Anna Brady
Leggi i suoi articoliCon 41,7 milioni di dollari offerti da un acquirente asiatico, come confermato via Twitter dall'amministratore delegato di Christie's, Guillaume Cerutti, «Warrior» (1982) di Jean-Michel Basquiat è diventata l'opera d'arte occidentale più costosa venduta all'asta in Asia. Il dipinto, stimato 31-41 milioni di dollari e garantito da terzi, è stato venduto da Christie's Hong Kong solo teoricamente in Asia, perché il banditore Jussi Pylkkänen si trovava in realtà su un rostro, in una vendita in streaming live, a Londra, dove si è svolta la successiva 20th Century Art Evening Sale. Il dipinto apparteneva a un collezionista americano, che l'aveva acquistato nel 2012 da Sotheby's a Londra per «soli» 5,5 milioni di sterline.
Ma il vero protagonista della serata è stato, ancora una volta, Banksy, il cui dipinto «Game Changer» è stato venduto per la cifra record di 16,7 milioni di sterline contro una stima di 2,5-3,5 milioni. Tutto la somma sarà donata dall'artista «a sostegno delle organizzazioni sanitarie e delle associazioni di beneficenza di tutto il Regno Unito che operano per migliorare le cure fornite dall'Nhs (il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, Ndr)», è stato dichiarato. Christie’s «donerà anche una parte significativa del premio dell'acquirente a queste cause».
La lunga competizione è stata tra due offerenti, uno online nelle Isole Vergini britanniche e l'altro al telefono con Tessa Lord di Christie's, che ha consegnato l'offerta vincente.
Il record precedente per un'opera di Banksy è stato stabilito nel 2019 dall'enorme tela del 2009 «Devolved Parliament», venduta da Sotheby's a Londra per 9,9 milioni di sterline.
Il dipinto su tela «Game Changer», che ritrae un bambino che sceglie di giocare con una bambola raffigurante un'infermiera con l'uniforme della Croce Rossa e scarta Batman e Spiderman, è apparso improvvisamente lo scorso maggio all'University Hospital di Southampton come ringraziamento allo staff per l'impegno profuso durante la prima ondata della pandemia di Covid-19.
La tela era infatti accompagnata da una nota che recitava: «Grazie per tutto quello che state facendo. Spero che questo renda un po' più luminoso il luogo, anche se è solo bianco e nero». Una riproduzione dell'opera rimarrà esposta nell'ospedale.
L'opera di Banksy, incluso il Basquiat, faceva parte del gruppo dei primi 10 lotti nella serata di Christie's, sui quali si è concentrata la maggior parte dell'entusiasmo. Il resto della vendita, con opere del XX secolo da Dubuffet a Picasso, da Bacon a Sisley, è proceduta abbastanza bene.
A partire dalle aste della giga-week di maggio a New York, Christie's sostituirà le categorie di «Impressionist and Modern» e «Post-War and Contemporary» con quelle di «20th Century Art» e «21st Century Art», ma quest'ultima asta va interpretata più come «un assortimento di cose che abbiamo trovato e pensiamo di poter vendere».
Hanno riscontrato molto successo le opere di alcuni giovani artisti. Ad esempio, il lotto n. 2, una tela di Joy Labinjo del 2019, «No Wahala», acquistata nel 2019 presso relativamente giovane galleria londinese Tiwani Contemporary. Il database dei prezzi di Artnet indica quest'opera del 27enne artista britannico come la terza ad apparire in asta. È stata venduta per 150mila sterline contro una stima 30-40mila, battendo il precedente record di 189mila dollari pagati da Phillips a New York lo scorso dicembre.
Poi è seguito un altro lavoro del 2019, del ricercatissimo pittore londinese Issy Wood, intitolato «Over Armour (non-linear, non-violent)», che è stato venduto al doppio della sua stima 250mila sterline: si tratta del suo primo lavoro comparso in asta. Anche Wood ha circa 20 anni e questo dipinto è stato acquistato solo due anni fa dalla Carlos Ishikawa Gallery di Londra. Considerando la rapidità con cui è stato rivenduto, sembra improbabile che il venditore possa acquistare di nuovo da quella galleria tanto presto. Tessa Lord, responsabile dell'asta serale di Christie’s presso il dipartimento di arte contemporanea e del dopoguerra di Londra, ha dichiarato che questo risultato è stato sostenuto dalla recente mostra di Wood all'X Museum di Pechino: «È un privilegio essere coinvolti nei mercati degli artisti per la prima volta all'asta. Siamo ansiosi di sostenere questi artisti».
Il lotto successivo, «The Like Above All Lovers» (2013) di Lynette Yiadom-Boakye, è stato acquistato dal venditore da Corvi Mora, un'altra galleria londinese di medio livello, che ha seguito l'artista per molti anni. La risposta a questo lavoro è stata sorprendentemente un po' piatta, visto che è passata di mano per 512.500 sterline contro una stima di 400-600mila.
Ma l'offerta per il lotto 5, una meravigliosa tela di 3 metri di larghezza di Claire Tabouret, nata in Francia e residente a Los Angeles, «The Last Day», è stata tutt'altro che tiepida. Dipinta nel 2016 e acquistata dal venditore presso la Night Gallery di Los Angeles, è stata aggiudicata a un'offerta telefonica dell'ultimo minuto per 622.500 sterline, partendo da una stima di 200mila. Anche questo è un nuovo record per la Tabouret, che ha così battuto il precedente risultato di 451.607 dollari per «Les déguisements (Disguises)» registrato lo scorso luglio da Phillips Hong Kong.
Ha chiuso la serata l'asta «The Art of the Surreal», che ha totalizzato 48,4 milioni di sterline. I due top lot sono stati, come previsto, le tele «Le mois des vendanges» (1959) di Magritte, venduta per la stima minima (10-15 milioni), e la monumentale «Peinture» (1925) di Miró, tra i suoi più celebri dipinti «onirici», venduta per 10,2 milioni di sterline entro la stima di 9-14 milioni.
Nella conferenza stampa post vendita, Guillaume Cerutti ha descritto l'asta come la «prima vendita importante a Londra dopo la Brexit». In totale, le tre vendite combinate hanno incassato 198,7 milioni di sterline, ben oltre la stima con il 93% degli 82 lotti venduti e sono state seguite online da circa 400mila persone.
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