Maestro olandese, «Ritratto dell'anabattista David Joris» 1540-45 ca, con iscrizione dettagliata in latino e tedesco dedicata al personaggio ritratto sul retro, Basilea, Kunstmuseum

Foto © Martin P. Bühler

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Maestro olandese, «Ritratto dell'anabattista David Joris» 1540-45 ca, con iscrizione dettagliata in latino e tedesco dedicata al personaggio ritratto sul retro, Basilea, Kunstmuseum

Foto © Martin P. Bühler

Che cosa racconta il retro dei dipinti? Parola al Kunstmuseum Basel

Il museo svizzero propone una doppia rilettura di 36 suoi capolavori realizzati tra il XIV e il XVIII secolo indagandone recto e verso

Con la mostra «Verso. Racconti dall’altro lato», dal 1 febbraio al 4 gennaio 2026, il curatore Bodo Brinkmann propone una doppia rilettura di 36 capolavori del Kunstmuseum Basel, dipinti tra XIV e XVIII secolo, indagandone fronte e retro. Analogamente all’indagine proposta lo scorso anno dal Metropolitan Museum of Art di New York sulle «coperte» rinascimentali con la mostra «Hidden Faces: Covered Portraits of the Renaissance», il Kunstmuseum propone dunque un inedito punto di vista, reso leggibile da apposite cornici che consentono di vedere entrambi i lati delle opere

«La mostra condivide con il pubblico visioni solitamente nascoste, normalmente studiate solo dal personale del museo, afferma Brinkmann, proponendo i contesti sociali, politici e religiosi, a volte inespressi o dimenticati, in cui i dipinti sono stati utilizzati. Si aprono così nuove prospettive anche su opere d’arte molto note». La mostra, ospitata dal piano interrato del museo, si struttura in otto sezioni. Dato che la maggior parte dei dipinti bifacciali presenti nelle collezioni del Kunstmuseum erano sportelli laterali di pale d’altare cattoliche, la mostra si apre con due esempi cinquecenteschi giunti fino a noi integri, tra cui il «Trittico dell’Adorazione dei Magi» del Maestro d’Anversa, mentre le altre sezioni affrontano i soggetti più frequenti come i Santi della Chiesa Cattolica (tra cui il quattrocentesco «San Giorgio e il drago» del Maestro di Sierentz, che reca sull’esterno il «Compianto di Cristo sotto la Croce»), e il ritratto in stretta relazione con l’araldica, dato che spesso questi dipinti recavano sul verso lo stemma identificativo del modello

Visto che non sempre i due lati venivano dipinti contemporaneamente, la mostra si sofferma sul caso esemplare del doppio ritratto del sindaco di Basilea, Jacob Meyer zum Hasen, e di sua moglie, dipinto su due tavole diverse da Hans Holbein il Giovane (1516). «La prospettiva funziona solo quando i due pannelli sono montati uno accanto all’altro, come in un’unica cornice rigida con una modanatura centrale, precisa Brinkmann. Quattro anni dopo, però, Meyer assunse un altro artista per dipingere sul verso il suo stemma, completo della data. A questo punto, i due ritratti devono essere stati incernierati insieme: piegati e chiusi, avrebbero mostrato lo stemma come la copertina di un libro che indicasse il soggetto». 

Altro caso di grande fascino è quello del magnifico ritratto cinquecentesco, di anonimo artista olandese, del nobile Johann von Bruck, giunto a Basilea nel 1544 in quanto perseguitato per le sue convinzioni religiose. La sua identità venne rivelata solo due anni dopo la morte, nel 1556: si trattava dell’eretico David Joris, capo di una setta anabattista a lungo ricercato dalle autorità del Sacro Romano Impero. Dopo queste rivelazioni postume, il consiglio di Basilea fece confiscare il ritratto e aggiunse sul retro, nel 1559, un’iscrizione che fungesse da monito, narrandone il processo postumo per eresia, la riesumazione e il rogo.

Hans Holbein il Giovane, «Doppio ritratto di Jacob Meyer zum Hasen e della moglie Dorothea Kannengiesser (sportelli); Stemma completo di Jacob Meyer su sfondo rosso (esterno del ritratto maschile)», 1516. © Kunstmuseum Basel. Crediti del Kunstmuseum Basel, Museum Faesch. Foto: Martin P. Bühler

Elena Franzoia, 28 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

Che cosa racconta il retro dei dipinti? Parola al Kunstmuseum Basel | Elena Franzoia

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