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Alessia De Michelis
Leggi i suoi articoliL’agenzia governativa Creative Australia ha reintegrato Khaled Sabsabi e Michael Dagostino per rappresentante la Nazione alla Biennale di Venezia del 2026. Dopo un’attenta revisione esterna compiuta dalla società di consulenza Blackhall & Pearl sulle criticità nella gestione del processo di selezione iniziale, l’agenzia si è scusata pubblicamente con gli interessati, ammettendo che la revoca della decisione aveva causato un forte dolore.
Nel rapporto stilato dalla società di consulenza, pubblicato in concomitanza con il reintegro si legge: «Sebbene non sia stata effettuata alcuna valutazione formale, è chiaro che all’interno di Creative Australia, tra coloro che erano a conoscenza del passato del team artistico selezionato, c’era una consapevolezza generale del fatto che la decisione aveva il potenziale per essere controversa, per aver selezionato un artista con un’eredità legata al Medio Oriente in un momento in cui il conflitto in quella regione era così emotivo e polarizzante, e non per il progetto presentato».
Dopo solo sei giorni dall’annuncio della loro nomina il 7 febbraio, l’agenzia governativa australiana ha ritrattato la propria decisione a seguito della notizia diffusa dal quotidiano «The Australian», secondo cui in due opere di Sabsabi risalenti a quasi 20 anni fa figuravano immagini di Hassan Nasrallah, l’ex leader di Hezbollah, nonché filmati dell’11 settembre con la distruzione delle Torri Gemelle, sostenendo che «nel suo lavoro passato sembrerebbe elogiare un leader terrorista».
Nella sua dichiarazione odierna, l’Australia Council si è scusato con Sabsabi e Dagostino e il presidente del Consiglio di Amministrazione di Creative Australia, Wesley Enoch, ha dichiarato: «La decisione del Consiglio riflette il suo impegno verso l’importante principio della libertà di espressione artistica, sostenuto da un quadro di governance solido, trasparente e responsabile. La decisione presa a febbraio ha pesato su molte persone, in particolare sul team artistico, e per questo siamo dispiaciuti. Vogliamo essere chiari sul fatto che la decisione non riguardava le persone di Sabsabi e Dagostino e il loro notevole lavoro».
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