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Franco Garelli, «Forma Astratta», 1965, dopo il restauro

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Franco Garelli, «Forma Astratta», 1965, dopo il restauro

Beinasco restaura una grande scultura metallica di Franco Garelli

Il Comune, che conserva molte opere dell’artista, ha fatto rimettere a nuovo «Forma Astratta» presso il Centro Conservazione Restauro «La Venaria Reale»

Alessandra Ruffino

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Figura rilevante nel panorama artistico del secondo Novecento, Franco Garelli (Diano d’Alba, 1909-Torino, 1973), medico, pittore, ceramista e scultore, ha incrociato i principali movimenti d’avanguardia del suo tempo: l’Informel di Tapié, Gutai, il Movimento Arte Concreta (Albino Galvano, tra i fondatori della sezione torinese del Mac, fu tra i principali interpreti del lavoro garelliano), il gruppo Cobra... La sua formazione da autodidatta è stata influenzata dai contatti con gli artisti del Secondo Futurismo, con Spazzapan, ma anche dal Picasso ceramista (conosciuto a Vallauris) e soprattutto dall’incontro con Arturo Martini ad Albisola. Con l’ingresso nell’orbita di Carlo Cardazzo, che nel 1950 gli organizza alla galleria del Naviglio la prima mostra di sculture in metallo, Garelli è entrato nel circuito delle più importanti rassegne internazionali d’arte. Lasciata la professione medica nel 1962, si è trasferito da Torino a Beinasco trasformando il proprio studio in museo privato.

Il Comune di Beinasco, custode di una parte delle opere di Franco Garelli, promuove da alcuni anni un progetto di riscoperta dell’artista che ha preso avvio nel 2023 con la mostra monografica al Museo Ettore Fico di Torino. In quell’occasione il direttore del Mef Andrea Busto, costretto a rinunciare al prestito dell’importante scultura «Forma Astratta» (1965), in cattivo stato conservativo, suggerì agli amministratori pubblici del Comune di rivolgersi al Centro Conservazione Restauro «La Venaria Reale» (Ccr).

L’invito non è rimasto inascoltato: l’intervento è stato realizzato dal Laboratorio di Metalli, Vetro e Ceramica del Ccr e «Forma Astratta» è tornata restaurata nell’ex chiesa di Santa Croce a Beinasco.

«Il recupero, ha spiegato Michela Cardinali, direttrice dei Laboratori di restauro e della Scuola di Alta Formazione, ha coinvolto tutte le professionalità impegnate quotidianamente al Ccr. La ricerca storico artistica, le indagini diagnostiche e l’intervento si sono reciprocamente supportate per l’individuazione di una metodologia che potesse restituire alla cittadinanza un’opera di straordinario interesse artistico». Dopo una serie di test preliminari, si è proceduto a una prima pulitura meccanica per rimuovere i depositi superficiali incoerenti, cui ha fatto seguito una pulitura chimica con una soluzione che non intaccasse cromia e lucidità della vernice originale. Le lacune della vernice sono state integrate con colori acrilici miscelati a polvere di mica oro e protette con resina acrilica. Sei professionisti hanno lavorato in team per rendere di nuovo fruibile a tutti la scultura di Garelli, che a Beinasco ha anche realizzato un «Monumento ai caduti» nel ventennale della Liberazione.

Restituendo alla collettività «Forma Astratta», Matteo Carosso, assessore comunale alla Cultura, ha dichiarato: «La cultura è memoria viva e cura del nostro patrimonio. Garelli è un simbolo della creatività e dell’identità beinaschese, e questo restauro è una preziosa opportunità per farla rivivere e condividerla». «Con questo restauro, ha aggiunto il sindaco Daniel Cannato, restituiamo alla città un pezzo importante della sua storia e rendiamo omaggio a un maestro che ha portato il nome di Beinasco nel mondo dell’arte contemporanea». L’impegno del Comune per la rivalutazione dell’opera di Franco Garelli e la valorizzazione del proprio patrimonio proseguirà anche nel prossimo futuro: il restauro di una scultura lapidea dell’artista destinata a fontana è già stato affidato al Ccr.

Alessandra Ruffino, 24 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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Beinasco restaura una grande scultura metallica di Franco Garelli | Alessandra Ruffino

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