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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Maurizio Cattelan è di ritorno. Cinque anni dopo la retrospettiva del Guggenheim di New York, che doveva anche essere la sua ultima mostra, l’artista torna ora a esporre alla Monnaie de Paris, l’ex Zecca di Parigi dove ancora si battono monete da collezione, che nel 2014 ha aperto all’arte contemporanea. Non ci sono lavori nuovi, ma sono allestite venti delle sue opere più celebri, dal cavallo di «Novecento», appeso nell’Escalier d’Honneur, a «Him». Il suo «bimbo» impiccato, uno dei tre che avevano scioccato Milano nel 2004, è appeso in cima al tetto della Monnaie, con gli occhi spalancati rivolti verso la Senna. Si parla della mostra come di un esercizio del «post requiem». Nel 2011 l’artista aveva infatti salutato il suo pubblico e si era, apparentemente, ritirato dalle scene. Il wc d’oro a 18 carati, «America», esposto di recente sempre a New York, o piuttosto messo a disposizione dei suoi visitatori che fanno la fila per provarlo, è stato forse il più forte segnale del suo prossimo ritorno. «Il desiderio gli è tornato. Maurizio si rimette al lavoro. Quella del Guggenheim, è stata la mostra di uscita. Ora con la Monnaie rientra»: assicura Chiara Parisi, direttrice dei programmi culturali della Monnaie. È lei ad aver curato la mostra «Maurizio Cattelan. Not Afraid of Love» che si apre venerdì e tiene fino all’8 gennaio.
Come siete riusciti a convincerlo?
Maurizio ha un grande senso della responsabità, non dà risposte avventate. Siamo stati pazienti. Ho ritrovato proprio di recente delle mail che ci eravamo scambiati ai tempi del vernissage al Guggenheim, in cui già gli parlavo di questo progetto. Lui mi rispondeva che ci avrebbe pensato. Sin da quando abbiamo iniziato a lavorare qui alla Monnaie, cominciando con Paul McCarthy, abbiamo capito che era essenziale presentare il lavoro di Cattelan. È un dei più grandi artisti viventi. Ma solo quando ha ritenuto che fosse giusto e naturale fare questa mostra, ha accettato. Sono due anni che viene regolarmente per lavorarci.
Come è lavorare con lui?
È una persona esigente, è preciso, professionale. Trasforma ogni cosa in un «challenge» intellettuale. Ogni opera è una sfida. Fa una mostra, ma è tutta la Monnaie che viene coinvolta. Ha rimesso tutto in discussione con il suo modo trasversale di vedere la vita, dalla biglietteria al circuito espositivo, ha realizzato dei prodotti derivati… Nessuno gli può essere indifferente.
Le sue sculture sono molto popolari. Come riuscire a fare qualcosa di nuovo?
Maurizio ha scelto solo le opere che ritiene davvero essenziali per il suo percorso. Da un punto di vista concettuale, fa il lavoro inverso a quello per il Guggenheim. Lì cercava di essere esaustivo, metteva tutte le opere allo stesso livello e si preparava a «uscire». Qui le ha scelte una per una per poter «rientrare» con loro. C’è una sequenza ben precisa. È alla ricerca di senso. È anche la prima volta che le opere selezionate vengono viste tutte insieme. È per questo che lui stesso dice che è la prima grande mostra a livello europeo che abbia mai fatto. È incredibile, ma queste opere insieme sono quasi un lavoro nuovo.
Quale è la reazione di Parigi a questo evento?
Parigi sta reagendo molto bene. Ho un buon riscontro dai direttori degli altri musei. È la mostra che ci voleva. Si dice: «Finalmente Cattelan a Parigi». È un artista umano, le sue opere sono più attuali oggi di quindici anni fa, è giusto che sia qui a Parigi in questo momento.
Come definisce lei l’opera di Cattelan?
Direi necessaria, caustica ma non provocatoria, come spesso si dice ingiustamente. Penso che sia metafisica. Cattelan lavora per immagini e penso che la dimensione scultorea sia un’esigenza per mostrarle.

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

Maurizio Cattelan alla Monnaie de Paris. Foto di Luana De Micco

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