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Barbara Ruperti
Leggi i suoi articoliDal 31 ottobre al 10 maggio 2026, alle Ogr Torino, due mostre internazionali mettono a fuoco un’idea semplice e potente: l’arte, ieri come oggi, ci prepara alle trasformazioni future.
Al Binario 2 inaugura «Electric Dreams. Art & Technology Before the Internet», progetto organizzato da Tate Modern e Ogr Torino, a cura di Val Ravaglia e Samuele Piazza, ripercorre oltre quarant’anni di sperimentazioni tra arti visive e tecnologia prima della diffusione globale del web. Dalle prime esperienze con il video e i computer mainframe, alle installazioni interattive degli anni Ottanta, «Electric Dreams» si presenta come un viaggio alla scoperta della genealogia della cultura digitale contemporanea.
Al binario 1, invece, «We felt a star dying» di Laure Prouvost (Croix, 1978), una mostra curata da Samuele Piazza, commissionata da Las Art Foundation e cocommissionata dalle Ogr. Dopo il debutto al Kraftwerk di Berlino a febbraio 2025, l’installazione arriva a Torino in una nuova configurazione che dialoga con l’architettura dell’ex officina ferroviaria.
Insieme, i due progetti espositivi tracciano un arco temporale che va dalle sperimentazioni pionieristiche del secondo Novecento alle ricerche contemporanee sul calcolo quantistico e sull’Intelligenza Artificiale, ribadendo ciò che Marshall McLuhan scrisse in Understanding Media nel 1964: l’arte non solo anticipa i cambiamenti, ma ci allena a percepirli.
Se «Electric Dreams» ricostruisce la storia del rapporto tra arte e tecnologia in un mondo ancora predigitale, «We felt a star dying» affronta una scoperta destinata a cambiare il concetto stesso di creazione: il computer quantistico. Insieme alle Intelligenze Artificiali, il calcolo quantistico sta già riconfigurando il pensiero umano, spingendolo oltre il paradigma moderno. Se, prima, tutte le cose si dividevano in naturali o artificiali, vive o non viventi, umane o macchine, oggi la bellezza dei processi quantistici sta nella possibilità di superare queste distinzioni binarie. Non si tratta di una rivoluzione esclusivamente scientifica, ma anche filosofica, esistenziale ed estetica. Per questo motivo, per la commissione della sua ambiziosa installazione Prouvost ha collaborato con il filosofo Tobias Rees e lo scienziato Hartmut Neven, per interrogare che cosa significhi costruire macchine da questa inedita e affascinante prospettiva. Come le minuscole fluttuazioni subatomiche che dopo il Big Bang hanno generato le galassie, anche il rumore prodotto dalle variazioni infinitesimali di energia in alcune tecnologie può dare forma a immagini, suoni e persino odori: è questo il campo di ricerca esplorato dal gruppo. L’installazione composta da una struttura tentacolare e interconnessa, si ispira al funzionamento del computer quantistico, con elementi che si intrecciano in entanglement spaziali e di senso, ed è inoltre ispirata al suo hardware, richiamandone il delicato sistema di dischi e fili conduttori. Il film centrale, che dà il titolo alla mostra, proiettato dall’alto, unisce visioni entropiche ed enigmatiche: immagini afferrate dall’occhio umano si alternano a quelle registrate da dispositivi di imaging termico, da camere di sorveglianza, microscopi e droni, mentre il montaggio integra segmenti generati da intelligenze artificiali, collocando potenzialità organiche e artificiali in un continuum senza punti fermi.
Agendo fuor di metafora, l’opera di Prouvost porta dentro la sala, non un racconto sul computer quantistico, ma un esperimento, insieme estetico, scientifico e filosofico, che ci aiuta a comprenderne il funzionamento. Se in passato gli artisti hanno anticipato e interpretato il rapporto tra umano e artificiale, oggi i computer quantistici lo complicano ulteriormente, fino a far vacillare qualsiasi tentativo di fissarne confini e definizioni. In questo contesto, la domanda che pone la mostra di Ogr è radicale: che cos’è una macchina quando il suo principio attivo non è la ripetibilità ma l’indeterminazione? Prouvost non si limita a spiegarlo: ci allena a percepirlo.
Ogr-Officine Grandi Riparazioni, corso Castelfidardo 22, To, lun/mer-gio 9-18, ven 9-22, sab-dom, 10-20, tel. 011/0247108, ogrtorino.it, «Laure Prouvost. We felt a star dying» e «ELECTRIC DREAMS. Art & Technology Before the Internet» dal 31 ottobre al 10 maggio 2026
Laure Prouvost, «We felt a star dying», 2025, Kraftwerk Berlin. © 2025 Laure Prouvost. Photo: Andrea Rossetti. © VG Bild-Kunst, Bonn 2025