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Previati, «Vespero autunnale»

Courtesy of Farsettiarte

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Previati, «Vespero autunnale»

Courtesy of Farsettiarte

Farsettiarte porta all’asta i maestri del Divisionismo

Fornara, Previati, Longoni e altre opere magistrali del XIX e XX secolo nella sessione del 25 ottobre a Prato

Monica Trigona

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Farsettiarte torna protagonista del panorama artistico autunnale con l’Asta n. 266, dedicata a Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo, in programma il 25 ottobre presso la sede di Prato. La selezione, frutto di un’attenta ricerca curatoriale e di preziosi ritrovamenti da raccolte private, propone un itinerario affascinante nella pittura italiana tra Ottocento e Novecento, con un nucleo particolarmente significativo di opere legate al Divisionismo, corrente che seppe fondere rigore scientifico della luce, tensione spirituale e ricerca lirica.

Tra i vertici dell’asta spicca la monumentale tela «Mattinata sulle Alpi» di Carlo Fornara, già esposta nella sala personale dell’artista alla Biennale del 1914 e appartenuta alla prestigiosa Collezione Ferruzzi. Il dipinto, esempio maturo della produzione divisionista del pittore piemontese, restituisce una visione trasfigurata della natura alpina, costruita attraverso una stesura cromatica a filamenti, vibrante e silenziosa. Il paesaggio rarefatto, animato soltanto dalla presenza solitaria di una mucca, evoca una dimensione panica in cui il dato reale si dissolve nella percezione emotiva.

 

Emilio Longoni, «La pianta». Courtesy of Farsettiarte

Federico Zandomeneghi, «I guanti neri». Courtesy of Farsettiarte

Di pari intensità è «La pianta» di Emilio Longoni, altro maestro del Divisionismo italiano, in cui un esile albero emerge da una radura spoglia incorniciata da cime innevate. Il soggetto, semplice e insieme potentemente simbolico, si carica di un senso di resistenza e fragilità che richiama la sensibilità leopardiana, in un’atmosfera carica di poesia e luce. L’opera, eseguita con una pennellata finissima, esalta la componente introspettiva e spirituale della natura, cifra distintiva della poetica longoniana.

In questa narrazione di una natura che diventa rivelazione interiore, si inserisce «Vespero autunnale» di Gaetano Previati, tela presentata alla Biennale di Venezia del 1912. Le figure distese sull’erba, immerse nella luce dorata del tramonto, non sono solo presenze fisiche ma simboli di un’umanità partecipe del mistero cosmico. Il tramonto, da evento atmosferico, diviene momento di epifania, reso attraverso larghe pennellate giustapposte che inseriscono l’opera a pieno titolo nella poetica luminosa e mistica di Previati.

Il catalogo si arricchisce di un’opera di grande complessità simbolica come «Maternità (Adolescente, Allegoria)» di Ferruccio Ferrazzi, testimonianza del clima innovatore della Secessione romana. Il dipinto, che ritorna sul mercato dopo una lunga permanenza in collezione privata, affronta il tema della maternità come ciclo vitale, articolato attraverso una composizione ricca di richiami allegorici e una stesura segnica netta e incisiva. L’adolescente al centro della scena, la madre retrostante e il coro delle madri anziane sullo sfondo compongono una rappresentazione intensa e stratificata, tra suggestioni simboliste e spiritualismo mitteleuropeo.

Una nota più mondana e brillante è affidata alla tela «Signore sul terrazzo» di Camillo Innocenti, raffinato interprete della vita borghese romana d’inizio secolo. L’opera, dal taglio compositivo ardito e dalla pennellata sciolta, coglie un momento di intimità femminile all’interno di un caffè alla moda, dove il blu del cielo filtra dalle vetrate e investe le figure eleganti, immerse nei loro piccoli gesti quotidiani. Il cromatismo acceso e la modernità dello sguardo testimoniano l’influenza parigina e il dialogo dell’artista con la pittura internazionale.

 

Plinio Nomellini, «Bambina in kimono»

Ferruccio Ferrazzi, «Maternità (Adolescente, Allegoria)». Courtesy of Farsettiarte

A rappresentare il versante toscano del Divisionismo è «Bambina in kimono» di Plinio Nomellini, ritratto della figlia Aurora in abiti giapponesi, che fonde fascinazioni orientaliste, simbologie familiari e raffinatezze tecniche. Il dipinto affiora ora sul mercato come un esempio raro e toccante della capacità evocativa dell’artista livornese, in bilico tra realtà e sogno. Chiude idealmente il percorso «I guanti neri» di Federico Zandomeneghi, uno dei pochi italiani pienamente inseriti nel milieu impressionista francese. Il pastello, delicato e moderno, ritrae una figura femminile colta in un gesto intimo e sospeso: il momento in cui si sfila i guanti scuri, che si stagliano sul vivace abito giallo. Il taglio verticale e l’ambientazione domestica rivelano la cifra stilistica dell’artista veneziano, profondamente influenzato da Degas, ma capace di un linguaggio tutto personale, fatto di osservazione sensibile e raffinata eleganza cromatica.

Tra gli altri protagonisti dell’asta si segnalano opere di Giovanni Segantini, presente con un disegno di rara delicatezza («Sul balcone»), Vittorio Corcos, Renato Natali, Nino Costa, Alfredo Müller, Silvio Bicchi, Llewelyn Lloyd e Niccolò Cannicci, a comporre un mosaico ricco e coerente dell’arte italiana tra Ottocento e primo Novecento. L’asta, in programma a Prato il 25 ottobre, sarà preceduta da due esposizioni: una selezione milanese dal 9 al 15 ottobre, e l’intera raccolta presso la sede di Prato dal 18 al 24 ottobre.

 

Monica Trigona, 07 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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