Franco Fanelli
Leggi i suoi articoliBisognerebbe eliminare dal nostro dizionario alcuni termini o espressioni. Non tanto perché abusati e inflazionati, ma perché ambigui, utilizzati a sproposito o fuori luogo; spesso li si usa perché si pensa di nobilitare il proprio dire: «molteplici» sembra più «bello» del semplice «molti»; non ci sono quasi più «problemi» ma «problematiche»; «ottimale» ci par meglio di «ottimo». E che dire dell’irresistibile fascino della «resilienza», vera regina della terminologia da Covid-19? Basterebbe dare un’occhiata a Wikipedia e forse la useremmo con meno disinvoltura. A proposito: non sono bastati due anni di epidemia e di milioni di morti soffocati perché la prerogativa di essere «mozzafiato» smettesse di essere invariabilmente gemellata al sostantivo «panorama».
Un termine che dovremo deciderci di abolire parlando d’arte visiva è «emergente». Vuol dire tutto e niente. E in più ti frega: perché un quarantenne scoperto con colpevole ritardo dal mercato e dalla critica non dovrebbe fregiarsi dello stesso titolo? E che dire di Camilleri, che partorì il primo Montalbano a 69 anni e che si vide privare del «prestigioso» appellativo?
«Continente Italia», l’inchiesta del Giornale dell’Arte iniziata nel 2020, nacque con l’intento di individuare non gli «emergenti» in quanto, come spesso accade, già «emersi», ma una geografia più estesa e meno «visitata» dell’arte contemporanea del nostro Paese. Un territorio vasto, accidentato e composito, visto, insieme, dall’alto e in profondità, e delineato da chi quella geografia così sconfinata da meritarsi appunto, in virtù delle sue diverse «etnie», dei suoi molti linguaggi, l’appellativo di «continente», la conosceva bene.
In tre tornate, altrettante squadre di geografi (e talora geologi), hanno disegnato una mappa dell’arte italiana del presente: il mandato era di segnalare le zone non del tutto esplorate, indicare individualità e gruppi da scoprire o dimenticati troppo in fretta. La mappa è sintetizzata in un elenco di 205 nomi segnalati da 37 esploratori di comprovata esperienza e competenza e, proprio come gli artisti che hanno indicato, di diverse generazioni. Lo ammettiamo: la tentazione di stilare una classifica finale in base al numero di segnalazioni ricevute da ciascun artista, ora che, dopo le precedenti uscite sull’edizione cartacea e online del Giornale dell’Arte, l’esplorazione è giunta al termine, è stata irresistibile. Ma, nell’insieme, prevale l’orizzontalità, se si guardano i numeri con i quali sono state assegnate le posizioni di testa.
L’età media degli artisti segnalati si aggira intorno ai 52 anni. E 24 anni, una generazione, separano le due «vincitrici», Giulia Cenci e Sabrina Mezzaqui, a conferma del fatto che l’attualità di un’opera d’arte del presente non debba necessariamente fare i conti con l’anagrafe o con tentazioni giovanilistiche. Sebbene le preferenze accumulate da chi occupa le prime posizioni siano in fondo numericamente esigue, se un’inchiesta è anche una sorta di campionatura, un dato affidabile è quello che risulta dalle prime sette posizioni, laddove sei sono state assegnate a donne.
Che sono 15 nelle prime 27 posizioni (tanti sono gli artisti che hanno ricevuto più di un voto) e 66 nel totale, in una classifica generale in cui sono numerosi gli artisti affermatisi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta: si potrebbe dire quasi un’altra epoca, se si pensa all’impetuosa e progressiva accelerazione che ha contrassegnato un sistema dell’arte contemporanea in cui la presenza femminile si è fatta sempre più significativa, apprezzata e autorevole.
Non mancano le sorprese, se Gian Maria Tosatti, forse l’artista italiano di cui oggi si parla di più, in virtù della sua designazione a rappresentante del nostro Paese nel Padiglione nazionale alla prossima Biennale di Venezia e alla sua nomina a direttore artistico della Quadriennale di Roma, ha ottenuto una segnalazione soltanto, come Adelita Husny-Bei, che in quel padiglione l’ha preceduto nel 2017 e che in quel periodo era un po’ ciò che è Giulia Cenci oggi.
