Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliÈ il caso di citare Charles Dickens per le «Great Expectations» dei maestri italiani alla «Old Masters Evening Sale» del 3 luglio da Sotheby’s: aspettative giustificate dall’importanza delle opere, degli artisti e delle provenienze ma andate deluse dai risultati del mercato, che si è rivelato senza vitalità né entusiasmi. Eppure, i tre lotti più in vista della serata erano di primissima qualità, degni di prestazioni assai più roboanti. A partire dal terzo posto sul podio delle stime: «I Fasti della Famiglia da Porto di Vicenza», di Giandomenico Tiepolo (forse in collaborazione col padre Giambattista) sei tele in grisaille more doré, ciascuna circa 271.8 x 185 cm, rimaste fino al 1900 a Palazzo Porto a Vicenza e poi in varie collezioni private tedesche, fra cui fino al 2016 la Gustav Rau Kunstsammlung, che con una stima di 1,5-2,5 milioni di sterline hanno appena superato la soglia minima con un risultato di 1,920 milioni. Sorte peggiore alla coppia di vedute di Giovanni Antonio Canal, il Canaletto, con «Le Chiese del Redentore e di San Giacomo» e «Le Prigioni e il Ponte dei Sospiri», ciascuna 61,3 x 91,5 cm. Acquistate direttamente dalla bottega dell’artista nel suo tour a Londra alla fine degli anni 1740 da Sir Richard Neave, 1st Baronet (1731-1814), e conservate nella famiglia Neave a Dagnam Park fino al 1891, divennero poi di proprietà del noto collezionista G.A.F. Cavendish-Bentinck M.P. (1821-1891), e infine di vari antiquari e collezionisti fra Gran Bretagna e Stati Uniti.
Con stima 2,5-3,5 milioni di sterline le due tele sono rimaste invendute ma, seppure e certamente non fra i più scintillanti esempi del vedutismo scenografico lussureggiante e fremente di Canaletto, se non altro per i soggetti così “popular” e legati all’immaginario collettivo veneziano potevano aspirare a risultai più assertivi. Ma ha lasciato delusi perfino il lotto più importante, un nome da manuale liceale di Storia dell’Arte o da influencer dei social media: Sandro Botticelli, la cui oggettivamente «perfetta» per seduzione estetica e mistica, rarità di tecnica e titolata provenienza «Madonna con Bambino e paesaggio di sfondo» (tecnica mista con doratura su tavola trasferita su tela; 97,3 x 67,8 cm), già uno dei pochissimi dipinti rinascimentali italiani di proprietà del grande banchiere Alfred de Rothschild (1842-1918), e oggi proveniente da altrettanto importante collezione privata, non ha superato la stima minima di 3-5 milioni di sterline fermandosi a soli 3,420 milioni.
In prospettiva, quindi, assai più soddisfacenti i risultati ponderati dei vari altri artisti italiani sul rostro: dalle due rare vedute fiorentine di Gaspar van Vittel Vanvitelli (commissionate nell’anno 1700 circa da Don Luis-Francisco de la Cerda y Aragón, 1660–1711, Duca di Medinaceli, e rimaste nella famiglia spagnola fino al 2011) che hanno toccato, peraltro senza clamore, ciascuna 384mila sterlina, all’arcadica «Veduta del Colosseo con l’Arco di Costantino» di Bernardo Bellotto che ha realizzato 288mila sterline e al suo ideale pendant, il capriccio architettonico dallo stesso soggetto di Giovanni-Paolo Panini che ha centrato la stima con 120mila sterline fino al «Trittico fondo oro con la Madonna e il Bambino e scene dalla vita della Vergine di Santa Chiara» di Giovanni di Corraduccio (tempera su tavola a fondo oro, piano sagomato, in cornice modanata, dimensioni totali 126 x 159,5 cm.) che ha confermato la stima massima con 348mila e al finalmente brillante risultato del piccolo fondo oro (50.3 x 28.9 cm.) di Bicci di Lorenzo (Firenze,1373–Arezzo, 1452), «La Vergine e il Bambino con i Santi Agnese, Tommaso d'Aquino, Domenico, Caterina d'Alessandria, Pietro Martire e Giovanni Battista, un angelo musicante e il donatore», che ha più che duplicato la stima di 60-80mila sterline col risultato di 156mila.
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