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Simone Menegoi ed Enea Righi

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Simone Menegoi ed Enea Righi

Arte Fiera tifa Italia

Simone Menegoi e Enea Righi raccontano la nuova edizione della fiera bolognese, tra continuità e novità (con una sezione specifica per gli artisti emergenti)

Valeria Tassinari

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Ci saranno 176 gallerie, 6 sezioni, «Main Section», «Fotografia e immagini in movimento», «Pittura XXI», «Multipli», «Percorso», «Prospettiva», un ricco programma di «Book Talk» e di incontri, una serie di performance affidate all’artista bolognese Adelaide Cioni (in collaborazione con Fondazione Furla), una nuova opera site specific, commissionata all’artista Maurizio Nannucci. E ci sarà l’ormai collaudata accoppiata alla guida, il critico Simone Menegoi con il manager e collezionista Enea Righi, una formula di collaborazione sinergica alla governance della manifestazione che quest’anno sta per portare a compimento una trilogia di edizioni di crescente successo. I numeri di Arte Fiera 2025, in programma a Bologna dal 7 al 9 febbraio, potrebbero anche parlare da soli, ma per entrare nel clima di attesa che scalda l’inverno bolognese, ci facciamo raccontare cosa aspettarci da questa edizione, che sarà foriera di bilanci ma anche di nuovi sguardi sulla «Scena Italia», come è stata intitolata. 

«Quando nel 2023 ho assunto il ruolo di direttore operativo di Arte Fiera, ci ha raccontato Enea Righi, ho preso un impegno preciso con l’amministratore delegato di BolognaFiere e ho fissato tre anni di tempo per raggiungere alcuni risultati fondamentali. L’obiettivo che ci eravamo prefissi per questo triennio, che con l’attuale edizione giunge a compimento, era di rilanciare significativamente l’immagine di Arte Fiera e di consolidarne il posizionamento come evento di riferimento per il mercato nazionale e per l’arte italiana, un ruolo che tradizionalmente aveva sempre identificato la manifestazione bolognese, che era però entrata in una fase critica. Il mio impegno è stato principalmente quello di creare le condizioni perché le gallerie e i collezionisti importanti tornassero a frequentarla, prestando una cura particolare ad aspetti certamente non secondari, come l’accoglienza. Il mio pallino da collezionista, infatti, è che i colleghi si sentano accolti con un’ospitalità di qualità, che una città come Bologna deve essere in grado di garantire. In questa edizione, per esempio, oltre alle tante iniziative collaterali, ai talk, e agli eventi in città, nei padiglioni possiamo offrire un netto miglioramento della ristorazione, con una cucina curata da uno chef stellato, e abbiamo deciso di agevolare i collegamenti con il centro cittadino mettendo a disposizione una navetta. Aspettiamo la conclusione per fare bilanci, ma siamo sinceramente ottimisti. Qualche preoccupazione in più in questo momento potrebbe riguardare il mercato, che è in un momento di assestamento, ma da noi viene un collezionismo preparato sulla ricerca di opere di qualità a un prezzo ponderato e credo che le gallerie collaboreranno per consolidare in questa edizione la linea della moderazione».

Una visione sottolineata anche da Simone Menegoi, che da direttore di lunga data della fiera bolognese ha aggiunto: «Quella del 2025 è un’edizione in continuità con le due precedenti, e completa il progetto triennale che ho condiviso con il direttore operativo Enea Righi. Come direttore artistico, dal 2019, quando ho assunto l’incarico, a oggi, ho avuto la soddisfazione di vedere realizzati numerosi obiettivi: l’arrivo di un importante Main Partner come Banca Bper, il rafforzamento del rapporto con la città, che quest’anno, attraverso Art City e Art City White Night, affianca la Fiera con un’offerta di mostre ed eventi particolarmente avvincente, e soprattutto il ritorno di grandi gallerie che avevano cessato di frequentare Bologna. Con il ritorno di Gió Marconi, Magazzino, Raffaella Cortese, Tucci Russo e altri abbiamo quasi completato la lista delle più significative gallerie italiane, sia in patria che all’estero; registriamo inoltre con piacere l’apertura internazionale data dall’arrivo della londinese Herald St.. Per quanto riguarda il panorama artistico italiano che sarà rappresentato dalle 176 gallerie di questa edizione, avremo una capillare ricognizione delle diverse generazioni, dai nomi fondamentali del XX secolo ai giovani, con un’attenzione particolare anche per gli anni Ottanta e per autori meno noti ma interessanti, che vale la pena scoprire o riscoprire. Oltre alle sezioni curate dedicate alla pittura, alla fotografia e alle opere in edizione, ritorna il format “Percorso”; è una sorta di fil rouge che collega una serie di opere, segnalate spontaneamente dalle gallerie stesse, sulla base di un tema che cambia ogni anno e che nel 2025 è l’idea, molto attuale, di “Comunità”. La maggiore novità dell’edizione 2025 è “Prospettiva”, una sezione dedicata agli artisti emergenti, siano essi rappresentati da gallerie giovani o già affermate, affidata a Michele D’Aurizio, curatore e storico dell’arte attivo fra l’Italia e gli Stati Uniti».  

Una novità che potrebbe essere gradita ai collezionisti, che lo scorso anno avevano mostrato vivace attenzione proprio per gli emergenti, sui quali, se il prezzo è adeguato, è divertente scommettere.

Valeria Tassinari, 17 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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