025. Digital artwork by the artist paired with silver sculpture by Asprey Studio. Courtesy of the artist and Asprey Studio

Mario Klingemann, Appropriate response, 2020. Courtesy of the outpost.

Alla guida curatoriale c’è Eli Scheinman, stratega dell’arte digitale che da anni indaga i nuovi modelli di collezionismo e fruizione. «Zero 10 riunisce le forze chiave dell’ecosistema digitale — artisti, studi, gallerie — che stanno ridefinendo il modo in cui l’arte viene creata e vissuta», spiega Scheinman. «È un campo ormai parte integrante della contemporaneità, e oggi rivendica il suo posto nel mercato più ampio».

Per Noah Horowitz, CEO di Art Basel, Zero 10 rappresenta «una convinzione strategica: l’arte digitale non è più marginale ma parte integrante dell’evoluzione in tempo reale dell’arte e del mercato». A fargli eco, Vincenzo de Bellis, direttore artistico e globale delle fiere, che vede nel progetto «una dichiarazione curatoriale e un impegno istituzionale verso l’arte che avanza e parla al presente».

Il debutto di Zero 10, previsto dal 5 al 7 dicembre 2025 (anteprima VIP il 3 e 4), non sarà un episodio isolato. La piattaforma accompagnerà le prossime tappe di Art Basel nel mondo, a partire da Hong Kong 2026. L’obiettivo è costruire un’infrastruttura stabile, capace di connettere la comunità dell’arte digitale - artisti, gallerie, collezionisti e innovatori - con la rete curatoriale e istituzionale che da oltre cinquant’anni fa di Art Basel un riferimento globale.

Dopo l’ingresso a Parigi e la prossima espansione in Qatar, Zero 10 segna un’altra frontiera per la fiera svizzera. Questa volta non geografica, ma concettuale. Quella di un’arte che abita gli spazi del reale e del virtuale con la stessa intensità, e che inizia a trovare, finalmente, la sua casa.

Riccardo Deni, 07 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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