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Aspettando, con Godot, il direttore del Macro

Francesca Romana Morelli

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È possibile che quando sarà pubblicato questo numero de «Il Giornale dell’Arte» il Macro abbia un nuovo direttore, nominato attraverso un bando di concorso, ma nel frattempo è stata riconfermata direttore ad interim Alberta Campitelli. È anche possibile che altri cambiamenti si verificheranno in seguito alle vicende che hanno terremotato il Macro negli ultimi mesi (cfr. lo scorso numero p. 2). L’Enel è uno dei maggiori sponsor del Macro: ogni anno gli reca in dote almeno 500mila euro, per la maggior parte destinati a realizzare un progetto artistico selezionato da una giuria del programma Enel Contemporanea, curata da Francesco Bonami. Vincitrice della settima edizione è la giapponese Toshiko Horiuchi MacAdam, fondatrice del movimento Art fabric, basato sulla ricerca di materiali per tessuti ad hoc per opere d’arte e, nel suo caso, fatti a maglia da lei stessa. «Credo che ciò che creiamo con le nostre mani, proprio come i giorni delle nostre vite, debba essere vissuto appieno e non restare appeso in un armadio, dichiara l’artista. Non mi dispiace che le mie opere siano destinate a essere scartate come vestiti vecchi. L’importante è che abbiano illuminato delle vite e continuino a vivere nei loro ricordi». Dal 5 dicembre Toshiko Horiuchi MacAdam invade la hall dell’ala storica del Macro con la multicolorata installazione site-specific «Harmonic Motion», un playground aereo, con cui adulti e bambini potranno interagire: «L’ho concepita come una scultura aerea, spazio gioco, dove poter entrare, saltare, rotolare, strisciare, oscillare, rimbalzare, appendersi e arrampicarsi». Fino al 9 marzo è in corso anche la personale di Giulio Paolini (cfr. l’intervista qui pubblicata). «Percorsi nel contemporaneo», rassegna concepita da Alberta Campitelli, è invece un riallestimento della collezione permanente del Macro, con una quarantina dei 1.264 pezzi che la costituiscono. Dal 20 dicembre al 4 maggio, si assiste così a un dialogo a temi tra opere storiche e più recenti. Donati recentemente dall’Enel il video «Alone», parte integrante dell’opera «Double Carousel with Zöllner Stripes» di Carsten Höller (Enel Contemporanea 2011) e la maquette della grande teca con fiori e farfalle «Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling?» di Bik Van der Pol (Enel Contemporanea 2010). Tra le opere acquisite da Macroamici figurano di Nemanja Cvijanovic «Il piedistallo della Patria» (2009) e di Marc Quinn «Waiting for Godot» (2006). Invece l’Unicredit ha dato in comodato, tra le altre opere, «Back Home» (2001) di Adrian Paci e «Closed for this week» (2002) di Perino & Vele. Sempre dal 20 dicembre ma fino al 9 marzo, la personale «Atto Unico» è dedicata a un protagonista della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, Renato Mambor (1936), con una trentina di opere dedicate al teatro dal 1969 al 1989, alcune concepite come veri rebus (nella foto di Mario Delogu, «Radiovisione», alcuni componenti del gruppo Trousse, Teatro dell’Orologio, Roma, 1989).
Dal 20 dicembre al 4 maggio, è allestita «Esecuzione», una nuova installazione video dei gemelli torinesi Massimiliano e Gianluca De Serio (1978) che tratta del  tema dell’identità. Dal 18 dicembre al 26 gennaio al Macro Testaccio si tiene poi una personale di Paolo Picozza (1970), intitolata «In caduta libera, con poco cielo davanti»; è la prima importante mostra in un museo dedicata all’artista scomparso nel 2010. Curata da Achille Bonito Oliva, riunisce una quarantina tra tele di grande formato, carte e alcuni lavori inediti, che affrontano il tema del paesaggio contemporaneo. Fino al 9 marzo si svolge la prima personale in un’istituzione pubblica italiana della tedesca Jorinde Voigt, «Superpassion», costituita da un’installazione di sedici lavori inediti su carta. Invece, fino al 19 gennaio si possono vedere i risultati del lavoro degli artisti in residenza al Macro per quattro mesi: Hilla Ben Ari, Riccardo Beretta, Jacopo Miliani e Sahej Rahal.

Francesca Romana Morelli, 25 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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