205 artisti sono tanti e sicuramente, scorrendo l’elenco, il lettore avrà qualche sussulto nel momento in cui scoprirà quanto possa essere incredibilmente corta la sua memoria (magari con qualche senso di colpa) o ritroverà nomi che, almeno sotto il profilo delle scelte stilistiche ed espressive, con molta difficoltà riconoscerebbe, in un panorama linguistico assai mutato, come «contemporaneo».
Qualcun altro si indignerà scoprendo che i nostri geografi non hanno incluso nella loro mappa, come luoghi da visitare o rivisitare, quella che ai suoi tempi era nota come «figurazione tradizionale» e che, rappresentata da alcuni artisti oggi sessantenni, ebbe un suo centro a Milano. A decretarne il declino e la sparizione dei radar (almeno di quelli dei nostri addetti ai lavori) è stata sicuramente la popolarità e la diffusione raggiunte dal «contemporaneo» inteso come tale in virtù di stili e linguaggi che hanno reciso il cordone ombelicale con gli ultimi echi di una visione naturalistica del mondo tradotto in pittura e scultura.
Una visione che ebbe le sue ultime vetrine internazionali con la Biennale di Venezia del 1995, non a caso diretta dal «conservatore» Jean Clair e nel Padiglione Italia del 2011 affidato (e la cosa venne considerata un’eresia) a Vittorio Sgarbi. Sta di fatto che oggi gli artisti parlano moltissimo di natura (è quasi una moda) ma si offenderebbero se li si definisse naturalisti.
Al di là dei vincitori (sicuramente, tra le gallerie, SpazioA di Pistoia, cui fanno capo Giulia Cenci e Chiara Camoni, al primo e al secondo posto) e dei vinti (?) trionfa la poliedricità espressiva, caratteristica di molti artisti segnalati, capaci di praticare e talora di contaminare (ad esempio nel rapporto arte e moda da parte di Sissi) un’estrema varietà di linguaggi.
Vincenzo De Bellis, attualmente nello staff direttivo del Walker Art Center di Minneapolis, che partecipò alla prima tappa di questa esplorazione, è stato in tal senso molto esplicito, esortando a pensare alle arti visive in maniera più allargata e, magari, in settori diversi, dalla danza al cinema. Non sarà un caso, allora, se nelle zone alte della classifica si affaccia un irregolare amico degli sconfinamenti e degli sconfinanti come Corrado Levi, classe 1936.
Nella sezione CONTINENTE ITALIA le mappe dei selezionatori e le schede degli artisti
I selezionatori: Lorenzo Balbi; Giuseppe Barbera; Luca Massimo Barbero; Freddy Battino; Marcella Beccaria; Andrea Bellini; Chiara Bertola; Lorenzo Bruni; Laura Cherubini; Bruno Corà; Gemma de Angelis Testa; Vincenzo de Bellis; Mauro De Iorio; Giacinto Di Pietrantonio; Danilo Eccher; Milovan Farronato; Domenico Filipponi; Alberto Fiz; Giovanni Forlanelli Rovati; Umberta Gnutti Beretta; Giuliano Gori; Giulio di Gropello; Antonio Grulli; Giorgio Guglielmino; Andrea Illy; Luca Lo Pinto; Franceso Nucci; Claudio e Maria Grazia Palmigiano; Ludovico Pratesi; Alessandro Rabottini; Letizia Ragaglia; Natalina Remotti; Sergio Risaliti; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo; Stefano Sciarretta; Marco Scotini; Giorgio Spanu; Vincenzo Trione; Giorgio Verzotti.
