Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) è certamente meno conosciuto di quanto meriterebbe. Tra i maestri dell’Art Light, interagisce in maniera del tutto originale con la luce e lo spazio determinando una nuova dimensione percettiva. I suoi «Ludoscopi», ancora attualissimi, risalgono ai primi anni settanta e propongono iperspazi-luce in cui è abolito il limite tra realtà e illusione. Sono opere che contengono una dimensione ludica, secondo quanto evidenziava Bruno Munari, così come la nostalgia verso l’infinito che sembra nascondersi dietro a profondità fittizie.
Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) è tra i più significativi protagonisti delle ultime generazioni per la sua capacità di cogliere il fluire del tempo determinando una circolarità del pensiero nel quale s’intersecano pulsioni differenti. Le sue narrazioni, realizzate con l’utilizzo di un’infinità di soluzioni, dal frottage all’intarsio, sviluppano un dialogo imprevedibile con il reale che ci costringe ad una personale presa di coscienza. I lightbox creati con righelli colorati, per esempio, ruotano attorno al concetto di percezione e d’inganno in un contesto apparentemente oggettivo e misurabile, messo continuamente in crisi dall’ambiguità della visione.
Claudio Cuboni è un artista sardo che opera al di fuori dei confini classici dell’arte. Il suo studio si trova nella misteriosa Isola di Pianosa nella quale crea lavori plastici non omologati che indagano il rapporto tra materiali e forme esposti all’azione del tempo con progressive stratificazioni. Nell’ambito di una ricerca variegata, si collocano oggetti-scultura che sconfinano nel design come «Baciami!», una seduta basculante in legno o marmo che lascia presagire una dimensione intima dove l’azione si trasforma in desiderio.
Tra gli artisti che hanno saputo sviluppare percorsi coerenti caratterizzati da un innovativo percorso linguistico spesso non indagato a sufficienza, desidero segnalare Corrado Bonomi con i suoi dispositivi ironici e dissacranti che agiscono come antidoto nei confronti delle convenzioni e Davide Maria Coltro, l’inventore del quadro elettronico, un medium che gli consente di superare la staticità della pittura per sviluppare una progressiva interazione con il pubblico attraverso la continua modificazione del messaggio.
Alberto Fiz è critico d’arte, curatore e giornalista specializzato in arte e mercato dell’arte.
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