Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliBologna. La società di analisti indipendenti Boston Consulting, incaricata dalla Fondazione Carisbo di analizzare conti e gestione della società strumentale Genus Bononiae, boccia senza appello la struttura che organizza mostre e gestisce prestigiosi spazi tra cui Palazzo Fava, Santa Maria della Vita e Palazzo Pepoli dove ha sede il Museo della città di Bologna.
Gli analisti della Boston Consulting hanno calcolato, e illustrato nei giorni scorsi ai consiglieri di Fondazione Carisbo, che negli ultimi cinque anni la società strumentale, presieduta dall’ex presidente del medesimo ente di origine bancaria Fabio Roversi-Monaco, è costata 65 milioni di euro. «Ossia un totale di 36mila euro al giorno», spiega la nota degli analisti: si tratta di una bocciatura senza appello che dovrebbe portare a scorporare in due Genus Bononiae. Da un lato un ente produttore di mostre, dall’altro uno di gestione dei cespiti immobiliari che la stessa società di consulenza considera eccessivi.
Nel dossier, anticipato dal quotidiano «la Repubblica-Bologna»: c’è una «programmazione sproporzionata rispetto all’affluenza delle mostre», costi alti rispetto alla concorrenza del settore, una «ampiezza eccessiva» del patrimonio nonché una programmazione espositiva con mostre che in alcuni casi «perdono oltre 100mila euro». Arriverà presto una rivoluzione?
Articoli correlati:
Buchi bolognesi
Il museo di tutta la città

La Sala di Giasone a Palazzo Fava, una delle sedi di Genus Bononiae
Altri articoli dell'autore
Alla Galleria Bper 39 opere (da Guercino a Ontani, da Jules van Biesbroeck a Klinger) illustrano il rapporto tra esseri mitologici e la condizione umana odierna
Alle Sale Chiablese oltre 100 opere dal Quattrocento al Novecento per un lungo excursus che pone al centro la bellezza del gentil sesso
Negli spazi della Fondazione luganese, due appuntamenti celebrano l’anniversario della raccolta dei coniugi che, in mezzo secolo, acquisirono oltre 250 opere da Balla a Warhol
Nel centenario della nascita il Museo di San Domenico, a Imola, riunisce una settantina di opere dell’artista che amava sperimentare con i materiali più eterogenei