Gli artisti:
4 VOTI
Giulia Cenci (1988)
Sabrina Mezzaqui (1964)
3 VOTI
Mario Airò (1961)
Benni Bosetto (1987)
Chiara Camoni (1974)
Rä di Martino (1975)
Sissi (Daniela Olivieri, 1977)
2 VOTI
Stefano Arienti (1961)
Massimo Bartolini (1962)
Corrado Bonomi (1956)
Ludovica Carbotta (1982)
Alice Cattaneo (1976)
Claudio Costa (1942-95)
Salvatore Emblema (1929)
Bruna Esposito (1960)
Corrado Levi (1936)
Beatrice Marchi (1986)
Eva Marisaldi (1966)
Libera Mazzoleni (1949)
Liliana Moro (1961)
Norma Jeane (1962)
Ornaghi e Prestinari (Valentina Ornaghi, 1986 e Claudio Prestinari, 1984)
Giovanni Ozzola (1982)
Gianni Politi (1986)
Michele Rizzo (1982)
Serse (Fabrizio Roma, 1952)
Grazia Toderi (1963)
Alice Visentin (1993)
1 VOTO
Carlo Alfano (1932-90)
Andrea Anastasio (1961)
Antonello Ghezzi (Nadia Antonello, 1985, e Paolo Ghezzi, 1980)
Paola Anziché (1975)
Maurizio Arcangeli (1959)
Matteo Attruia (1973)
Francesca Banchelli (1981)
Rosa Barba (1972)
Gianfranco Baruchello (1924)
Emanuele Becheri (1973)
Vanessa Beecroft (1969)
Jacopo Benassi 1970).
Ruth Beraha (1986)
Filippo Berta (1977)
Simone Berti (1966)
Umberto Bignardi (1935)
Tommaso Binga (Bianca Puccirelli Menna, 1931)
Catherine Biocca (1984)
Irma Blank (1934)
Monica Bonvicini (1965)
Antonio Bove (1945)
Botto & Bruno (Gianfranco Botto, 1963, e Roberta Bruno, 1966)
Thomas Braida (1982)
Gianluca Brando (1990)
Andrea Branzi (1938)
Sergio Breviario (1974)
Rossana Buremi (1975)
Giuseppe Caccavale (1960)
Paolo Canevari (1963)
Gianni Caravaggio (1968)
Linda Carrara (1984)
Letizia Cariello (1965)
Lisetta Carmi (1924)
Ambra Castagnetti (1993)
Romeo Castellucci (1960)
Federico Cavallini (1974)
Umberto Cavenago (1959)
Marco Ceolin (1963)
Guendalina Cerruti (1991)
Giuseppe Chiari (1926-2007)
Cristian Chironi (1974)
Giorgio Ciam (1941-1966)
Francesco Cima (1990)
Marco Cingolani (1961)
Claudio Cintoli (1978)
Pietro Coletta (1948)
Davide Maria Coltro (1967)
Vittorio Corsini (1956)
Danilo Correale (1982)
Roberto Cuoghi (1973)
Claudio Cuboni
Francesco De Grandi (1968)
Daniela De Lorenzo (1959)
Giulio Delvè (1984)
Gaia De Megni (1993)
Gianni Dessì (1955)
Federico De Leonardis (1938)
Marco De Sanctis (1983)
Gianluca e Massimiliano De Serio (1978)
Francesco Del Pezzo (1994)
Binta Diaw (1985)
Damiano e Fabio D’Innocenzo (1988)
Paola Di Bello (1961)
Gaia di Lorenzo (1991)
Elisabetta Di Maggio (1964)
Federica Di Pietrantonio (1996)
Paolo Fabiani (1962)
Tamara Ferioli (1982)
Matteo Fato (1979)
Piero Fogliati (1930-2016)
Andrea Fontanari (1966)
Formafantasma (Simone Farresin, 1980, e Andrea Trimarchi, 1983)
Valentina Furian (1989)
Omar Galliani (1954)
Martino Gamper (1971)
Luisa Gardini (1935)
Angiola Gatti (1960)
Francesco Gennari (1973)
Aldo Giannotti (1977)
Giovanni Giaretta (1983)
Piero Gilardi (1942)
Marco Giordano (1988)
Claudio Gobbi (1971)
Goldschmied & Chiari(Sara Golschmied,1975 e Eleonora Chiati,1971)
Federico Gori (1977)
Corinna Gosmaro (1987)
Aldo Grazzi (1959)
Luca Guadagnino (1971)
Diego Gualandris (1993)
Adelita Husni-Bey(1985)
Paolo Icaro (1936)
Invernomuto (Simone Bertuzzi, 1983, e Simone Trabucchi, 1982).
