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Un rendering della Beic, la Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, nell'area di Porta Vittoria a Milano

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Un rendering della Beic, la Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, nell'area di Porta Vittoria a Milano

Boeri e Zucchi indagati per la Beic a Milano

L'accusa è di «collusioni» con i partecipanti al concorso del 2022 per la nuova Biblioteca europea di informazione e cultura, di cui i due architetti erano commissari. Boeri: «Sono sorpreso e molto turbato»

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Ada Masoero

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La Procura di Milano ha chiesto ieri gli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri (Milano, 1956), presidente di Triennale Milano e progettista (tra molto altro) del celebre «Bosco Verticale» inaugurato nel 2014, nonché assessore comunale alla Cultura nel 2011-13, e Cino Zucchi (Milano, 1955), anche lui famoso internazionalmente, rispettivamente presidente e membro della Commissione per il concorso di progettazione internazionale (8,6 milioni di euro) della nuova Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura. Stesso provvedimento anche per Pier Paolo Tamburelli (1976), uno dei progettisti della cordata vincitrice, indagato con loro per turbativa d'asta, per effetto dei numerosi contatti che sarebbero intercorsi tra loro durante la procedura, a dispetto dell’obbligatorietà dell’anonimato dei progetti.

Secondo la Procura sarebbero emerse «collusioni» tra i partecipanti alla gara Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi (Onsitestudio; per loro è stata richiesta l’interdizione alla professione) e i commissari Zucchi e Boeri, attraverso Pier Paolo Tamburelli (Studio Baukhu), lui coinvolto nel progetto vincitore del bando (tutti loro sono colleghi, a vario titolo, alla Facoltà di Architettura di Milano). L’annuncio del progetto vincitore del concorso, cui hanno partecipato 44 studi internazionali, risale all’11 luglio 2022 e ha suscitato più d’un malcontento tra gli altri concorrenti. Stefano Boeri si dichiara comprensibilmente «sorpreso e molto turbato», in attesa dell’interrogatorio del 4 febbraio davanti al Gip, dove conta di poter chiarire al meglio la sua posizione. 

La nuova Beic era attesa per il 2026, nell’area di Porta Vittoria, ma il progetto, che partì alla fine degli anni ’90 da un’intuizione di Antonio Padoa Schioppa e si sviluppò nel 2004 con l’istituzione della Fondazione Beic (soci fondatori l’allora Mibac, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Regione Lombardia, Comune di Milano, Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano, Associazione Milano Biblioteca del 2000 e Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere) ha alle spalle una storia lunga e tortuosa. Identificato nell’area dell’ex Stazione di Porta Vittoria il sito su cui edificare la Biblioteca, solo nel 2009 veniva approvato dalla Commissione Lavori pubblici il progetto esecutivo dello Studio Bolles+Wilson, vincitore otto anni prima del Concorso internazionale (93 i gruppi partecipanti), che ben presto risultò essere, però, troppo impattante (86 mila metri quadri di superficie complessiva, con piazza, parco e rampe d’accesso) e troppo costoso: dai 152 milioni della spesa inizialmente prevista, si giunge a una stima «mostre» tra i 227 e i 260 milioni. Decisamente troppi, anche perché nel frattempo la diffusione delle tecnologie digitali cambia radicalmente lo scenario. Tutto si ferma fino al 2012, quando si ipotizza una riduzione della superficie della Beic e nel frattempo s’inaugura la Beic digitale, forte di un ricco patrimonio, con catalogo consultabile in linea. Abbandonato dunque il progetto Wilson al suo destino, nel marzo 2022 si indice il nuovo concorso, quello che oggi è oggetto delle attenzioni della Magistratura. Da parte sua, il Comune di Milano, interpellato, non rilascia commenti.

Ada Masoero, 28 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

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