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I fondatori di Cantadora Enrico Palmieri e Flavia Prestininzi

Photo: Martin Emanuel Palma

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I fondatori di Cantadora Enrico Palmieri e Flavia Prestininzi

Photo: Martin Emanuel Palma

Cantadora apre a Roma con Taring Padi

Un nuovo spazio per l’arte contemporanea apre nella capitale con una mostra che intreccia attivismo visivo, memoria politica e pratiche collettive

Monica Trigona

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Il 1° ottobre apre a Roma Cantadora, una nuova galleria d’arte contemporanea situata in Piazza Galeria 7. Il progetto nasce dall’incontro tra il gallerista Enrico Palmieri (ha lavorato dal 2015 al 2024 presso la galleria T293) e la curatrice Flavia Prestininzi (ha all’attivo un master in Curating and Collections al Chelsea College of Arts – UAL di Londra e dal 2017 cura mostre collettive in Italia, Spagna, Regno Unito e Iran, collaborando con il suo collettivo curatoriale, fondato a Londra nel 2018) che scelgono di inaugurare questo nuovo spazio con una mostra personale del collettivo indonesiano Taring Padi, dal titolo «Organise, Educate and Agitate!» (il percorso include una selezione di lavori all’interno del progetto BILIK MARSINAH).

Cantadora, termine castigliano, letteralmente «cantastorie», richiama idealmente la figura di Candida Mara, cantadora sarda vissuta tra Ottocento e Novecento, la cui voce si è fatta memoria collettiva. Il nome stesso annuncia l’intento dello spazio: farsi luogo di ascolto e risonanza per narrazioni plurali, capaci di attraversare i confini tra arte e politica, tra estetica e attivismo. 
«Per noi che abbiamo costituito Cantadora, dichiarano Palmieri e Prestininzi, sarà una sfida entusiasmante riuscire a restare fedeli alle premesse di cura immaginate in questa fase iniziale. Il nostro impegno sarà rivolto a rendere possibile l’esistenza di opere che si fanno racconto, e affinché questo racconto, senza censura né limiti, possa essere uno strumento pubblico di resistenza».

La visione curatoriale alla base della galleria nasce dall’incontro tra l’interesse di Flavia Prestininzi per i legami tra arte, ecologie e politica, e l’esperienza di Enrico Palmieri nel mondo del mercato dell’arte. Cantadora si presenta come uno spazio attento ai processi, alle relazioni, alle implicazioni sociali e ambientali del fare artistico, e intende dare voce a pratiche consapevoli, spesso fragili, marginali o precarie. In questo senso, la galleria si configura come un laboratorio a lungo termine, aperto a linguaggi eterogenei e alla costruzione di relazioni con artisti e artiste di diverse provenienze e generazioni.

Il collettivo Taring Padi, fondato nel 1998 a Yogyakarta in Indonesia da un gruppo di studenti attivi nell’arte, è conosciuto per una pratica radicata nella solidarietà sociale e politica. Le loro opere prendono la forma di grandi xilografie, banner, strumenti musicali, pupazzi, «carnevali» e altre espressioni di arte partecipativa, nate spesso in collaborazione con comunità locali. Con il progetto BILIK MARSINAH, che prende il nome da un’operaia e attivista sindacale brutalmente assassinata nel 1993, il collettivo racconta una storia di resistenza e lotta, trasformando la memoria in azione visiva e politica. Dopo la partecipazione a documenta 15 nel 2022 e la mostra «Tanah Merdeka» al Framer Framed di Amsterdam nel 2023, la presenza di Taring Padi a Roma segna un nuovo capitolo nel dialogo tra arte e attivismo.

La galleria si trova in un contesto urbano denso di stratificazioni: lo spazio si affaccia infatti su una corte abitata da botteghe in disuso, laboratori attivi, studi condivisi e piccole realtà locali. Alle sue spalle si estende il Parco dell’Appia Antica, mentre all’ingresso dominano i resti dell’ex stabilimento chimico Socciarelli, un edificio di archeologia industriale che racconta un passato produttivo ormai dismesso. È in questo paesaggio ibrido e silenziosamente vibrante che Cantadora prende forma, cercando di essere un punto d’incontro, un luogo di ricerca e immaginazione condivisa. Il 30 settembre, in occasione dell’inaugurazione, Cantadora e il Max Planck Institute organizzeranno un talk pubblico dedicato al rapporto tra arte e politica, ampliando il campo della riflessione e approfondendo la traiettoria di Taring Padi come esempio di pratica artistica radicalmente connessa alla realtà.

Monica Trigona, 02 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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