Pesce Khete (1980)
Kinkaleri (1995)
Luisa Lambri (1969)
Sonia Leimer (1977)
Francesca Leone (1964)
Renato Leotta (1982)
Sergio Limonta (1972)
Armin Linke (1966)
Lorenza Longhi (1991)
Nino Longobardi (1953)
Claudia Losi (1971)
Eleonora Luccarini (1993)
Luigi Mainolfi (1948)
Marta Mancini (1981)
Filippo Manzini (1975)
Edoardo Manzoni(1993)
Giuseppe Maraniello (1945)
Pietro Marcello (1976)
Giulia Marchi (1976)
Diego Marcon (1985)
Enzo Mari (1932-2020)
Jacopo Martinotti(1995)
Andrea Mastrovito (1978)
Marco Mazzucconi (1963)
Sandro Mele (1970)
Gianni Melotti (1953)
Alessandro Michele (1972)
Jacopo Miliani (1979)
Rebecca Moccia (1992)
Aldo Mondino (1938-2005)
Luca Monterastelli (1983)
Maria Morganti (1965)
Marco Pio Mucci (1990)
Giulia Napoleone (1936)
Francis Offman (1987)
Valentina Palazzari (1975)
Luca Pancrazzi (1961)
Francesco Pedraglio (1981)
Diego Perrone (1970)
Alessandro Pessoli (1963)
Ippolito Pestellini Laparelli (1980)
Gianni Pettena (1940)
Alessandro Piangiamore (1976)
Gianni Piacentino (1945)
Marta Pierobon (1979)
Cesare Pietroiusti (1955)
Piero Pizzi Cannella (1955)
Plumcake (Gianni Cella, 1953, Romolo Pallotta, 1954 e Claudio Ragni, 1955)
Marinella Senatore (1977)
Renato Ranaldi (1941)
Franco Rasma (1943)
Andrea Renzini (1963)
Reverie (Eloisa Reverie Vezzosi, 1994)
Mario Rizzi (1962)
Giovanni Rizzoli (1963)
Alice Ronchi (1989)
Giovanni Stefani Rossi (1996)
Giuliana Rosso (1992)
Gianni Ruffi (1938)
Arcangelo Sassolino (1967)
Germano Sartelli (1925-2014)
Mariateresa Sartori (1961)
Alessandro Sciarroni (1976)
Paolo Scirpa (1934)
Namnsal Siedlecki (1986)
Virgilio Sieni (1958)
Gabriele Silli (1982)
Mariella Simoni (1948)
Berty Skuber (1941)
Marta Spagnoli (1994)
Adriano Spatola (1945-88)
Alessandra Spranzi (1962)
Giuseppe Stampone (1974)
Davide Stucchi (1988)
Ernesto Tatafiore (1943)
Alessandro Teoldi (1987)
Sandra Tomboloni (1961)
Gian Maria Tosatti (1980)
Luca Trevisani (1979)
Tatiana Trouvé (1968)
Nico Vascellari (1976)
Claudio Verna (1937)
Serena Vestrucci (1986)
Cesare Viel (1964)
Simona Weller (1940)
Ettore Zaffiri (1928-2020)
Emiliano Zelada (1979)
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Artista, bibliotecario, insegnante privato di francese, organizzatore e geniale allestitore di mostre: il suo celebre orinatoio capovolto è stato considerato l’opera più influente del XX secolo. Usava lo sberleffo contro la seriosità delle avanguardie storiche, e intanto continuava a scandagliare temi come il corpo, l’erotismo e il ruolo dello spettatore
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